giovedì 5 febbraio 2015

LA FINE DELL'EURO PASSA DA BERLINO, NON DA ATENE: LA GERMANIA VUOLE SFASCIARE TUTTO E CI STA PER RIUSCIRE

LA FINE DELL'EURO PASSA DA BERLINO, NON DA ATENE: LA GERMANIA VUOLE SFASCIARE TUTTO E CI STA PER RIUSCIRE


Che piaccia o meno quello che sta facendo il nuovo governo eletto in Grecia una settimana fa, un fatto è certo: nè ad Atene nè a Bruxelles e tanto meno a Francoforte, tutto rimarrà come prima delle elezioni. Può andare a finire in tanti modi, la crisi greca, tranne che in uno: lasciandola lì come stava col precedente governo. Quelli del "tanto peggio, tanto meglio" in questi momenti attaccano l'esecutivo Tsipras perchè non ha detto chiaro e tondo che l'euro è da abbandonare, come se non lo sapessero, personaggi del calibro di Varoufakis, economonista di statura mondiale. O peggio, come se non lo volessero.
Cretinate un tanto al chilo. 

La strategia del gruppo dirigente di Syriza al contrario è intelligente, solo che per comprenderla bisogna esserlo, un filo intelligenti. E magari capirne di politica. Tsipras sta gettando luce nelle stanze buie delle oligarchie finanziarie della Ue, che se fregano del popolo greco, della fame, della miseria, dei suicidi aumentati del 35% e passa in 3 anni. Loro, i banksters, guardano solo ai soldi e proprio per questo, Tsipras li sta smascherando, di più, li sta combattendo con le loro stesse armi, che sono le architteture finanziarie fatte di swap, perpetual bond, marchingegni d'alta finanza che usa proprio contro questa feroce alta finanza.
Imbarazzante, vero?
Inoltre, il nuovo governo ha stanato anche i governi servi dei banksters, come quello italiano e quello socialista francese. Varoufakis e Tsipras li sono andati a cercare, a casa loro. Li hanno messi con le spalle al muro, costringendoli a dire da che parte stanno, se da quella della troika o da quella del popolo, oggi greco, domani italiano, spagnolo, francese, portoghese. Renzi a denti stretti è stato costretto a riconoscere d'essere un servo degli oligarchi finanziari Ue. Varoufakis gli ha sbattuto in faccia la realtà dell'Italia: "avete rispettato le regole di bilancio che vuole Bruxelles, avete applicato le indicazioni della Ue, ma il vostro debito pubblico è insostenibile e continua a crescere. Le regole, quindi, sono sbagliate e proprio voi italiani ne siete la prova". Renzi a balbettato che "il nostro governo è diverso dal vostro", una scemenza ovviamente. Perchè nel merito dell'analisi di Varoufakis non ha potuto contestare nulla. 
Vittoria di Pirro? Solo dialettica? Sbagliato.
La verità è che la Grecia ha vinto. Ha vinto perchè è "l'errore di sistema" che dimostra che il sistema stesso sia un errore e come tale andrà in pezzi. Il governo greco sa - e ha anche ammesso - che la Grecia "è in bancarotta". Ma forse è una novità? E' semplicemente una constatazione della realtà conosciuta da tutti i vertici della Ue e da tutti i governi della zona euro. Ma taciuta, nello stile rivoltante di questi governi corrotti e venduti.
L'italiano medio oggi ha "scoperto" che i governi Monti-Letta-Renzi hanno "prestato" 40 miliardi di euro alla Grecia. Peccato sia una menzogna, una bufala se preferite. L'Italia non ha prestato un solo centesimo, alla Grecia. La Ue ha estorto 40 miliardi di euro all'Italia - denaro che neppure aveva - e li ha piazzati nel Fondo salva stati (dicitura anch'essa falsa e fuorviante) per poi "prestarli" alla Grecia che a sua volta li ha girati ai creditori esteri, ovvero alle banche tedesche, francesi, di mezza Europa (tranne che italiane, rimaste intelligentemente fuori dagli affari in Grecia), che vantavano crediti da banche greche. Punto. Così, quelli che erano debiti finanziari tra istituti di credito privati, sono diventati debiti "europei" in capo alla Ue, alla Bce e all'Fmi (questi ultimi in minima parte, rispetto il totale).
E le casse dello stato greco sono sempre rimaste vuote. Giroconti, artifici contabili, marchiati dall'usura, con tassi usurai che oggi giustamente fanno dire al ministro Varuofakis "noi siamo disposti a ripagare il debito primario, ma gli interessi vanno congelati e rinegoziati" Apriti cielo! Gli interessi rappresentano tra il 30 e il 40% del totale. Tassi d'interesse da camorristi, da criminali della banda della Magliana. 
Così l'Italia se vuole davvero indietro questi 40 miliardi, li pretenda da chi se li è messi in tasca, la Ue, per farne quello che ha voluto senza chiedere di sicuro il permesso al governo italiano. D'altra parte, s'è mai visto un padrone chiedere permesso a un servo? Appunto. 
Allora vedete che le cose stanno diversamente da come ve le raccontano. Non c'è dubbio alcuno che la situazione greca evolverà e cambierà radicalmente, in un modo o nell'altro e con un punto fermo: nè la Ue nè l'euro come moneta rimarranno come sono adesso.
La Germania intende respingere tutte le proposte della Grecia, quindi le probabilità della bancarotta dello Stato ellenico sono molto alte. Così pure, sono molto alte le probabilità che l'euro subisca un terremoto. Difficilmente supererà il default di Atene indenne. E non si tratta di un deprezzamento, che sarebbe per altro buona cosa, ma del suo smembramento. I danni finanziari che verranno inferti alla Bce e alla Ue come istituzione, saranno formidabili e impossibili da ripianare senza una radicale modificazione della valuta unica europea.
Poi, espellere la Grecia dall'euro significa anche espellerla dall'Unione europea. Laddove si rompesse il vincolo di solidarietà - che concetto misterioso, vero? - tra i Paesi dell'eurozona, che senso mai avrebbe che rimasse nella Ue,  dentro lo scatolone vuoto d'ogni valore e significato che non sia finanziario?
Berlino sta giocando una partita mortale. Nella quale nessuno dei giocatori vincerà. Come avevamo previsto già un anno fa, la fine dell'euro viaggia veloce, come un missile termonucleare. Ma questa fine sarà la peggiore di tutte le possibili, sarà sgangherata e velenosa, produrrà contrasti e divergenze che non si risolveranno in un breve arco temporale. 
Se il governo italiano avesse un minimo di intelligenza politica, oggi dovrebbe fare anche l'impossibile per avviare un percorso di scioglimento dell'euro che non passi dalle mannaie tedesche.
Ma non accadrà. La storia si ripete. L'Italia seguì la Germania già un'altra volta. E finì male. Molto male, se avete mai letto un libro di storia.
max parisi
www.ilnord.it






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