venerdì 23 gennaio 2015

Washington progetta una terza guerra mondiale per mantenere il dollaro come prima moneta di riserva mondiale

La Storia dimostra che il valore del dollaro aumenta in modo drastico soltanto dopo i conflitti mondiali. Per poter sopravvivere nella situazione attuale, la valuta nordamericana ha necessità di una nuova Guerra Mondiale, lo afferma l’economista esperto ed ex consulente dell’ONU Valentin Katasonov.
La posizione del dollaro nell’economia mondiale continua ancora ad essere forte ma si trova in una fase di grave rischio, considera l’economista, professore dell’Istituto Statale delle Relazioni Internazionali di Mosca ed ex consulente dell’ONU, Valentin Katasonov, nel suo ultimo articolo.

Varie grandi potenze mondiali possono tutte assieme coordinare i propri sforzi, unire le risorse e iniziare la conversione delle proprie riserve in dollari convertendole in valute nazionali, cosa che determinerebbe il crollo del dollaro. Cosa sarebbe capace di fare il Sistema della Riserva Federale (FED) per prevenire questa situazione?
Katanov ricorda le condizioni grazie alle quali il dollaro si è convertito nella più importante valuta internazionale. Nel 1913, un 47% delle riserve mondiali di valute erano il sterline, mentre soltanto un 2% in dollari, tuttavia nel 1928 le riserve in dollari diventarono già un 21%. Quale era stata la ragione di un salto tanto grande?
Nel 1913, il Congresso degli USA sotto la pressione dei finanzieri aveva creato la Riserva Federale degli USA che ha iniziato a stampare dollari, ricorda l’autore. Gli USA in quell’epoca erano il maggiore produttore industriale del mondo, tuttavia nello stesso tempo aveva un enorme problema di debito esterno, soprattutto con il Regno Unito. La Prima Guerra mondiale cambia in forma radicale la situazione trasformando il paese nordamericano nel maggiore creditore internazionale. I suoi principali alleati, la Francia ed il Regno Unito sono quelli che più si sono indebitati con gli USA.
La Seconda Guerra Mondiale ha rafforzato ancora di più il dollaro, lo afferma Katasonov. Il 70% dell’oro mondiale dopo il conflitto lo detenevano gli USA, che risultò l’economia più forte del mondo. Questa situazione ha permesso al paese nordamericano di imporre il sistema di Bretton Woods nel 1944, secondo il quale le autorità monetarie di ogni paese hanno vincolato la loro moneta all’oro.
Inoltre si decise la creazione della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale con l’utilizzo del dollaro come moneta di riferimento internazionale.
Dal 1970 fino ad oggi il prezzo del petrolio è fissato esclusivamente in dollari. Il petrolio è fino ad oggi la base della valuta nordamericana, per cui è vitale per gli USA avere il controllo dei paesi petroliferi affinchè non si attentino a commerciare utilizzando valute diverse dal dollaro. Per comprenderlo, dice l’autore, bisogna ricordare il destino della Libia. Nel paese si è scatenata una guerra civile ed il suo leader, Muammar Gheddafi, il quale aveva iniziato a vendere il petrolio in euro e programmava di venderlo in seguito con dinari di oro, fu brutalmente assassinato.
Quando il dollaro inizia a svalutarsi, gli USA provocano un conflitto armato o un cambiamento di regime, soprattutto in Medio Oriente, ed il valore della loro valuta, il dollaro, si rafforza. Il dollaro caro assicura per gli USA l’importazione di prodotti a basso prezzo per mantenere il livello di consumo nel paese e la possibilità di acquistare in tutto il mondo le risorse naturali, gli attivi azionari, le imprese e le fabbriche.
Attualmente il debito nazionale degli USA arriva ad un 104,5% e il debito estero ad un 107% del PIL. Si fa sempre più difficile mantenere questo debito. Altri paesi stanno passando all’utilizzo delle monete nazionali nelle relazioni commerciali, si stanno creando valute regionali. Per sopravvivere, i funzionari della FED dovranno ricorrere alla loro sistema favorito: creare conflitti di ogni tipo e fortificare il dollaro perchè gli stati Uniti possano sopravvivere. Il dollaro ha necessità di una terza guerra mondiale per poter sopravvivere, conclude l’autore.
Fonte: RT Actualidad
Traduzione: Luciano Lago

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