sabato 10 gennaio 2015

STRAGE DI PARIGI: ATTACCO ALL’EUROPA (e Anonymous soffia sul fuoco come da copione)


...segue di Pino Cabras: CharlieHebdo – È l'Impero del Caos che bussa, non l'Islam

STRAGE DI PARIGI: ATTACCO ALL’EUROPA

di Gianni Lannes

Il Mossad? Assalto al grido: «Siamo di Al Qaeda!». Mancava solo che lasciassero il biglietto da visita per farsi richiamare. E' finita l'era delle rivendicazioni con chiamate ai giornali. Prima o poi telefoneranno prima per fissare un appuntamento con le vittime. Se non ci fossero 12 morti ed altrettanti feriti, sarebbe una commedia finita male.
Come al solito hanno innescato il meccanismo classico dei due o tre piccioni con una fava: si elimina un giornale di sicura opposizione satirica, si fomenta l'islamofobia, inoltre si manda un messaggio a chi deve capire.
Ecco alcuni fatti elencati a casaccio. Recentemente il Parlamento francese (Assemblea nazionale e Senato) ha approvato a larga maggioranza, una mozione in cui chiede al Governo di riconoscere lo Stato di Palestina.
Amchai Stein sarebbe l'autore del video amatoriale che riprende i terroristi che ingaggiano uno scontro a fuoco durante la fuga subito dopo l'attentato. Amchai Stein, è anche il vicedirettore della rete israeliana IBA Channel 1.
Appena compiuta la strage con un poliziotto “agonizzante” a terra, invece di fuggire i cosiddetti “terroristi islamici” perdono preziosi secondi per finirlo con un Ak 47, ma come per magia senza lasciare neppure una traccia di sangue, tantomeno del proiettile sul marciapiede. Il tizio sdraiato dovrebbe essere in un lago di sangue, e la testa colpita da circa 30 centimetri di distanza dovrebbe saltare in aria a brandelli. Ma invece, niente. Forse per creare la scena perfetta (falsa) da riprendere e mostrare ai media?
Sembra confermato che questi terroristi, chiaramente professionisti della guerra e tiratori scelti, non avevano neppure pensato a procurarsi un mezzo per la fuga. Si saranno detti: “prendiamo in prestito un’auto al volo, con tutto il traffico che c’è a Parigi possiamo anche scegliere il modello, magari decapottabile”.
Insomma, esperti in azioni d'assalto, tiratori scelti e così sicuri di sè da sembrare arroganti: sicuri di avere una immunità garantita? Conoscono i nomi dei giornalisti e le abitudini della testata, tant’è che arrivano nel giorno in cui ci sono più potenziali vittime presenti nella riunione di redazione: da dove prendono le informazioni? Sono professionisti bellici, ma sono così stupidi da non avere un mezzo per una fuga rapida: troppo sicuri di avere le coperture per scappare indisturbati? Riescono a dileguarsi nel centro di Parigi con un’auto rubata, in una citta dove in media non fai neanche 20 chilometri all'ora con 4 ruote, e forse vai più veloce in bicicletta: nessuno li ha intercettati? Parlavano un perfetto francese ed erano degli esperti nel circolare a Parigi in auto. Riescono ad arrivare senza problemi al loro obiettivo con armi da guerra e passamontagna, eludendo il grande fratello globale: non male di questi tempi. Secondo le autorità di Polizia i tre assalitori sono stati identificati e uno di loro sarebbe di Reims. Ma che bravi: dopo poche ore li hanno identificati. Ma allora vuol dire che sapevano già chi erano. E allora com’è che nessuno li ha arrestati prima?
Che singolare coincidenza. I burattinai sono, come al solito, molto altolocati e ancor meglio mimetizzati nell'ombra. L'uccisione dell’economista antisistema Bernard Maris (consigliere della banca centrale francese) fa da ciliegina sulla torta per questi criminali che sfruttano la solita dabbenaggine dell'opinione pubblica. Che sia davvero lui il vero obiettivo e tutto il resto una messa in scena per far "dimenticare" la statura di questa vittima eccellente e fastidiosa? Maris era molto critico con l'austerità europea e proponeva una cancellazione di una parte del debito pubblico. Non solo, Maris in un recente documentario ha rivelato esattamente come funziona l'emissione truffaldina di denaro da parte delle banche.

Parola di Bernard Maris:


«Tutti i paesi europei dovranno prima o poi rassegnarsi a cancellare parte del loro debito pubblico. Bisogna rinegoziarlo quando supera il 60% del PIL per potere rispettare di nuovo i criteri di Maastricht. I creditori e quindi le banche dovranno chiaramente fare uno sforzo importante. Anche i grandi paesi come Germania e Francia. E' l'unico modo per consentire agli Stati dell'eurozona di rilanciare l'economia. Senza crescita non riusciranno ad affrontare il debito pubblico, come è successo ai paesi africani per diversi decenni, rimborseranno per l'eternità un debito che soffocherà l'Europa. E' pertanto l'unico modo per evitare anni di ristagno dell'economia come in Giappone o nel Portogallo. L'unico modo anche per evitare un grosso crollo del potere di acquisto delle famiglie e dei conflitti sociali principali. La scelta della Germania rovinerà anche la sua economia a lungo termine. Non è un circolo virtuoso ma un circolo vizioso. Preferisce ridurre il livello di vita dei tedeschi pur di essere competitiva. Questa politica come quella della Costa D'Avorio negli anni '60, si chiama la "crescita che impoverisce».
Il 7 luglio 2014: «Non c'è ragione di pagare il petrolio in dollari". L'AD di Total, Christophe de Margerie». Il 21 ottobre 2014: l'AD di Total Christophe de Margerie muore in incidente aereo in Russia.
Il vice direttore dell'Ufficio federale di Limoges, di 44 anni, si è tolto la vita nel suo ufficio con la sua arma di servizio (Le numéro 2 du service régional de police judiciaire de Limoges s’est donné la mort dans son bureau, dans la nuit de mercredi à jeudi, en se tirant une balle dans la tête. Il travaillait sur une mission de la police judiciaire dans le cadre de l’affaire Charlie Hebdo).

riferimenti:
https://www.youtube.com/watch?v=B6H2v4DaEyo
http://www.youreporter.it/video_Attentato_Charlie_Hebdo_il_video_in_versione_non_censurata
https://www.youtube.com/watch?v=NFg06RmRMJ4
https://www.youtube.com/watch?v=R0FzkIQQRPM
https://www.youtube.com/watch?v=LP3G6ywvulA
https://www.youtube.com/watch?v=isjRArWZVEM
http://www.youtube.com/watch?v=a1EdGGsW82c
https://www.youtube.com/watch?v=koHQ8ih3wGc
https://www.youtube.com/watch?v=RS4D-572HIQ&bpctr=1420820152

https://www.youtube.com/watch?v=QZJYIXwAfzA

http://www.lepopulaire.fr/limousin/actualite/2015/01/08/un-commissaire-de-police-de-limoges-se-suicide-dans-son-bureau_11283307.html
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=8304
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ContentItem-f9483ef0-7395-4f80-b816-60a7d3ce1799.html
http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2014/10/21/ceo-di-total-morto-in-incidente-aereo_64adc00b-ae59-4f98-8f14-c508221cf992.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/01/strage-di-parigi-fenomenologia-della.html
CharlieHebdo – È l'Impero del Caos che bussa, non l'Islam

di Pino Cabras.


La prima pagina del quotidiano Libero urla: "Questo è l'Islam!", e anche il Giornale strilla "Strage islamica" con titolo cubitale. Una comunità variegata di un miliardo di esseri umani viene così ridotta al formato dell'orrenda strage dello Charlie Hebdo. È come se in occasione della strage compiuta il 22 luglio 2011 a Oslo da Anders Behring Breivik, che si proclamava difensore dell'Occidente giudaico-cristiano, si fosse titolato "Questo è il Cristianesimo!", o "Strage cristiana". Eppure, persino allora, gli stessi giornali, e anche il Corriere della Sera, osarono esordire con una fantomatica "pista islamica". Prepariamoci dunque a un'ondata di isteria che non vorrà sentire ragioni.

La Francia è stata uno dei principali perturbatori del Mediterraneo e del Medio Oriente negli ultimi quattro anni, e per i suoi scopi bellici ha usato ogni tipo di commistione con lo jihadismo. Ricopio qui una frase usata nel 2013 da uno dei bersagli principali di Parigi, il presidente siriano Bashar Al-Assad: «Hanno forse capito che quelle guerre non hanno provocato altro che il caos e l'instabilità in Medio Oriente e in altre regioni? A quei politici vorrei spiegare che il terrorismo non è una carta vincente che si possa estrarre e utilizzare in qualsiasi momento si voglia, per poi riporla in tasca come se niente fosse. Il terrorismo, come uno scorpione, può pungerti inaspettatamente in qualsiasi momento.»

Esiste ormai una sorta di legione di avventurieri addestrati in modo moderno, proiettata su vari fronti geopolitici, in grado di essere utilizzata per scardinare interi Stati, ma con coperture e finanziamenti statali, e la prontezza per ogni tipo di ricatto sulla sicurezza nazionale di interi paesi. Gli jihadisti europei arruolati sono migliaia, una manovalanza multiuso. Lo scorpione pungerà ancora in Europa. I governanti europei, fra i più ricattabili e ricattati in ogni campo, subiranno pressioni enormi contro gli interessi dei propri paesi. È l'Impero del Caos che bussa, non l'Islam.

La quasi totalità dei soggetti implicati in gravi atti di terrorismo di rilevanza internazionale negli ultimi 20 anni avevano da tempo il fiato sul collo degli apparati di sicurezza, delle forze speciali e dei servizi segreti, che in molti casi li foraggiavano e ne indirizzavano le traiettorie criminali. Le principali stragi, dall'11 settembre 2001statunitense al 7 luglio 2005 londinese, fino alla strage norvegese del 2011, sono avvenute in coincidenza conesercitazioni militari e 'securitarie' che ricalcavano esattamente gli eventi terroristici in corso. In altri casi, i sospetti sono morti in tempestivi conflitti a fuoco che li eliminavano dalla scena nei loro presunti covi.

Hanno sempre abbondato sui luoghi dei delitti le carte d'identità e infinite altre tracce ridondanti, utili per sbattere subito qualche mostro in prima pagina.

Non mi aspetto una situazione troppo diversa nemmeno stavolta. Queste sono le prime tracce da seguire.

Provo una pena infinita per le povere vittime di ieri, mi sembra una tragedia atroce. Ma non del tutto inspiegabile. Sappiamo che la satira trova una misura solo in sé stessa ed è capace di tendere fino alla rottura ogni filo che regga una contraddizione. Non si fa carico del resto, ma solo della propria libertà. Dopo la strage di via Fani nel 1978, una foto del prigioniero Aldo Moro diffusa dai brigatisti - quasi una Sindone di umana dignità – venne comunque dissacrata da una famosa copertina del settimanale satirico Il Male, che fece dire a Moro: «Scusate, abitualmente vesto Marzotto». Se la dissacrazione si estende a interi mondi religiosi, mette in tensione fili ed equilibri ancora più delicati, scoperchia contraddizioni ancora più laceranti, alza il prezzo della libertà.

Nel difendere la libertà, i satiri di Charlie Hebdo, loro malgrado, hanno inseguito fantasmi e specchi deformanti, molto più cinici e spietati dei loro specchi colorati e scurrili. Da anni sono stati usati per alimentare una islamofobia di sinistra, e a uno come Bernard-Henry Lévi (un intellettuale organico dello "Scontro di Civiltà") non pareva vero di incoraggiarli lanciando petizioni a loro favore, in realtà arruolandoli come bersagli nella sua guerra, coincidente con la guerra dell'Impero.

Su queste pagine, già nel 2012, pubblicammo una riflessione di Paolo Bartolini proprio su Charlie Hebdo, che descriveva con precisione ed equilibrio la posta in gioco nella partita fraSatira e Potere.

Aggiungo che libertà di espressione, come tutte le libertà, funziona quando ci sono regole. Sono le regole che rendono possibile la libertà. Anche quella, fondamentale, del rispetto per gli altri.

Il fatto è che noi, in Occidente, possiamo coprirci di infamia, tra di noi. Possiamo sbertucciarci oltraggiosamente senza freni, e mettere il nostro deretano bene in vista. Ma non possiamo pretendere che la nostra sfrontatezza diventi norma per altri. Non possiamo piallare il pianeta, pretendere che tutto si misuri e si scomponga con la stessa velocità del grande acido solvente rappresentato dal nostro modello di vita. Era Rousseau, se non sbaglio, a criticare i filosofi del suo tempo: «Pensano di parlare dell'Uomo, in realtà parlano di un parigino». Cos'è cambiato nella coscienza occidentale, nel frattempo, anche a Parigi?

Nemmeno i martiri di Charlie Hebdo sono stati immuni – in vita – dall'impatto con le regole. Licenziarono in tronco una loro vecchia firma, il caricaturista Siné, per via di una sua blanda vignetta che alludeva a una conversione all'ebraismo per convenienza da parte del figlio di Sarkozy: violava il codice deontologico della rivista sul razzismo. Raffigurare invece profeti e divinità a culo nudo o mentre subivano trattamenti sessuali estremi, per tutti gli altri casi, non era razzismo. La libertà sceglieva dunque le sue strade nello Scontro di Civiltà. E in certi casi si costringeva a regole e ragionamenti di opportunità.

Occorre un passo indietro per capire meglio. Il giornale che per primo pubblicò le vignette anti-islamiche, come molti sanno, nel 2005, fu il danese Jylladen Posten, diretto dal giornalista Flemming Rose. Quel che pochi ricordano è che Rose è molto legato all'ala più islamofoba dei falchi neoconservatori americani. Sua l'intervista al superfalco Daniel Pipes nel 2004, e suo poi un libro intero di interviste alla crème della crème dei neocon, tra cui Francis Fukuyama, Bill Kristol, Richard Perle, e Bernard Lewis, intitolato Amerikanske stemmer ("Voci Americane", NdT), nel 2006.

Charlie Hebdo, nel 2006, ripubblicò tutte le caricature e ospitò l'appello contro l'islamismo di Bernard-Henry Lévy.

Nel 2008 l'allora ministro italiano Roberto Calderoli esibì orgogliosamente in TV una maglietta con le vignette. In risposta, a Bengasi, in Libia, assaltarono il consolato italiano. Ci furono 11 morti fra i manifestanti, piccola avanguardia sfortunata del jihadismo più vincente che anni dopo rovesciò Gheddafi con l'aiuto della Francia e della NATO.

Anche chi non crede al diavolo sa che la parola deriva dal greco diabolos, "colui che divide", "calunniatore". A suo modo è stato un lavorio diabolico a tenere acceso tutte queste volte il casus belli, fino a rendere ogni volta più incomunicabili idee politiche e sentimenti di diverse comunità umane.

L'11 settembre 2012, ancora una volta a Bengasi, nuovi disordini hanno portato all'uccisione dell'ambasciatore americano, con il pretesto di una manifestazione contro altre immagini blasfeme. Ulteriore strage. Le torsioni della libertà di espressione si sono insomma intrecciate sanguinosamente per un decennio con le convulsioni della Guerra Infinita.

Infatti, era ed è una guerra. Con tutti gli inganni, i tradimenti, i sacrifici spietati delle guerre, capaci di vampirizzare le ingenuità di chi spendeva pezzi di battaglia giusta dentro una battaglia più grande e assassina di cui non intuiva tutti i contorni.

Daniele Luttazzi ha più volte spiegato che «la satira è un punto di vista e un po' di memoria». Per ricordo delle tante vittime, avremo bisogno di non impoverire i punti di vista, e di avere molta memoria.

Fonte: Megachip


Ed ecco che compare puntuale come la morte Anonymous, l'organizzazione fiancheggiatrice di ogni evento di rottura della società che da il La alle danze dello sconto etnico alimentando odio e divisione.
Anonymous dichiara guerra ai terroristi, vendicheremo Charlie Hebdo





Immagine tratta dal video di Anonymous

Articolo pubblicato il: 09/01/2015

Il gruppo di hacker di Anonymous ha diffuso un video e un post su Twitter nei quali condanna la strage nella redazione di Charlie Hebdo. Il video, caricato su YouTube attraverso l'account belga di Anonymous, è definito "un messaggio per Al Qaida, lo Stato Islamico e gli altriterroristi". Nel filmato, una persona con la maschera di Guy Fawkes e la voce travistata da un effetto elettronico è seduta ad un tavolo mentre in sovrimpressione compare l'hashtag#OpCharlieHebdo (Operazione Charlie Hebdo). La figura mascherata quindi annuncia, "terroristi, vi dichiariamo guerra" aggiungendo che Anonymous rintraccerà e chiuderà tutti gli account sui social network collegati ai gruppi terroristi per vendicare quanti sono stati uccisi nella strage.

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