lunedì 5 gennaio 2015

Impresa israeliana inizia a rubare il petrolio nel Golan siriano occupato mentre i coloni israeliani distruggono migliaia di ulivi palestinesi





L’impresa israeliana per il Petrolio ed il gas “AFEK”, ha iniziato le sue operazioni di perforazione nel Golan siriano occupato, nella zona denominata “El petroleo 5″, dove sono arrivati vari veicoli pesanti per iniziare quelle che l’impresa definisce “perforazioni di prova”, come preludio all’inizio di altre operazioni reali nell’arco di due settimane.

I preparativi per iniziare i lavori di perforazione sono stati fatti dopo che un Tribunale Supremo israeliano aveva dato luce verde all’impresa israeliana per rubare il petrolio del Golan occupato (dopo la guerra del 1967).

L’azione ostile di Israele, avviene dopo che l’ONU aveva reiterato la sua richiesta al governo di Tel Aviv di cessare l’occupazione israeliana e di adempiere alle risoluzioni già emesse circa il Golan siriano occupato, in particolare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza n.497 dell’anno 1981 che considera nulla e senza effetto legale l’imposizione delle sue leggi sul territorio occupato del Golan.



L’illegalità dell’occupazione israeliana è stata accettata di fatto dalle stesse potenze che oggi richiedono la condanna contro la presunta illegalità dell’occupazione della Crimea fatta dalla Russia a seguito di un referendum fra la popolazione.

I coloni israeliani distruggono 5.000 alberi di olivo dei palestinesi in Cisgiordania

I coloni israeliani hanno sradicato per lo meno 5000 alberi d’olivo giovani nei campi agricoli dell’area di Turmusaya nel nord di Ramalè, nella Cisgiordania occupata, lo hanno dichiarato il Giovedì scorso testimoni oculari che si trovavano sul posto.
L’attacco dei coloni ai campi palestinesi è stato realizzato in varie fasi nel corso della settimana scorsa, aveva come obiettivo quello di assicurarsi che i contadini palestinesi non possano più coltivare i loro campi ed obbligarli ad abbandonare la zona e lasciare che questa venga espropriata dai coloni per realizzare nuovi insediamenti.

Gli alberi di olive erano stati piantati in onore di Ziad Abu Ein, un ufficiale palestinese il quale perse la vita dopo essere stto percosso da un soldato israeliano nel corso della marcia svoltasi nel trascorso 10 Dicembre, in appoggio alla coltivazione degli alberi d’olivo ed in protesta contro le espropriazioni delle terre attuate dal regime di Tel Aviv.

Secondo Jamil Al-Barquti, presidente del comitato di Resistenza contro il Muro e gli insediamenti, queste “azioni barbare” dei coloni vengono attuate sotto la protezione dell’Esercito israeliano.
Al-Barquti ha sottolineato che il comitato che dirige aiuterà i contadini a ritornare a piantare migliaia di alberi di olivo nei campi e offrirà loro ogni tipo di aiuto per coltivare nuovamente questi campi da cui traggono la loro sopravvivenza.
Dare fuoco e sradicare le radici degli alberi di olive nel corso della raccolta dei frutti, distruggere i campi e contaminare le acque destinate ai palestinesi, sono parte degli atti di violenza ed intimidazione che i coloni israeliti fanno abitualmente per fare pressione sui palestinesi in modo che questi abbandonino le loro case ed i campi.
Rivelati i “collegamenti segreti” tra la EAU ed Israele

Nell’ambito delle operazioni di sicurezza tra il regime di Tel Aviv e gli Emirati Arabi Uniti (EAU), le due parti hanno stabilito voli segreti e permanenti fino a due volte a settimana, come hanno svelato lo scorso Martedì dall’Agenzia di notizie “Middle East Eye”, questi voli tra l’aereoporto israeliano Ben Gurion e l’aereoporto degli Emirati Queen Alia, si svolgono attraverso la compagnia aerea privata “Privat Air”, con sede a Ginevra.
Come indicano le informazioni, il volo di collegamento si realizza mediante un Airbus A319 registrato con la sigla APTA, sotto il nome di Volo PTG 315, con destinazione Giordania, uno dei poche paesi arabi che intrattengono regolari relazioni diplomatiche con il regime di Tel Aviv.

Tuttavia nella realtà, continua l’informativa, l’Aereoporto Internazionale di Amman (capitale giordana) non registra l’arrivo: l’aereo parte da Tel Aviv, fa una breve sosta tecnica ad Aman e poi decolla con destinazione Abu Dabi.
Questa collaborazione attiva ed aperta tra gli EAU ed il regime di Tel Aviv ha luogo mentre le autorità israeliane sempre hanno mostrato preoccupazione per il loro futuro nella regione (per presunta ostilità dei paesi arabi).

Le relazioni di Israele con i paesi del Golfo Persico sono sensibili per causa dell’occupazione dei territori palestinesi, comunemente rifiutata dai cittadini della regione, motivo per cui nessuna delle monarchie del Golfo mantiene relazioni diplomatiche ufficiali con Israele, nonostante questo, esiste però una collaborazione militare di fatto (ma riservata) tra Israele e l’Arabia Saudita nel piano di destabilizzazione della Siria mediante il supporto alle milizie “ribelli” che operano nel paese.

Lo stesso giornale israeliano Haaretz, nello scorso 2 Dicembre, ha rivelato l’esistenza di voli segreti e permanenti tra alcuni dei paesi del Golfo ed i territori occupati da Israele, tanto da far affermare dallo stesso giornale che “si procede verso una normalizzazione dei rapporti”, ha spiegato Haaretz.

Questo allegato, afferma Haaretz, è il risultato delle indagini sviluppate sui voli di aerei stranieri che atterrano nelle vicinanze dell’aereoporto ben Gurion.

Questa cooperazione clandestina delle autorità arabe del Golfo contraddice l’opinione pubblica dei loro popoli che si oppongono all’occupazione israeliana ed alle misure usurpatrici ed aggressive di questa contro il popolo palestinese.
Fino a questo momento, innanzi alle sopraffazioni quotidiane ed offensive israeliane contro i palestinesi ed i loro luoghi santi, i popoli di Giordania, Qatar, Bahrein fra gli altri, hanno organizzato innumerevoli marce a favore della Palestina.



Fonti : El Espia Digital Middleeasteye

Traduzione: Luciano Lago

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