martedì 2 dicembre 2014

Carburante: crolla il prezzo del petrolio, ma quello della benzina aumenta. Ecco perché


IL PREZZO DEL PETROLIO CROLLA, MA QUELLO DELLA BENZINA RIMANE STABILE. DAL 2015 PREVISTO UN’ULTERIORE AUMENTO. ECCO PERCHÉ.
Mentre prezzi del petrolio continuano a scendere in maniera inesorabile, quelli della benzina rimangono invariati.
La crisi del settore petrolifero non accenna ad arrestarsi, la domanda scende e l’offerta sale. La «colpa» è degli Stati Uniti che spingono sulle trivellazioni, ma anche dell’Opec che, al momento, ha deciso di non reagire e di non applicare quel taglio alla produzione che alcuni speravano.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il prezzo del petrolio è calato ai minimi da 5 anni: i future sul Light crude scendono di 2,09 dollari a 64,06 dollari, dopo aver toccato un minimo dal luglio 2009 di 63,72 dollari mentre quelli sul Brent cedono 2,20 dollari a 67,96 dollari, dopo aver sfiorato anch’essi un minimo da ottobre 2009 di 67,82 dollari.
A questo punto, a rigor di logica, anche il prezzo della benzina dovrebbe subire un ribasso e comportare un bel risparmio per i cittadini. Ma così non è e il prezzo medio si mantiene stabile a quota 1,7 euro al litro a fronte degli 1,2 euro di 5 anni fa, il 29% in più. Secondo i calcoli di Federconsumatori sarebbero 12 i centesimi di troppo sul prezzo attuale della benzina e addirittura 17 su quello del gasolio

Il perché è presto detto: Accise, Iva, andamento del cambio, costi di raffinazione e via dicendo. Ma andiamo con ordine.
In Italia è ormai chiaro come il sole che i prezzi al consumo siano totalmente slegati da quelli sulle materie prime. Parlando della benzina, negli ultimi 5 anni il costo industriale è aumentato di circa il 46%, da 0,47 a 0,68 euro al litro
Allo stesso tempo, l’IVA è salita, così come le accise che hanno fatto segnare un +29%.
Il risultato è quindi palese: a pesare sul prezzo della benzina non è il costo delle materie prime, bensì le tanto adorate tasse. Ma oltre il danno arriva anche la beffa, perché con ogni probabilità, nonostante il crollo del settore petrolifero e il conseguente ribasso dei prezzi, in Italia il costo della benzina continuerà a salire.Nel 2015 potrebbe infatti arrivare un’ulteriore aumento delle accise, pari a 8 centesimi al litro. Il motivo? Ovviamente lo Stato ha bisogno di soldi e i carburanti sono sempre il modo più semplice per ottenerli (almeno secondo i nostri amministratori).
Sulla questione è intervenuta anche Federconsumatori Nazionale che, attraverso un comunicato, afferma:
È indispensabile che il Governo intervenga prontamente per porre fine a questa situazione. Non è tollerabile questa lentezza nell’adeguamento dei prezzi, che avviene subito al rialzo e quasi mai al ribasso.
Su tali aumenti pesano anche le decisioni del Governo. È impressionante osservare, infatti, come sia aumentata l’accisa rispetto a 4 anni fa: passando da 0,56 cent al litro a 0,73 Euro al litro (per la benzina).
Per questo è fondamentale avviare misure tese al calmieramento dei prezzi, attraverso la completa liberalizzazione del canale di distribuzione e l’ampliamento della rete no-logo (presso la quale si risparmiano anche 8-9 centesimi al litro). È necessario inoltre evitare categoricamente qualsiasi nuovo aumento delle accise.
Fonte: forexinfo.it
Tratto da: morasta.it

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