martedì 25 novembre 2014

LA BUNDESBANK AFFONDA DRAGHI E LO SMENTISCE: ''C'E' UN DIVIETO CHIARO NEI TRATTATI, LA BCE NON PUO''' (DRAGHI SCHIANTATO)

LA BUNDESBANK AFFONDA DRAGHI E LO SMENTISCE: ''C'E' UN DIVIETO CHIARO NEI TRATTATI, LA BCE NON PUO''' (DRAGHI SCHIANTATO)


La Bundesbank torna a fare la Bundesbank: il presidente Jens Weidmann frena sugli acquisti di titoli di Stato, mettendo nuovamente i bastoni fra le ruote al presidente della Bce Mario Draghi. Il gioco, neanche tanto sottile, sulle aspettative dei mercati, ruota attorno al 'quantitative easing', l'acquisto massiccio di titoli, che la Bce potrebbe dover iniziare per riportare verso il 2% il tasso d'inflazione dell'Eurozona, pericolosamente vicino allo zero.

Draghi, nelle scorse settimane, aveva messo a tacere le differenze all'interno del consiglio Bce. Venerdi' ha promesso "tutto quello che dobbiamo fare" per stimolare l'inflazione, dopo aver esplicitamente citato fra le possibilita' l'acquisto dei titoli di Stato. La Bundesbank, tradizionalmente opposta, non aveva sollevato esplicite obiezioni.
Weidmann, oggi, e' tornato invece a frenare: "c'e' un divieto di finanziamento monetario nei trattati che pone seri ostacoli legali", ha detto a Madrid. Le borse europee, dopo il rally sulle parole di Draghi della scorsa settimana, stamani hanno proseguito con l'indice di fiducia delle imprese tedesche balzato a sorpresa a novembre, probabile segnale che l'economia tedesca chiudera' in crescita, sia pure debole, anche il quarto trimestre.
Weidmann, smorzando le aspettative sul 'QE', lascia Piazza Affari in lieve calo (-0,14%), mentre Francoforte e Parigi restano positive. Lo spread italiano chiude in calo sotto 140, con il tasso sul Btp decennale ai minimi storici al 2,18%. I mercati s'interrogano sulle prossime mosse della Bce. Draghi avra' occasione per tornare sull'argomento giovedi' 27, prima del silenzio che durera' fino al consiglio Bce del giovedi' successivo. Gia' allora, scrivono gli economisti di Credit Suisse, potrebbe preannunciare nuove misure in aggiunta agli attuali prestiti 'Tltro' e acquisti di prestiti cartolarizzati e obbligazioni garantite (finora 12,7 miliardi di euro).
Ma molti economisti - come Erik Nielsen di Unicredit - sono cauti e avvertono che la Bce si muovera' con gradualita': magari aggiungendo, via via, acquisti di bond emessi dalle aziende e poi dalle agenzie europee, e lasciando i titoli sovrani come ultima spiaggia, nel caso di deflazione imminente. Un segnale importante arrivera' dall'inflazione dell'Eurozona a novembre, venerdi', che secondo gli economisti rischia di riscendere allo 0,3% (0,4% a ottobre).
Lo stesso giorno e' la volta della fiducia economica nell'Eurozona, prevista in calo. La Bce tirera' le somme con le sue nuove previsioni trimestrali il 4 dicembre, decisive se mostrassero un netto peggioramento dell'inflazione a medio e lungo termine. Ma prima di arrivare a comprare titoli di Stato (che consentirebbero alla Bce di raggiungere molto piu' velocemente l'obiettivo di espandere il bilancio di circa 1.000 miliardi) c'e' una data chiave, di fatto evocata da Weidmann: il pronunciamento della Corte di giustizia europea, il 14 gennaio, sul ricorso tedesco contro gli acquisti di titoli di Stato, che potrebbe dare il via libera, o meno, al 'quantitative easing' sovrano all'europea. 
Fino ad allora, neanche un euro della Bce per comprare Btp (tanto per parlar chiaro).
Redazione Milano
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