martedì 4 novembre 2014

Gli Stati Uniti hanno sempre più necessità di fare guerre intorno al mondo

“Gli Stati Uniti hanno necessità di di fare guerra in tutto il mondo”: queste le parole dell’analista russo Nikolai Starikov che diventano specialmente attuali o si sviluppano in un ambiente di militarizzazione della politica degli USA senza precedenti. Secondo l’analista Nikolai Malishevsku in un articolo del giornale “Fond Strateguicheskoi Kulturi”, gli Stati Uniti traggono sempre profitto dalle guerre: l’instabilità internazionale beneficia il dollaro e la domanda dei bond del Governo in questi momenti aumenta bruscamente.

Qualche tempo dopo l’anno fiscale degli Stati Uniti, che è iniziato (il 1 ° ottobre), il Pentagono ha riferito, in cifre aggiornate al 27 ottobre, che il costo medio giornaliero della lotta contro i militanti dello Stato islamico (ISIS) è salito a 8,3 milioni dollari, per un totale di 580 milioni dollari tra agosto (quando il primo colpo è stato consegnato) e il 16 ottobre, il costo, come il ritmo della campagna aerea, si è intensificata di recente.
Il Dipartimento della Difesa sta utilizzando il finanziamento delle operazioni di emergenza all’estero (OCO) per ammorbidire il colpo dei  tetti di spesa per la difesa stabilito  nel 2015 e oltre. Il  bilancio per gli imprevisti del Dipartimento della Difesa per l’anno fiscale, è di 85 miliardi dollari.
Come è avvenuto fin dalla prima metà del XX secolo, il complesso militare-industriale degli Stati Uniti è il benefattore principale. Gli Stati Uniti sono diversi da altri paesi. Normalmente uno stato cerca di ridurre il deficit di bilancio. Gli Stati Uniti fanno il contrario. Con un enorme debito pubblico e deficit di bilancio in costante crescita,  l’Amministrazione Obama continua ad aumentare le spese militari per intervenire in altri paesi del mondo. Gli Stati Uniti spendono di  più che non i  bilanci di difesa più elevati dei 10 paesi  messi assieme. La spesa USA supera la spesa militare combinata di Cina, Russia, Regno Unito, Giappone, Francia, Arabia Saudita, India, Germania, Italia e Brasile.
“I poligoni delle guerre future- il Medio Oriente e l’Ucraina – già si stanno preparando”, segnala l’analista. Così il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha annunciato che lo Stato islamico e la Russia sono le principali minacce per l’Alleanza. Lo stesso ha affermato il ministro della Difesa statunitense Chuck Hagel: nella sua opinione, l’Esercito statunitense deve affrontare la Russia e i terroristi islamici e, per tanto, “il Pentagono ha necessità di più denaro”.
Secondo Malishevski, il maggiore beneficio delle guerre lo ottiene il complesso industriale- militare degli USA: nel finire una campagna militare, il paese cerca di alimentare un nuovo conflitto in una altra parte del mondo. In accordo con il “South China Morning Post”, la guerra aerea degli USA in Iraq ed in Siria “è stato un vero regalo del cielo” per i fabbricanti di armi statunitensi.
“Con il fine di mantenere questa tendenza, si demonizza lo Stato Islamico, alla pari con la Russia, classificata da Barack Obama come una delle principali minacce per l’umanità”, spiega il giornalista, che conclude il suo articolo con una citazione del libro dello scrittore e pubblicista russo Nikolai Starikov, “la salvezza del dollaro è la guerra”: “gli Stati Uniti hnno necessità della guerra, Guerra da tutte le parti. .Preferibilmente una guerra limitata e per mano altrui. Ed andranno presto ad iniziarla, sempre che possano farlo”.
Tratto da Strategic-culture

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