giovedì 16 ottobre 2014

Provocatorie dichiarazioni del segretario NATO, Jens Stoltenberg, che paragona la Russia di Putin all’ ISIS


Il nuovo segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, in una sua dichiarazione, ha paragonato le azioni dei terroristi del gruppo fondamentalista Stato Islamico (ISIS) e la politica della Russia.
Secondo  Stoltenberg, “il neorevisionismo sovietico di Putin e il terrorismo di ISIS hanno le proprie caratteristiche distintive. Ma condividono metodi simili, come l’intimidazione e la violenza, per raggiungere obiettivi simili”.

Una ennesima provocazione che parte proprio da uno dei massimi responsabili di quella organizzazione militare, la NATO, che è stata negli ultimi anni protagonista di interventi militari diretti a rovesciare governi legittimi (dall’Iraq alla Libia), seminando il caos, la stessa che ha fagocitato colpi di Stato (come in Ucraina) per destituire governi eletti e sostituirli con marionette al servizio degli USA (Poroshenko), fomentando guerra civile e massacri, fornendo appoggio a mercenari e terroristi fanatici per sovvertire un regime ritenuto ostile agli interessi occidentali (la Siria di Bashar al-Assad).
Sembra incredibile che proprio questi esponenti della NATO si dedicano a provocare ed insultare un grande paese come la Russia che ha avuto il solo torto di opporsi ad una politica aggressiva di ingerenza fatta dagli Stati Uniti e dal suo braccio armato, la NATO, che ha costellato di basi militari i paesi confinanti con la federazione russa, dal Baltico alla Georgia, con chiaro intento aggressivo.
Queste dichiarazioni fanno il paio con quelle rilasciate da Obama durante il suo intervento all’ONU durante il quale, nell’ elencare quali siano (secondo lui) i “grandi pericoli” per l’umanità, ha posto la Russia al secondo posto, subito dopo l’epidemia di Ebola. Vedi: Il discorso di Barack Obama all’ONU sulle minacce globali
A quest’ultima dichiarazione ha risposto proprio in data odierna il presidente russo, Dmitri Medvédev, dichiarando di non voler neppure commentare questa accusa di Obama in quanto denota una chiara “aberrazione celebrale” da parte del presidente degli USA. In pratica i russi ritengono che Obama abbia ormai “sbroccato”, come si direbbe a Roma, sia uscito fuori di testa per dirla in modo corretto.
C’è da chiedersi come sia possibile, da parte degli statunitensi, condurre un gioco sempre più scoperto di accuse e provocazioni, con dichiarazioni verbali bellicose rese dai vari responsabili della NATO e del Pentagono, oltre che con concentrazioni di truppe arrivate dagli USA nei paesi baltici ed in Polonia. Ci si domanda se queste “provocazioni” corrispondono ad una precisa regia di Washington o se sono il sintomo di un nervosismo degli strateghi USA che hanno subito le contromosse di Putin come un freno ai loro piani egemonici dall’Ucraina alla Siria.
In quest’ultimo paese, gli USA, secondo tutti gli analisti indipendenti, hanno creato il pretesto dell’ISIS per un intervento che ha come vero obiettivo il rovesciamento del regime di Assad piuttosto che non l’annientamento dell’ISIS, organizzazione questa che si è dimostrato come sia stata formata ed armata dall’intelligence statunitense, dall’Arabia Saudita e dal Qatar, con la complicità della stessa Turchia che adesso si astiene dall’intervenire nel teatro di battaglia. Vedi: Dietro l’alibi anti-terrorismo, la guerra del gas nel Levante
Resta il fatto che, in questo clima di confronto e di nuova guerra fredda, è aumentata in modo esponenziale la corsa agli armamenti per il complesso militare industriale USA e con ottimi affari per le industrie che ne fanno parte.
Fonti: Italian.ruvr.ru              worldmag.om

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