sabato 25 ottobre 2014

Le 28 pagine che cambieranno il Medio Oriente


Dr. Kevin Barrett *
Nel 2002, David Frum, un redattore filo sionista che si occupava dei discorsi del presidente degli Stati Uniti, George Bush, inventò  il termine “asse del male” per indicare l’Iraq, l’Iran e la Corea del Nord.
Tuttavia oggi, se dovessimo indicare due paesi del Medio Oriente ed un altro al di fuori di questa regione, come il vero” asse del male”,  questi sarebbero il regime di Israele, l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti, visto che  questi tre paesi hanno diffuso la violenza e la destabilizzazione in tutto il Medio Oriente ed anche al fuori di questo.

A differenza del trio di Frum, l’asse del male Sio-Saudi-Statunitense realmente si presenta come un asse maligno.
Il regime di Israele, Arabia Saudita e gli USA, hanno loro stessi creato il gruppo terrorista dell’ISIS (Daesh in arabo).  Il regime di Israele, con l’aiuto degli statunitensi e dei sauditi, sta commettendo un genocidio in Palestina. Il regime di Israele, Arabia Saudita e gli USA, stanno spingendo i conflitti settari e la violenza in tutto il mondo mussulmano. Oltre al fatto che questi paesi stanno collaborando per saccheggiare tutte le risorse della regione.
Cosa sarebbe necessario fare per fermare questo “asse del male”?
In primo luogo  servirebbe rendere pubbliche le rivelazioni contenute nell’informativa di 28 pagine di indagine congiunta del Congresso statunitense portata a termine nel 2002 sul doppio attentato del 11 Settembre del 2011.
Il Presidente George W. Bush aveva marchiato queste pagine come documento “altamente segreto”: I senatori ed i deputati che lo hanno visto, dicono che indica vari governi che furono implicati nei menzionati attacchi.
Il deputato Steven Lynch,  rappresentante dell’8° distretto del Congresso del Massachusetts, sostiene che queste pagine dimostrano che l’11 S. fu attuato in collaborazione con “altri governi “ ed “agenzie del governo”.
Un altro deputato, il rappresentante del 3° distretto del Congresso della Carolina del Nord, Walter Jones ha detto: “Se i terroristi che hanno commesso gli attentati dell’11 S. disponevano di aiuti esterni- in particolare di uno o più governi stranieri-la stampa ed il pubblico ha il diritto di sapere quello che il nostro governo ha fatto o non ha fatto per portare i responsabili davanti alla giustizia”.
Il rappresentante del 4° distretto congressuale del Kentucky, Thomas Massie, a sua volta dichiara: “ Sono stato in una sala segreta ed a prova di suono nel Congresso e ho letto queste 28 pagine. Leggerle è stata una esperienza molto inquietante per me. Ho dovuto fermarmi ogni 3 o 4 pagine e riordinare la mia percezione della Storia. Queste 28 pagine senza dubbio, cambiano la nostra visione del Medio Oriente….Dobbiamo declassificare queste 28 pagine, il popolo statunitense merita di sapere quello che è accaduto ed il percorso che fu attuato fino all’11 S. perché si possa evitare che si ripeta”.
Quali governi stranieri o agenzie statunitensi hanno perpetrato gli attacchi dell’11 Settembre?
Non esiste alcun segreto che il regime di Israele e la famiglia reale saudita siano stati quelli che sono usciti maggiormente beneficiati dall’11 S.
Alla fine dell’Agosto del 2001, giusto prima dell’attacco contro il World Trade Center ed il Pentagono, il principe ereditario saudita, Abdolà scrisse al presidente Bush dicendo che “arriva il momento in cui i popoli si separano ed è giunto il momento che gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita guardino i diversi interessi che hanno. Quei governi che non si accorgono del polso della propria gente e non rispondano di questo, andranno a subire lo stesso destino che ebbe lo Scià dell’Iran”.
Il principe ereditario Abdolà sapeva che “il polso della gente” in Medio Oriente era già stanco dell’appoggio che il paese nordamericano offriva al genocidio attuato da Israele (contro i palestinesi) ed all’alleanza dell’Arabia Saudita con gli USA e con il regime di Israele. La famiglia Al Saud, sapeva che era sul punto di seguire lo stesso percorso dello Scià dell’Iran….a meno che fosse accaduto un qualche cosa di trascendentale.
E questo avvenimento trascendentale fu l’11 Settembre  che ha garantito la permanenza al potere della famiglia degli Al Saud e il mantenimento  del paese nell’alleanza statunitense-sionista.
Immediatamente dopo dei fatti dell’11S., le forze asservite agli interessi USA in Arabia Saudita etichettarono come terroristi tutti quelli che stavano cercando  di cambiare la situazione (gli oppositori) e schiacciarono i loro tentativi per liberare l’Arabia Saudita dalla dominazione degli Stati Uniti.

L’allora comandante dell’intelligence saudita, Turki bin Faisal Al Saud (che si era dimesso nell’11 S.), il principe Fahd Bin Turki bin Saud al-Kabir ed il principe Sultan Bin Faisal bin Turki al-Saud, morirono in pochi giorni di distanza dopo le dichiarazioni pronunciate dal denominato “terrorista” catturato, una persona con vuoti di memoria chiamato Abu Zubaydah che li accusava di essere implicati negli attentati dell’11 S..
Dopo questi attentati, gli USA ricattarono la famiglia reale saudita dicendo che, dovuto al fatto che 15 dei presunti 19 sequestratori implicati negli attacchi dell’11 S. erano sauditi, gli statunitensi avrebbero potuto invadere il paese arabo o bombardarlo, a meno che  i sauditi accettassero  di rimanere sotto l’autorità di Washington e di seguire le sue direttive.
Di fatto, Bush probabilmente aveva emesso una minaccia di bombardare l’Arabia Saudita e retrocederlo “all’età della pietra”, allo stesso modo come minacciarono il Pakistan.  In conformità a quanto scrisse il giornale The Guardian: “Il governo Bush minacciò di bombardare implacabilmente il Pakistan e retrocederlo all’età della pietra se non avesse cooperato con gli USA nella guerra dell’Afghanistan dopo gli attacchi dell’11 Settembre del 2001”.
Tuttavia l’11 S. non ha salvato soltanto gli elementi marionette degli USA nella famiglia reale saudita, ma anche il regime di Israele. Non era strano che Netanyahu qualificasse l’11 S. come un avvenimento ” molto positivo” per Israele, e Ariel Sharon si vantasse che “noi israeliti  abbiamo il controllo degli Stati Uniti”, considerando che   fu allora quando il regime sionista, uscito dal partito Likud, schiacciò l’Intifada palestinese con una brutalità impressionante.
L’11 di settembre ha salvato  il regime di Israele  anche  dalla bancarotta: Nel libro “La dottrina dello shock”, Naomi Klein scrisse che il regime israeliano “si vide più danneggiato dalla crisi della bolla immobiliare che qualsiasi altro paese. Immediatamente dopo gli avvenimenti, il paese entrò in una rapida discesa economica, per il giugno del 2001, gli analisti predicevano che approssimativamente trecento  imprese israeliane di alta tecnologia, sarebbero andate in fallimento”.
Mostrando un apparente conoscenza previa di quello che sarebbe andato a accadere l’11 S., il regime israeliano aumentò  lo stesso anno di un 10,7  per cento il suo investimento  in settori  militari e (seguendo Klein) “questo animò le imprese di tecnologia per allontanarsi da quel settore  (immobiliare) per cambiare  investendo nella sicurezza e nella vigilanza… Un gran numero di nuove imprese in questo terreno, specializzate i tutto, si sono lanciate nel mercato della sicurezza (……..) . Questo mercato di tecnologia nella sicurezza ha avuto un boom per l’eccesso di domanda negli anni successivi all’11 S.. tanto che il regime israeliano ha disegnato un nuovo panorama economico”.
Mentre l’11 S. ha permesso di salvaguardare i benefici economici del regime israeliano e gli ha permesso  di schiacciare i palestinesi e di assassinare Arafat, ha contribuito anche al successo del piano Oded Ynon, una nuova versione dell’altro piano tracciato da Netanyahu nel 1996, chiamato “Clean Break”, perché l’Esercito degli Stati Uniti la facesse finita con i nemici del regime di Tel Aviv.
Da allora, l’Iraq, la Libia, la Siria, il Sudan e la Somalia sono stati attaccati o distrutti in forma massiccia. Il Libano fu associato alla Siria e consegnato all’intervento diretto del  regime di Israele (il paese ha recuperato la sua indipendenza soltanto grazie ad Hezbollah).
Soltanto un paese, nella lista nera dei sette paesi da distruggere in cinque anni dei neoconservatori, è apparso troppo forte per essere attaccato: l’Iran.
Oggi l’Iran ed i suoi alleati regionali hanno messo lo sguardo in un futuro Medio Oriente senza  gli Stati Uniti ed il regime di Israele. Essi sanno che se gli USA smetteranno  di sostenere i regimi di Tel Aviv e di Ryad,  questi due regimi brutali cadranno da soli nella spazzatura della Storia ed il Medio Oriente, finalmente recupererà la sua indipendenza.
Se verrà rivelato  il contenuto di queste 28 pagine dell’informativa dell’indagine congiunta fatta dal Congresso statunitense nel 2002 , sul’l 11 S.,  il popolo statunitense saprà che gli “alleati” degli USA nel Medio Oriente-in collaborazione con i traditori statunitensi- hanno perpetrato il doppio attentato dell’11 S. che uccise quasi 3.000 cittadini statunitensi in una sola mattinata. Se questo accadrà, il rapido deterioramento delle relazioni degli Stati Uniti con l’Arabia Saudita ed il regime di Israele sarà inevitabile.
Andrebbe a rinascere allora un nuovo Medio Oriente, indipendente, prospero e libero dal genocidio israeliano e dalla barbarie del regime saudita.
 Dr. Kevin Barrett, un esperto  Arabista-islamólogo, storico e docente universitario a San Francisco, a Parigi e nel Wisconsin, già membro del Congresso USA, ha scritto numerose pubblicazioni sul Medio Oriente, analista per conto di varie pubblicazioni negli USA (The New York Times, Christian Science Monitor, The Chicago Tribune, ecc..).
Tratto da Hispatv
Traduzione: Luciano Lago

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