venerdì 3 ottobre 2014

Bye Bye dollaro, Russia e Cina commerciano nelle valute nazionali


Di fronte alle sanzioni finanziarie ed economiche che l’Occidente sta varando, la Russia e la Cina snelliscono sensibilmente le modalità del loro commercio bilaterale.
La Banca Centrale della Russia e la Banca Popolare della Cina hanno convenuto sulla realizzazione di   swap in proprie valute nazionali, ossia sulle transazioni che prevedono l’acquisto e la vendita contemporanei della valuta in un paese in cambio della valuta dell’altro paese.

Il progetto di accordo sugli swap valutari è stato concordato, ma la Banca Centrale della Russia e la Banca Popolare della Cina non forniscono ancora commenti sull’eventuale volume del programma degli swap valutari. Per il momento non sono stati annunciati neanche i termini di lancio di questo programma.
Intanto è ovvio che le parti cercheranno di non impantanarsi per troppo tempo in procedure formali. I regolatori, infatti, hanno già inviato il relativo segnale: l’accordo aprirà alle compagnie russe l’accesso agli yuan e, altresì, l’accesso ai rubli per i loro partner cinesi. L’accordo raggiunto tra i regolatori dei due paesi è anche un nuovo segnale agli USA sul fatto che sullo sfondo delle sanzioni occidentali la Russia e la Cina costruiscono un modello di cooperazione chiamato ad emarginare il dollaro dalla circolazione, sostiene Serghej Khestanov, direttore amministrativo del gruppo Alor.
Il rafforzamento delle pressioni occidentali sulla Russia porta naturalmente all’estensione dei legami commerciali ed economici della Russia con altri paesi, in primo luogo con quegli asiatici. In maggio è stato stipulato il 30-ennale contratto per la fornitura del gas russo alla Cina. Dopo di ciò è diventato chiaro che il vettore degli interessi economici della Russia si stia spostando dall’Occidente verso l’Oriente.
Ciò, ovviamente, suscita il malcontento dei maggiori paesi occidentali. Le sanzioni adottate dall’Occidente contro la Russia in relazione alla presa di posizione di Mosca sull’Ucraina hanno portato all’aumento del peso, già senza questo grande, dello yuan tra le compagnie russe. In luglio il volume delle vendite yuan-rubli è salito del 52% rispetto a giugno. Il 31 luglio è stato raggiunto il migliore risultato in tutto il periodo di vendite di questa coppia valutaria sul mercato russo.
Stando ad Aleksandr Salićkij dell’Istituto dell’economia mondiale e delle relazioni internazionali presso l’Accademia delle scienze della Russia, questa tendenza andrà su di giri. Involontariamente dipenderemo sempre di più dalla Cina. Si tratta di una tendenza oggettiva di sviluppo dell’economia mondiale. La Cina è già una grandissima potenza commerciale. Andrà inevitabilmente aumentando l’incidenza delle merci che vi acquisteremo.
Di conseguenza, anche nel nostro export, grazie agli ultimi grandi contratti sul gas e sul petrolio, crescerà la quota dei prodotti forniti. In questo caso è importante prevedere che le nostre compagnie del settore del petrolio e del gas accettino sempre più yuan per i propri prodotti forniti verso la Cina. Una delle vie di aumento dell’interesse delle compagnie russe verso tali modalità di pagamento potrebbe consistere nella loro crescente presenza sul mercato interno cinese.
Ciò consentirebbe di aumentare sensibilmente il volume delle operazioni effettuate in yuan e in rubli ed eliminerebbe il dollaro dalla circolazione in questo segmento. Stando agli esperti, per gli USA gli avvenimenti in Ucraina sono soltanto un pretesto per applicare sanzioni contro la fornitura alla Russia delle attrezzature per l’estrazione degli idrocarburi. Gli USA mirano a ritagliare la mappa delle risorse energetiche del mondo dove la Russia svolge un ruolo dominante. A sua volta, la Russia vuole rispondere agli americani con la graduale rinuncia al dollaro nelle operazione di compravendita degli idrocarburi. Il passaggio ai pagamenti in valute nazionali con la Cina, India, Iran e Turchia, e in rubli con l’Unione Europea, priverebbe gli USA di uno uno strumento di influenza, qual è il dollaro, su questo mercato. Ciò creerebbe un nuovo spazio per svincolarsi dall’egemonia della valuta americana.

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