mercoledì 10 settembre 2014

Slot Machine programmate per creare dipendenza (con la benedizione dello Stato, che ci guadagna) !!

zzz
no dei massimi esperti mondiali sul gaming rivela come la velocità delle giocate sia un fattore scatenante della dipendenza. La legge italiana però oggi di fatto recepisce le indicazioni delle aziende produttrici. Tanto che in un’ora di gioco da noi si arriva a premere il tasto play anche 3mila volte contro le 600 di uno statunitense.

La slot machine nasce a fine 800 negli Usa. Il termine “slot” indica semplicemente la fessura dove viene inserita la moneta o il gettone, ma americani e inglesi presero ben presto a chiamare queste macchinette “one-armed-bandit”, ossia il bandito con una mano sola, per via della leva simile a una mano che un tempo ne azionava i dispositivi meccanici e per un’attitudine a “derubare” i giocatori che, evidentemente, non si è stemperata col tempo.
Originariamente basata su un complesso congegno meccanico, quella leva oggi non esiste più. Al suo posto c’è un tasto, che tutti possono premere con facilità e con movimenti rapidi, rapidissimi che tentano di anticipare quelli della macchina. Proprio questo rapporto perverso tra azione, reazione e retroazione genera molti dei problemi che tutti conosciamo. Anche perché l’azzardo tramite “apparecchi e congegni” costituisce oggi una percentuale vicina al 60% del business globale. In Italia, sono 411mila le slot machine sparse su tutto il territorio, in tabaccherie, bar, stazioni ferroviarie, persino qualche oratorio. L’Italia è il paese al mondo con il più alto rapporto tra macchinette e popolazione: 1 macchina ogni 145 abitanti.
Oggi, queste macchinette non hanno più nulla o quasi di meccanico. Leve e ingranaggi sono sostituite da circuiti elettronici. Una slot machine genera combinazioni casuali all’interno di un insieme predefinito di simboli (frutta, campanelle,…). Le combinazioni vincenti danno origine a vincite, la cui entità è inversamente proporzionale alla loro probabilità. Nell’azzardo tramite macchine un fattore determinante è dato proprio dalla programmazione di quei circuiti e dal software design. Il software design così inteso è un processo per mezzo del quale i progettisti predefinisco alcune modalità di utilizzo dei prodotti, modalità attraverso le quali i consumatori interagiranno con i prodotti stessi. La velocità o fattore-tempo è parte determinante di questo processo, ma è anche tra le cause principali della degenerazione del gioco. Inconciliabili, da questo punto di vista, appaiono le esigenze del business e quelle della “tutela” del giocatore. Ai fini della “produttività di gioco”, infatti, la durata ottimale di una partita a una slot-machine, ha dichiarato un rappresentate della Bally, una delle più importanti aziende produttrici al mondo, è di 3,5 secondi. Contrariamente all’ambito del lavoro, dove per produttività intendiamo i risultati raggiunti da ciascun lavoratore, che per quei risultati viene retribuito, la gaming productivity rimanda al ben diverso rapporto tra l’attività di gioco di un soggetto-giocatore (che paga per quella attività), in un dato intervallo di tempo.
I 3,5 secondi auspicati dal rappresentate della storica casa americana, in Italia sono comunque un dato di fatto o quasi. L’articolo 110 del Testo Unico delle Legge di Pubblica sicurezza, che dal 2003 autorizza l’installazione e l’uso nei locali pubblici di “apparecchi e congegni elettronici atti al gioco lecito”, prevede che la durata minima di una partita sia di 4 secondi a fronte di una giocata di 1 euro. È stato notato come l’asimmetria tra giocatore e industria del gioco è totale e radicale, soprattutto nel gambling machine, dove la velocità di una partita è tra i fattori scatenanti della dipendenza. Il giocatore, però, dipendente o meno che sia, non percepisce quella velocità come tale, ma come “abilità”, persino quando la presunta “abilità” lo porta a perdere. Per il giocatore è persino più importante tenere il “ritmo” della macchina, che vincere. Un giocatore di slot machine italiano, in un’ora di gioco, può arrivare a premere anche 3mila volte il pulsante “play”, laddove un giocatore statunitense si limita a premerlo al massimo 600 volte (non senza problemi, beninteso)…
http://curiosity2013.altervista.org/slot-machine-programmate-per-creare-dipendenza/

Nessun commento:

Posta un commento