lunedì 15 settembre 2014

I preparativi delle prossima guerra della NATO contro la Russia coinvolgeranno i paesi europei

di Luciano Lago

Malgrado in questi giorni sui media  occidentali si parli molto delle nuove sanzioni contro la Russia, delle conseguenze che queste avranno per le prevedibili contro sanzioni che adotterà Mosca  nei confronti dell’Europa,  in realtà il fattore più importante della tensione riaccesa nei rapporti tra USA , UE e Russia non è limitato all’aspetto economico ma investe il livello militare e geopolitico del confronto.

La vera questione preoccupante sono i preparativi di guerra che la NATO sta predisponendo unilateralmente  alle frontiere della Federazione Russa di cui molto poco trapela ed è questione occultata dai grandi media che tendono ad invertire le parti presentando Putin e la Russia come “aggressore” e la NATO come “difensore” dei paesi minacciati da una possibile aggressione russa. La macchina propagandistica dei media atlantisti ed americani ha lanciato alla grande una campagna di demonizzazione di Putin (il nuovo Hitler lo hanno definito) e della Russia per mascherare i propri preparativi bellici.
La NATO ha lanciato nella prima decade di Settembre una massiccia esercitazione  denominata “spearhead”  (punta di lancia) cui hanno preso parte 9 paesi dell’alleanza (fra cui l’Italia) e che è partita dalla base di Ramstein  in Germania ed ha attuato le sue esercitazioni  sui paesi baltici (Estonia, Lituania e Lettonia) e  sulla Polonia ,coinvolgendo una grande quantità di mezzi, di aerei  e di truppe anche aviotrasportate (un reparto dei paracadutisti della Folgore italiani) che hanno attuato le loro manovre arrivando a pochissima distanza dai confini della Federazione Russa  simulando  un intento di avvicinamento aggressivo che certo non è passato inosservato alle autorità militari e politiche di Mosca. Per sottolineare l’evidente azione di intimidazione nei confronti di Mosca, lo psicopatico segretario generale della NATO, Rasmussen, in preda ad una certa frenesia bellicista, ha anche dichiarato che la NATO ha predisposto una forza di intervento rapido di alcune migliaia di uomini e mezzi per difendere i paesi dell’Est Europa  che si sentono minacciati dalla Russia. Nello stesso tempo, durante il vertice della NATO nel Galles, Rasmussen, dopo aver ripetuto le sue litanie circa l’aggressione russa all’Ucraina, ha sottolineato la volontà della NATO di creare nuove basi di aviazione (e missilistiche) nei paesi baltici come in Lettonia, in pratica a circa 2 minuti di volo dalla Russia.  Vedi: Ucraina: NATO prona a schierare 4.000 soldati contro Putin
In contemporanea  a questo scenario, altre manovre di carattere navale, denominate “Sea Breeze”  si stanno svolgendo nel Mar Nero ed a queste partecipano sia le unità navali di paesi rivieraschi come Romania e Turchia, sia quelle di paesi che non hanno alcuna contiguità con quel mare come Germania, Canada ed Italia e persino quelle di paesi che non sono parte ufficialmente dell’Alleanza  Atlantica, come Ucraina e Georgia, ma che sono di fatto schierati con Washington.
Questo schieramento navale la dice lunga su quali fossero le intenzioni degli USA nel pilotare il golpe di Kiev: sottrarre la Crimea al controllo russo e spodestarne l’importante  base navale strategica che da sempre detiene la Russia su quel mare. Per  gli strateghi di Washington è andata male perché la contromossa di Putin, quella di proclamare il ritorno della Crimea alla Federazione Russa tramite un referendum democratico , ha sicuramente spiazzato la Casa Bianca che aveva sottovalutato molte questioni dell’Ucraina, come la strenua resistenza posta dagli autonomisti filo russi del Donbass  nel non rassegnarsi alla subordinazione verso il governo di Kiev, dichiaratamente filo americano e russofobo. La campagna di bombardamenti attuata da questo governo, appoggiato dalla NATO, contro le città dell’Ucraina orientale, che ha colpito le case, le scuole, gli ospedali e persino le chiese, che ha causato vittime civili a centinaia e distruzioni nella regione, ha peggiorato la situazione e si è allargato il fossato del risentimento contro i governanti di Kiev, pretoriani del potere statunitense nel paese.
Anche la vicenda del Jet malese abbattuto sul territorio ucraino si è ormai rivelata per quello che è: un’altra provocazione fatta dall’intelligence americana in combutta con il governo ucraino per gettare la colpa sui russi dell’abbattimento, prova ne sia il segretario di stato John Kerry il quale, un giorno dopo il sinistro, si è girato 5 reti televisive per incolpare i russi dell’evento prima ancora che fossero chiare le prove e la documentazione sulle modalità dell’abbattimento e sulle responsabilità, accertate poi da una inchiesta indipendente, come da addebitare all’aviazione ucraina nell’abbattimento.
Bisogna poi considerare che, l’esercito di Kiev, benchè non sia parte dell’Alleanza, di fatto è già integrato in essa e lo attestano i rifornimenti massicci di armi ed equipaggiamenti che la NATO ha inviato in questi giorni ed il fatto (sottaciuto dai media occidentali) che un generale USA ed altri ufficiali sono stati uccisi nell’Est  Ucraina mentre si trovavano, probabilmente nel ruolo di consiglieri militari, con i reparti dell’Esercito ucraino che sono stati sbaragliati dalla contro offensiva delle forze di autodifesa delle Repubbliche autonome (autoproclamate) del Donbass.  L’integrazione di fatto lo attestano le manovre a cui hanno preso parte i reparti di Kiev in veste di paese associato alla NATO in varie circostanze fin da qualche anno prima dello scoppio della crisi ucraina.
Altre manovre degli USA e della NATO sono in corso in Georgia, altro paese associato di fatto alla NATO, dove si stanno predisponendo preparativi militari per installare basi missilistiche e radar in modo da avere il controllo del fianco meridionale della Russia.
I responsabili russi sono tutto meno che stupidi ed hanno a loro volta iniziato ed accelerato i preparativi per la suprema difesa del la Russia e del suo territorio. Putin ha decretato la creazione di una commissione militare industriale per programmare l’adeguamento del sistema di difesa russo alla nuova minaccia strategica e rilanciare la propria dotazione di armi nucleari e convenzionali.
La strategia degli USA era da tempo quella , da un lato, di accerchiare la Russia dall’esterno installandosi con la NATO  nei paesi dell’Est ex sovietici, dall’altro lato di procedere con l’azione di sobillazione condotta dall’intelligence USA e dei suoi alleati che mirava ad infiltrare all’interno della Russia, attraverso  oltre un centinaio di unità operative con compiti di sobillazione e manipolazione politica sotto la copertura di ONG con apparenti finalità assistenziali ed umanitarie. Queste avevano il delicato compito di creare sommovimenti di opposizione contro Putin ed il suo governo, diffamare, presentare come autoritario il regime, fornire false prove di soppressione di oppositori fatte da Putin, giocare sulle presunte violazioni dei diritti umani, dei gay, ecc… Il gioco è stato in buona parte scoperto dall’azione di Putin il quale ha decretato la chiusura di molte di queste ONG perché non erano chiare le fonti di finanziamento. La strategia si è rivelata fallimentare visto che il consenso verso Putin non solo è aumentato nell’opinione pubblica russa ma anzi non è mai stato così alto.
Nonostante questo, le provocazioni contro la Russia  sono continuate e non si contano, sono state anche proferite precise minacce anche da fonti insospettabili  vicine al governo USA ,personalmente contro Putin ed enunciati piani di strategia per l’attacco nucleare al “primo colpo” da parte di ambienti militari nord americani.
La crisi Ucraina è stata di fatto la carta che gli USA hanno giocato per dare un colpo irrimediabile alla posizione strategica  della Russia in Europa ed è servita per accelerare  il processo di accerchiamento da parte degli USA e della NATO ma ha anche suscitato le reazioni (inaspettate) della Russia e di Putin che ha abilmente giocato le sue carte per non cedere l’importante paese cerniera (inclusa la Crimea)  al controllo occidentale e si sono viste le abili contromosse di Putin  contro questa strategia che vedono sia un confronto militare geostrategico, sia un confronto economico e finanziario dove la Russia ha una maggiore vulnerabilità.
Nelle ultime settimane sembra che la strategia USA NATO  si sia allargata al Medio Oriente, dove la Russia ha mantenuto saldamente la posizione di appoggio e sostegno militare al governo siriano di al-Assad, suo fedele alleato, dove la  stessa Russia dispone di una importante e strategica  base navale a Tartous, l’unica sul Mediterraneo, a cui la Mosca  non vuole certo rinunciare.  Allo stesso modo che in Ucraina  sembra  evidente che Putin sia determinato a sostenere il suo alleato contro le palesi minacce annunciate da Obama di procedere ad un bombardamento sulla Siria, con il pretesto di colpire le posizioni dell’ISIL, ma con la sicura intenzione di  approfittare  della situazione per colpire anche le basi dell’Esercito siriano in modo da indebolire e rovesciare il regime di Assad.
A questo scopo la Casa Bianca ha anche annunciato un accordo con l’Arabia Saudita per procedere all’addestramento sul suo territorio dei “gruppi moderati” di ribelli siriani. Quello che già facevano occultamente in Giordania.
In pratica una aperta dichiarazione di guerra contro la Siria e le potenze che la appoggiano: la Russia e l’Iran. Come tale è stata presa dalla Russia e la ferma risposta del ministro russo Lavrov, “la Russia non resterà con le braccia conserte in caso di attacco USA alla Siria”. Vedi: La Russia riafferma il suo appoggio alla sovranità della Siria
Questa dichiarazione lascia presagire che la Russia renderà il percorso molto difficile visto che dispone di sistemi di difesa aerea molto avanzati già installati in Siria, dispone di unità navali di alto livello al largo della costa siriana, e dell’efficienza del suo sistema missilistico e di avvistamento  ne ha dato buona prova in vari episodi (abbattimento di un missile lanciato contro le difese siriane nel 2013 e abbattimento di un F16 israeliano nel corso di una incursione sulla Siria dell’aviazione di Tel Aviv). Episodi poco noti ma a conoscenza dell’intelligence USA e di Israele che per tale motivo hanno rinviato l’attacco aereo che doveva essere effettuato nell’agosto del 2013, dietro il pretesto dell’utilizzo del gas contro i miliziani ribelli da parte del regime di Assad, altra enorme bufala propagandistica  sollevata da Washington e poi smascherata da inchieste indipendenti così come quella delle “armi di distruzione di massa” di Saddam in Iraq.
A questo proposito tutto lascia pensare che, anche il nuovo esercito terrorista dell’ISIL in Iraq, sia stato una creazione dei servizi di USA ed Israele (ci sono prove evidenti in tal senso), da quando questo combatteva in Siria, e che questo “pericolo terrorista” sia il nuovo abile pretesto per  rinsaldare tutti gli stati occidentali in una ferrea alleanza contro il nemico comune (“i barbari terroristi islamici”), favorire  una azione massiccia di ritorno militare degli USA in Iraq e per portare un attacco diretto alla Siria di Assad, con il piano di arrivare ad uno smembramento degli stati arabi chiave della regione, un accerchiamento dell’Iran e una attacco alle posizioni di influenza russe nella regione.
Lo scenario è ormai quello di una guerra già iniziata con vari focolai a livello regionale dai quali può derivare un evento non facilmente controllabile. Questo potrebbe arrivare dall’Ucraina, ove il governo di Kiev ha ricevuto gli aiuti NATO e potrebbe tentare di dare il colpo definitivo sulle regioni separatiste e forse potrebbe azzardare un incursione sulla Crimea da cui deriverebbe una immediata ritorsione russa in grande stile (come preannunciato). Altrimenti l’evento scatenante potrebbe  verificarsi in Siria con un aperto scontro tra aviazione USA e l’aviazione Russa a difesa delle posizioni siriane. Di sicuro ci sono forze che lavorano per l’allargamento dei conflitti ed il coinvolgimento di più attori possibili, sono le forze che lavorano per il “tanto peggio, tanto meglio” e dobbiamo constatare che queste forze si trovano tutte dalla parte dell’Alleanza occidentale. Sicuramente non sono i popoli, quelli europei in particolare, a desiderare una guerra, ma questa si sta preparando alle loro spalle, da parte delle elite di potere per finalità di egemonia e di controllo, con la grande complicità dei media che, nella loro opera di manipolazione, occultano totalmente la gravità della situazione.
Come si vede, al contrario che nei tempi della guerra fredda,  da quanto sinteticamente esposto, non c’è una situazione di equilibrio , non esistono più due blocchi contrapposti,  la situazione prebellica  è stata piuttosto determinata da una  strategia elaborata dal blocco dominante (quello USA/ NATO) in termini globali ed in fase già avanzata, dove l’obiettivo finale è il dominio geopolitico, l’egemonia della superpotenza americana ed anglosassone,  il controllo delle risorse, nonché il dominio finanziario a livello globale.
Una cosa è certa: come chiaramente affermato da molti scienziati ed esperti scientifici, da un conflitto nucleare allargato non c’è salvezza per nessuno e coloro che oggi  lavorano per questo sono i maggiori criminali che l’umanità abbia mai prodotto.
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