lunedì 8 settembre 2014

GLI INDIPENDENTISTI IN VANTAGGIO IN SCOZIA (VOTO 18 SETTEMBRE). SE VINCONO LA UE SI SFALDA (CATALUNIA E VENETO PRONTI)

GLI INDIPENDENTISTI IN VANTAGGIO IN SCOZIA (VOTO 18 SETTEMBRE). SE VINCONO LA UE SI SFALDA (CATALUNIA E VENETO PRONTI)


LONDRA - Un sondaggio pubblicato dal 'Sunday Times' assegna per la prima volta la vittoria del "si'" rispetto al "no" nel referendum sull'indipendenza in Scozia che si terra' il prossimo 18 settembre.
Secondo il sondaggio sulle intenzione di voto, realizzato da YouGov, i favorevoli all'indipendenza dal Regno Unito sarebbero il 51%, rispetto al 49% di quanti sono contrari alla secessione. Il dato non tiene conto di chi non vuole andare a votare e degli indecisi.
Ma se si calcolano anche loro, il "si" vincerebbe con il 47% e il "no" si fermerebbe al 45. Da notare che in dirittura d'arrivo della campagna, si e' registrato un aumento graduale dei favorevoli all'indipendenza, mentre al contrario il fronte Meglio Uniti ha perso colpi mostrando qualche scissione al suo interno. La poca distanza tra i due fronti riflette l'acceso dibattito attorno alla consultazione, nella quale tra l''altro per la prima volta potranno votare i 16enni. Il 'numero 2' del Partito Nazionalista Scozzese, che ha promosso il referendum, Nicola Surgeon, ha definito il risultato "eccezionalmente positivo", ma ha sottolineato che la campagna per il "si' deve ancora fare molto per vincere. 
Il governo britannico corre ai ripari dopo questo sondaggio che darebbe la Scozia pronta a votare la sua indipendenza: il ministro dell'Economia, George Osborne, ha infatti annunciato per i prossimi giorni una piano per dare piu' autonomia alla Scozia e che entrera' in vigore se scegliesse di rimanere all'interno del Regno Unito. La Scozia, ha spiegato Osborne, avra' "molta piu'" autonomia in materia fiscale, di spesa e prestazioni sociali. In un'intervista alla Bbc, il cancelliere dello Scacchiere ha spiegato che i principali partiti del Paese -Tory, laburisti e liberaldemocratici- hanno acconsenti a un trasferimento di poteri. "Nei prossimi giorni", ha spiegato, "vedra' la luce un piano d'azione per dare piu' competenze alla Scozia: piu' poteri su imposte, su spesa e sul welfare. E questo si potrebbe mettere in moto nel momento che ci fosse un voto negativo al referendum. Se la Scozia sceglie la via di una maggiore autonomia", ha proseguito, "avra' il meglio di entrambi i mondi", continuando infatti a beneficiare anche di far parte del Regno Unito.
Resta il fatto che se la Scozia davvero proclamasse l'indipendenza per via referendaria, risulterebbe difficilissimo per gli oligarchi della UE impedire sia il riconoscimento a livello internazionale del nuovo Stato - che per primo sarebbe accettato proprio dalla Gran Gretagna che ha permesso il referendum indipendentista - sia la realizzazione di altri referendum simili in Spagna e Italia, dove tanto la Catalunia quanto il Veneto (e anche la Lombardia) potrebbero appellarsi all'evento scozzese per pretendere che vengano attuate votazioni di eguale contenuto., sulla base del principio di autodeterminazione dei popoli messo davvero in pratica in Europa.
Redazione Milano.
www.ilnord.it

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