mercoledì 23 luglio 2014

L'ANALISI DI LUCA CAMPOLONGO / SIGNORE E SIGNORI SI SCENDE (ALL'INFERNO): LA LOCOMOTIVA TEDESCA S'E' FERMATA...

L'ANALISI DI LUCA CAMPOLONGO / SIGNORE E SIGNORI SI SCENDE (ALL'INFERNO): LA LOCOMOTIVA TEDESCA S'E' FERMATA...
Signori si scende: la locomotiva tedesca si è fermata e, probabilmente, impiegherà parecchio tempo a ripartire a meno di clamorose svolte a livello di politiche economiche della Ue.
Questa notizia segnala semplicemente che le metastasi del cancro euro, partite dalla Grecia, hanno ormai raggiunto il cuore di chi quel cancro lo ha voluto ed iniettato nel corpo dell’Europa: Francia e Germania sono stati i motori dell’unione monetaria, con la seconda che ha dettato le regole per tutti, a partire dallo statuto della BCE, unica banca centrale al mondo che non può prestare denaro agli stati, ma solo alle banche private!

D’altra parte, che la stagnazione, con probabile recessione, giungesse anche nel cuore del nuovo Reich, era chiaro a tutti: una nazione che basa la sua crescita esclusivamente sulle esportazioni, sebbene in ritardo, subirà le stesse conseguenze degli stati cui ha imposto austerità e povertà, bloccandone i consumi e quindi le importazioni dei suoi prodotti.
Avete presente il marito che, scoperta la moglie fedifraga, si taglia gli attributi per farle dispetto? La Germania ha fatto esattamente la stessa cosa: imponendo povertà e miseria alle altre nazioni in nome dell’euro e del suo salvataggio, ha sì eliminato la concorrenza alle sue aziende, ma ne ha anche desertificato i mercati di sbocco.
Certo, i tedeschi puntavano sui mercati emergenti, ma anche quelli hanno tirato il freno a mano e, cosa non trascurabile, la Cina non è più vista come un mercato attraente dove andare a produrre a basso costo: Microsoft, ad esempio, ha annunciato che i nuovi smartphone Nokia saranno prodotti ad Hanoi e non in Cina, poiché il costo della mano d’opera nel paese del Dragone ormai è troppo alto!
Quindi, dovremo aspettarci un calo della domanda di beni di lusso (guarda caso quelli prodotti dalle aziende tedesche) anche in Cina, contrariamente a quanto sperato e pianificato dalle parti di Berlino.
L’euro e la Ue, usati come moderne bombe V1 e V2 per conquistare l’Europa e piegare politici ed economie agli interessi di Berlino, si sono ritorti contro i loro artefici. In primis quel Wolfgang Shauble che aveva sperimentato con l’annessione della Germania dell’Est il modus operandi con cui distruggere l’intero tessuto economico europeo: un tasso di cambio (in quel momento tra marco dell’ovest e quello dell’est) assolutamente insostenibile per le economie più deboli.
In un secolo esatto, i tedeschi sono riusciti a smuovere tre guerre ed a perderle tutte e tre. L’ultima, quella che si sta combattendo con le armi dell’economia, probabilmente riuscirà a fare più vittime di quelle precedenti,  perché ha minato il futuro di intere generazioni di lavoratori e studenti, in quasi tutti i paesi della ue, quella ue sempre più simile al reich millenario di hitleriana memoria, con gli oligarchi della commissione asserragliati nei loro palazzi di Bruxelles e Strasburgo,  pronti a ricevere ordini dalla cancelliera di Berlino e ad imporre tagli a sanità, servizi sociali, scuole a chiunque non rispetti i parametri del “sacro euro”.
L’assolutismo del pensiero tedesco, transitato dalla supremazia della razza a quella della moneta: triste parabola per un popolo e la sua classe dirigente che non ha mai saputo far tesoro dai propri errori e che, anzi, con protervia ed arroganza, li ha sempre ripetuti.
E’ triste vedere come un progetto che poteva realmente dare un volto nuovo all’Europa, una confederazione di stati sovrani legati da accordi strategici, si sia trasformato in una fallimentare gabbia in mano ad una banda di tecnocrati incapaci  di qualsivoglia scelta di buon senso.
Il 2014 non sarà ricordato solo per il centenario dello scoppio della prima guerra mondiale, ma anche per il fallimento della Ue.
Perché è del tutto evidente che con la Germania in stagnazione, tutti i nodi verranno rapidamente al pettine,  magari per mano di quella speculazione finanziaria tanto cara alle banche tedesche, ed allora saranno dolori per tutti, compresi quelli che stanno dalle parti di Berlino.
Luca Campolongo
consulenza@sosimprese.info
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