lunedì 14 luglio 2014

ITALIA: LA SALUTE IN UN MICROCHIP CONTROLLATO DA EUROGENDFOR


di Gianni Lannes


Il paradigma politico dell’Occidente non è più la società, ma il campo di concentramento; non Atene ma Auschwitz. Accade in Italia e nessuno si ribella. Iata-Aba e barcode 39 sono standard di schedatura mondiale. Il codice a barre è un  mero paravento commerciale. Infatti, nel decreto interministeriale 11 marzo 2004, tra l'altro è scritto: «Il codice fiscale in modalità “BAR CODE” è riportato sul retro della tessera secondo lo standard di codifica 39 che risponde alle norme MIL-STD-1189 e ANSI MH10.8M1983». In altri termini: il controllo totale sugli esseri umani spetta al Pentagono. Nell'Europa dove spadroneggiano le multinazionali che ormai hanno annichilito gli Stati-nazione, in palese violazione del diritto nazionale e internazionale, siamo sotto le grinfie dirette di Eurogendfor (che ha potere di vita e di morte sui popoli del vecchio continente), a sua volta telecomandata dalla Nato. Ma con quale diritto? I grandi segreti, comunque, albergano sotto gli occhi di chiunque.




Sovranità italiana definitivamente azzerata e privacy inesistente. Tutta la propria storia sanitaria in una card codificata dal ministero della Difesa degli Stati Uniti d’America. Un cartoncino plastificato di sette centimetri per quattro. Un microchip che consente l'accesso ai dati della nostra anagrafe sanitaria e a tutte le informazioni su ricoveri, esami, vaccinazioni, farmaci assunti, patologie, allergie, esenzioni. 



Un esempio apparentemente illuminato nella regione di Renzi: sono oltre un milione, pari al 37 per cento  della popolazione regionale, i toscani che ad oggi hanno attivato la Carta sanitaria elettronica, arrivata nel 2010 a casa di tutti i residenti della regione. La media più alta di attivazioni si registra alla Asl di Grosseto, dove il 47% dei cittadini, quasi uno su due, si è recato allo sportello per attivare il suo fascicolo sanitario elettronico. Seguono le Asl di Prato (45%) e Livorno (44%). Firenze, col 37% delle tessere attivate, si allinea alla media regionale. I meno interessati alla tessera sanitaria elettronica sembrano essere i cittadini afferenti alle Asl di Pistoia (29% di attivazioni) e Massa Carrara (26%).

La tessera sanitaria elettronica è una smart card che ha al proprio interno un microchip il quale, grazie a un apposito lettore, consente l'accesso a tutti i dati inseriti nel fascicolo sanitario elettronico. L'attivazione della carta non è obbligatoria. Una volta attivata, però, svolge più funzioni contemporaneamente: chiave privata di accesso al fascicolo sanitario elettronico, tessera sanitaria nazionale, tessera europea di assicurazione malattia (Team) e tesserino del codice fiscale. Deve essere esibita per tutte le operazioni richieste al Servizio sanitario regionale - in farmacia, dal medico curante, agli sportelli Asl - o nel caso ci si debba recare all'estero.

La tessera sanitaria contiene dati sensibili in un ambito così delicato come quello della salute, che riguarda la sofferenza personale fisica e psicologica. Informazioni strettamente personali che dovrebbero essere trattate in modo tale che soltanto il paziente ed i medici da lui autorizzati possano accedervi, a garanzia della riservatezza. Invece, sono controllate da tre ministeri: Salute, Interno, Economia e Finanze. Ma non è tutto: queste informazioni rilevanti sulla popolazione italiana sono a completa disposizione di Eurogendfor (la gendarmeria militare europea). Una cessione di sovranità nazionale e di dati individuali firmati dai politicanti tricolore con il trattato di Velsen e di Lisbona, senza informare il “popolo sovrano” sulla carta ormai straccia.
L’introduzione della tessera sanitaria è stato un mero pretesto. In Parlamento giace dal 12 dicembre 2004 senza risposta governativa, proprio l’interrogazione a risposta scritta numero 4/07806.













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