mercoledì 16 luglio 2014

Italia 2014 un paese alla deriva

Italia 2014 un paese alla deriva









di Luciano Lago
Mentre la casta politica si attarda nei palazzi istituzionali a discutere dei massimi sistemi e della possibile riforma del Senato, di nuove leggi elettorali e di soglie di sbarramento, l’Istat ci segnala i dati impietosi dell’affossamento del paese e dell’arretramento sociale di larga parte della popolazione italiana.
La schiera dei nuovi poveri, incrementatasi a seguito dell’esercito di disoccupati e di cessazione di attività di migliaia di piccole imprese artigianali e commerciali, non ha fatto che aumentare a dismisura fino a toccare il record dei 10 milioni circa. 

Una massa di gente, soprattutto famiglie con minori ed anziani, che si trova al di sotto del livello di sussistenza, che non riesce più a fare la spesa ed a pagare l’affitto o le bollette di energia elettrica, gas e spazzatura che sono fra le più care in Europa grazie alla privatizzazione dei servizi fortemente voluta dai responsabili politici nazionali.
Tuttavia nulla turba il “fiorentino” dalla fluente chiacchiera, salito al governo grazie ai suoi sponsor della grande finanza, supportato da grandi campagne di marketing, il quale continua a pontificare dalle TV giornalmente per convincere della bontà del suo “programma” anche se in pochi fino ad oggi avevano chiaro in cosa potesse consistere questo programma.
Renzi ci aveva parlato di “fare una riforma al mese”, certo questo non avrebbe risolto da subito i problemi del paese ma almeno, si pensava, il mettere mano nel ridurre il peso delle burocrazie parassitarie, accelerare l’iter delle cause civili, avrebbero potuto offrire un miglioramento nel sistema nazionale, scivolato ormai a livello dei paesi africani.
Arrivati a metà Luglio il Paese sta ancora aspettando queste riforme promesse con le roboanti chiacchiere del fiorentino a cui una buona parte di italiani, per entusiasmo o per stanchezza, con le ultime elezioni europee, avevano dato fiducia.
Ci aveva parlato di “flessibilità” nei conti per consentire nuovi investimenti di risorse pubbliche in infrastrutture per mettere in moto l’economia, ottenendo una qualche deroga ai rigidi parametri del “Fiscal Compact”. Dopo le elezioni è arrivata la doccia gelata dei plenipotenziari della Commissione Europea e del ministro delle finanze tedesco (1).
In attesa delle riforme, niente paura, se come burocrazia e come sistema giudiziario siamo al livello dei paesi africani, è sembrato giusto al governo importare direttamente un pezzo d’Africa in Italia. Così è continuato massicciamente l’afflusso dei migranti in massima parte africani verso le nostre coste, facilitato dalla Marina Militare che, già con il governo precedente, aveva inaugurato il “servizio di traghettamento” denominato “mare nostrum”.
Da quel momento una gran massa di migranti si sono precipitati verso l’approdo in Italia e il nostro paese è divenuto “terra promessa” per i migranti e “terra ingrata” per i cittadini italiani, angariati da una tassazione al limite dell’insostenibilità.
Grande il “gaudio” dei cittadini italiani per questa nuova massa di arrivati, spesso alloggiati con tutti i confort in alberghi e residence turistici. Scene quasi di giubilo si sono avute in varie parti del paese ed in questi giorni a Castel Volturno, in provincia di Caserta, sono iniziati i primi significativi scontri etnici dell’anno con case ed auto degli italiani incendiate.( 2)  Un assaggio di quello che potrà accadere prossimamente su larga scala.
Ma bisogna proseguire imperturbabili verso la società multiculturale perché questo ci hanno detto che va di moda e poi comunque, ce lo chiede l’Europa di accogliere tutti, ce lo chiede anche il Papa Francesco, ce lo chiede anche la Boldrini che vorrebbe uniformare i costumi degli italiani a quelli dei migranti, che siano africani o mussulmani, rom o cinesi. L’omologare ed uniformare questo il nuovo credo delle autorità in ossequio alla globalizzazione: uniformare i costumi, le culture, uniformare i diritti, i salari, il modo di pensare, questo lo sforzo richiesto ai cittadini. Devono sparire le identità e le culture locali per lasciare il posto alle culture di massa omologate secondo il modello americanoide.
Nel frattempo la povertà in Italia cresce, le risorse per assistere tutti questi nuovi arrivati non ci sono e lo Stato cerca di reperirle come può, con salassi ulteriori sulle case di abitazione, sui bolli auto, sulle accise, sui passaporti, sui conti correnti, ecc.. Qualcuno alla fine dovrà pagare.
Nessuno dei rappresentanti politici si preoccupa concretamente di questa situazione, anche perché il potere decisionale da tempo è a Bruxelles e Francoforte, normale quindi che si assista ad una fuga continua delle imprese dall’Italia, imprenditori che si suicidano, altri che spaccano i tetti dei capannoni vuoti per renderli inagibili e non dover pagare anche l’IMU, questo in contemporanea con le multinazionali che arrivano a fare shopping delle grandi imprese italiane ancora appetibili.
Clamorosi gli ultimi casi: Alitalia che finisce in mano agli arabi, Indesit che viene rilevata per poche centinaia di milioni dagli americani della Whirpool, intermediario l’onnipotente Goldman Sacks.  Questo è il bello della globalizzazione, del sistema dell’euro e del potere decisionale nelle mani della grande finanza sovranazionale, dove si salvaguardano i grandi interessi delle banche, dei gruppi esteri che arrivano come avvoltoi sul mercato italiano per fare buoni affari. Si aspettano quindi le nuove privatizzazioni promesse da Renzi e Padoan per fare cassa e dare altre occasioni di affari d’oro ai gruppi bancari e corporations esteri.
In questo desolante quadro, i massimi rappresentanti politici italiani, parolai ed inconcludenti, sembra che parlino per se stessi e si accapigliano sulle “soglie di sbarramento” mentre ignorano che l’unica reale soglia di sbarramento, solida come un alto muro di cemento, è quella che trovano i giovani per entrare nel mercato del lavoro ed i meno giovani, anche gli altri,quelli già espulsi che vorrebbero rientrare in questo mercato del lavoro ormai privo di opportunità.
Le situazioni di difficoltà in cui si trovano gli italiani non vengono però pubblicizzate di media che dedicano invece molte ore di programmazione ad altri avvenimenti, dai mondiali di calcio ai casi clamorosi di cronaca nera, al gossip, forse per non turbare l’opinione pubblica secondo una attenta strategia di “distrazione”.
In questo contesto di crisi economica si sono ridotti drammaticamente i consumi e le famiglie tirano la cinghia lasciando semivuoti i negozi, quasi deserte le località di villeggiatura (tranne le due settimane di Agosto), le seconde case al mare ed ai monti desolatamente vuote e deprezzate dal loro valore reale con i cartelli di vendesi ed affittasi in bella mostra.
“La stagione è inclemente” ci raccontano dai Telegiornali e fanno credere che questo sia il motivo reale del calo del turismo interno, un temporaneo calo di presenze dovuto al maltempo.
Questa la cartolina dell’Italia del 201, un paese in pauroso declino ove la classe politica sembra ballare sul Titanic.
http://www.controinformazione.info/italia-2014-un-paese-alla-deriva/

Nessun commento:

Posta un commento