venerdì 25 luglio 2014

CONTINUA L'INABISSAMENTO DELLA FRANCIA: CROLLO DEL SETTORE MANIFATTURIERO A LUGLIO, ORA AL PUNTO PIU' BASSO DAL 2012.

CONTINUA L'INABISSAMENTO DELLA FRANCIA: CROLLO DEL SETTORE MANIFATTURIERO A LUGLIO, ORA AL PUNTO PIU' BASSO DAL 2012.
PARIGI - L'attivita' del settore privato si e' nuovamente contratta in Francia nel mese di luglio, ad un ritmo piu' blando - seppure sempre alto - rispetto al disastroso mese di giugno: lo rendono noto le prime stime "flash", pubblicate oggi, degli indici Markit dei direttori degli acquisti delle aziende.
Lo stop e' accentuato nel settore manifatturiero, la cui produzione e' crollata al punto piu' basso da 15 mesi: l'indice del settore e' sceso a 47,6 contro 48,2 in giugno; una contrazione piu' sensibile di quanto si attendessero gli economisti consultati da Reuters (48,1; quota 50 separa la crescita dalla diminuzione delle attivita').

I manager delle imprese manifatturiere consultati da Markit affermano che i nuovi ordini sono ancora calati, benche' ad un ritmo piu' lento che a giugno: allo stesso tempo i prezzi di vendita dei prodotti finiti sono arretrati per il 27esimo mese consecutivo; mentre i prezzi di acquisto di materie prime e semilavorati hanno proseguito la corsa verso l'alto ad un ritmo sostenuto.
"Nonostante la riduzione dei prezzi di vendita delle imprese" afferma l'economista di Markit Jack Kennedy, "la contrazione degli affari continua in un contesto di domanda debole che esacerba la pressione concorrenziale: i dati sono conformi ad una stagnazione trimestrale del Pil" della Francia.
Da parte sua l'Istituto nazionale francese per le previsioni economiche (Insee) dopo la stagnazione del primo trimestre 2014 prevede un leggero rialzo dello 0,3 per cento per il trimestre aprile-giugno; mentre la Banca di Francia e' piu' cauta e anticipa una crescita limitata allo 0,2. Ma la sostanza non cambia: la Francia è dentro il tunnel della stagnazione per colpa dell'euro a valori di cambio definiti "folli" dal governo e delle politiche economiche della UE, giudicate altrettanto "sbagliate" sia dal governo che dalle opposizioni.
Senza un radicale cambiamento d'indirizzo della BCE e della UE, il 2014 sarà archiviato come uno dei peggiori anni della storia economica di Francia e nulla lascia sperare che il 2015 sarà migliore. 
Redazione Milano

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