venerdì 27 giugno 2014

PIEMONTE: INQUINAMENTO NUCLEARE E SILENZIO DI STATO


di Gianni Lannes
Nel sito nucleare di Saluggia, in provincia di Vercelli, sono ospitati oltre i quattro quinti di tutte le scorie nucleari ad elevata radioattività presenti in Italia, e nella popolazione cresce l'allarme per la mancanza di informazioni tempestive, affidabili, verificabili sui rischi connessi alla gestione nucleare.

In particolare, nel sito sono presenti due vasche a cielo aperto, parzialmente interrate: le Waste
Ponds WP719 e WP 718, costruite contestualmente all'impianto, negli anni Sessanta. Questevasche raccolgono le acque contaminate provenienti da vari punti dell'impianto, che periodicamente sono scaricate nella vicina Dora Baltea in condizioni che dovrebbero garantire la massima sicurezza ambientale e sanitaria. Il rilascio degli effluenti liquidi è regolamentato da apposite prescrizioni, che costituiscono parte integrante degli atti autorizzativi dell'impianto, le quali limitano la concentrazione di radioattività presente nel liquido da scaricare. Lo scarico nella Dora Baltea è consentito a condizione che il livello di concentrazione di radioattività nelle acque delle suddette vasche non superi i valori limite stabiliti dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) sulla base delle norme comunitarie di settore.

L'ISPRA ha imposto - sulla carta - a SOGIN il rispetto dei seguenti limiti di attività radiologica per le
acque da trattare nei Ponds e poi rilasciate nella Dora: attività alfa totale (Bq/l) pari a 10; attività alfa
+beta totale (Bq/l) pari a 100. Nel mese di gennaio 2013 la vasca denominata WP719 si trovava in condizioni di non utilizzo da almeno un anno e sarebbe stata a rischio di tracimazione in caso di pioggia, con probabilità di sversamento diretto del contenuto sul terreno e poi nelle falde locali e dell'acquedotto del Monferrato, nonché di sversamento incontrollato nella vicina Dora Baltea.

Il riferimento documentato trae spunto dal sopralluogo congiunto eseguito dall'ISPRA e dall'Agenzia
regionale per la protezione ambientale (ARPA) Piemonte, del 10 agosto 2012, a seguito del quale
l'area vasche era stata delimitata. In data 6 settembre 2012 l'ISPRA avrebbe prescritto a SOGIN,
allo scopo di migliorare ulteriormente i livelli di sicurezza dell'impianto e di monitoraggio ambientale,
di intervenire sul complesso delle vasche di raccolta effluenti liquidi denominate Waste Ponds.
Successivamente l'ISPRA, il 21 settembre 2012, avrebbe verificato la presenza di una leggera
contaminazione eccedente la non rilevanza radiologica stabilita dalle norme comunitarie. Inoltre
l'ISPRA avrebbe chiesto a SOGIN di aggiornare la caratterizzazione radiometrica del contenuto del
WP 719, di provvedere alla copertura del bacino, di fornire un programma di gestione del liquido
finalizzato al suo trattamento e alla sua rimozione dal bacino, di delimitare l'area circostante i bacini;
oggi si viene a conoscenza di una informativa di SOGIN, firmata dal responsabile per la
disattivazione del sito di Saluggia Michele Gili e inviata alla Prefettura, all'Azienda sanitaria locale, all'ISPRA e all'ARPA in data 26 marzo 2013, con la quale si comunica che, nel corso dei lavori preparatori per la copertura delle vasche di stoccaggio dell'impianto Eurex, sarebbe stata riscontrata, alla profondita di circa 50 centimetri, una limitata contaminazione del terreno circostante.

Sia il liquido trafilato sia il terreno - a quanto risulta dall'informativa - sarebbero debolmente contaminati
da radioattivita e sarebbero in corso le opportune azioni mirate ad evitare ogni aggravamento del
rischio e ad acquisire un più completo quadro della situazione.

I valori di radioattivita riscontrati nel terreno e le valutazioni sull'intero contenuto della vasca, sono tali da
escludere conseguenze radiologiche per l'ambiente e la popolazione del Piemonte?

Come dichiarato pubblicamente sul quotidiano "La Stampa" del 3 aprile da Davide Galli, responsabile SOGIN per la disattivazione degli impianti del Nord Italia, sulla parete della vasca 719 (che contiene circa
900 metri cubi di liquido) sono presenti due fessure, rinvenute mentre si stavano realizzando gli
scavi per la copertura delle vasche. Inoltre, sempre secondo Galli, si tratterebbe di quantita minime.
Al di sotto dell'area contaminata vi sarebbe una piastra di cemento e nel terreno sottostante non
vi sarebbe alcuna traccia di radioattivita. Queste rassicurazioni non avrebbero tranquillizzato Paola Olivero, consigliera di minoranza nel Consiglio comunale di Saluggia, la quale avrebbe dichiarato che da tempo è stata posta la richiesta di verificare la reale situazione della vasca WP 719 e dei rischi connessi. Prima si negava la
presenza di materiale anomalo nella vasca, poi lo stesso Ministero avrebbe confermato che la
presenza per tempi prolungati in uno dei bacini di liquido con concentrazione superiore al criterio
di non rilevanza radiologica rappresenterebbe un'anomalia rispetto alla normale conduzione
dell'impianto. Quella vasca sarebbe diventata di fatto un deposito nucleare non autorizzato e non
sottoposto ai controlli di un deposito. E coloro che avevano sostenuto che la struttura era vetusta e a
rischio di fessure erano stati accusati di allarmismo.

Perché il primo ministro Matteo Renzi non interviene subito, nell'ambito delle proprie
competenze, nei confronti della SOGIN affinché vengano resi pubblici i dati completi e certificati sulla
situazione della vasca di stoccaggio WP719?

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