sabato 31 maggio 2014

Quando la camorra paga i politici: parla Iovine, boss dei Casalesi

“La camorra non è l’unica responsabile”. Esordisce così il boss dei casalesi nei verbali depositati riguardanti il processo in corso al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. E a quanto pare, stando alle sue affermazioni, ad essere compromessa non è solo la classe politica campana.
Secondo Iovine, ad esempio, nei primi anni del Duemila finirono nelle casse del clan dei casalesi alcuni finanziamenti del ministero dell’Agricoltura (guidato al tempo da Gianni Alemanno) per il rimboschimento nell’alto Casertano. “Si trattava – sottolinea il boss – di lavori appaltati attraverso finanziamenti del ministero dell’Agricoltura e Della Volpe Vincenzo ottenne di essere colui che avrebbe gestito per conto del clan i relativi appalti”, anche attraverso l’utilizzo di “imprese del napoletano, vivai che avevano le categorie giuste per accedere a questi finanziamenti”.

Il faccendiere Della Volpe riuscì così a farsi erogare finanziamenti pubblici per una forestazione che, ovviamente, non venne mai realizzata.
L’ex sindaco di Roma imbarazzato per le illazioni in questione ha ribattuto “I fatti a cui fa riferimento il pentito Antonio Iovine – scrive Alemanno in una nota – risalgono a un periodo antecedente la mia gestione al Ministero dell’Agricoltura. Infatti, i finanziamenti per la forestazione affidati alla ex Agensud – vigilata dal Ministero – furono previsti nella delibera Cipe 132 del 1999 e furono erogati dalla stessa Agensud nell’anno 2000, quindi prima del mio insediamento nel Dicastero avvenuto nel 2001. Al contrario la nostra Amministrazione ha avuto un ruolo decisivo nel portare alla luce e debellare lo scandalo noto con il nome di ‘Forestopoli’, denunciato nel 2002 in un rapporto del dirigente del Corpo Forestale dello Stato della Campania, dott. Antonio Spaguolo”.
Il pentito, più in generale, sottolinea inoltre che “Non aveva alcuna differenza il colore politico del sindaco – perché il sistema era ed è operante allo stesso modo”. Infatti, finisce coinvolto anche l’ex parlamentare dell’Ulivo Lorenzo Diana, celebre per la sua lotta alla criminalità organizzata e costretto a vivere sotto scorta da vent’anni. “Era noto a tutti – accusa Iovine – che Agensud era un’impresa di Antonio Iovine eppure nessuno si è mai opposto a questo sistema. Ma Diana non si lascia intimidire e ribadisce la sua totale intransigenza rispetto alla questione: “Il mio impegno politico e personale contro la camorra dava talmente fastidio che Iovine e gli altri clan si riunirono per decidere di ammazzarmi con una bomba sotto la mia auto e quella della mia scorta. In quel periodo – conclude Diana – senza aspettare il diniego del certificato antimafia cacciai personalmente, in uno scontro diretto, la ditta notoriamente camorristica di Vassallo, che aveva l’incarico di raccolta dei rifiuti”.
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