lunedì 12 maggio 2014

ERUZIONE DEL VESUVIO: 2 MILIONI DI PERSONE A RISCHIO


di Gianni Lannes



Per il momento gli unici ad evacuare sono stati i padroni d’Italia. Esatto: i militari della NATO che hanno chiuso la base di Bagnoli. I maggiori vulcanologi al mondo come Dobran e Nakada hanno argomentato chiaro e tondo che il Vesuvio può eruttare da un momento all’altro. E lo Stato che fa? Niente di concreto per salvaguardare la vita della popolazione campana. Il governo tricolore, eterodiretto ed abusivo si è limitato a sfornare il 14 febbraio 2014 un pezzo di carta ufficiale. La scartoffia recita così:

«Il 14 febbraio 2014 è stata firmata la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri che stabilisce definitivamente la nuova zona rossa per l’area vesuviana, cioè l’area da evacuare in via cautelativa in caso di ripresa dell’attività eruttiva, e individua i gemellaggi tra i Comuni della zona rossa e le Regioni e le Province Autonome che accoglieranno la popolazione evacuata. A differenza di quella individuata nel Piano del 2001, la nuova zona rossa comprende oltre a un’area esposta all’invasione di flussi piroclastici (zona rossa 1) anche un’area soggetta ad elevato rischio di crollo delle coperture degli edifici per l’accumulo di depositi piroclastici (zona rossa 2)… La direttiva del 14 febbraio 2014 prevede anche che, entro 45 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Dipartimento, d’intesa con la Regione Campania e sentita la Conferenza Unificata, dia indicazioni alle componenti e strutture operative per aggiornare le pianificazioni di emergenza in caso di evacuazione della zona rossa. Per farlo, queste avranno quattro mesi di tempo».

Quanti in Campania sono a conoscenza del piano di evacuazione? E di questa nuova direttiva? Soltanto i pochi addetti ai lavori. In loco se non si muore di cancro a causa dell'inquinamento ecomafioso favorito dallo Stato, si crepa di lava. Nel frattempo, si salvi chi può.






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