sabato 12 aprile 2014

Oro Nero : il " grande gioco " mondiale del petrolio


Di Gianni Pesce

Il petrolio è la più potente droga dell'economia e della politica degli ultimi secoli.

Nei territori dove abbonda, questo bene costituisce il dramma del legittimo proprietario, generalmente sottomesso militarmente da Compagnie petrolifere senza scrupoli ed espropriato dei propri appezzamenti, salvo ricevere, in cambio, come lascito finale, un inquinamento terrificante.


Chi guadagna forte sono coloro che spacciano il petrolio in giro per il mondo pagandolo 8 dollari al barile e rivendendolo ad oltre 100 dollari al barile.

Con un prezzo unico, le Compagnie fanno un ulteriore "gioco sporco", a paragone con il vino è come se i produttori comprassero il "Brunello" di Montalcino e lo pagassero come il "Sangiovese" del vinaio sotto casa, ovviamente facendo l'esatto contrario al momento di vendere.

In nome del petrolio sono state combattute guerre mondiali, guerre segrete, sono stati predisposti colpi di stato.
Né più né meno, sono le stesse cose che avvengono per il controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti in qualche quartiere di una grande città europea, ma il commercio di petrolio viene effettuato a livelli planetari.

Chi ha spinto per ottenere il monopolio delle attività legate al petrolio sono stati i Rockefeller, organizzando un sistema di Trust ("Corporation Trust") in cui, a prima vista, appaiono una moltitudine di aziende, operanti nello stesso settore, ma si nasconde la realtà di un'unico proprietario/coordinatore.
In parole povere, una cupola decisionale predisposta per la gestione del settore petrolifero in regime monopolistico.

Al confine tra Europa ed Asia, precisamente a Baku, nel 1900, le famiglie Nobel e Rothschild si erano associate economicamente per il possesso dei campi petroliferi; l'intervento militare di Lenin e gli scioperi organizzati da Stalin avevano poi aiutato il subentro dei Rockefeller nelle proprietà della famiglia Nobel.

Delitti in nome del petrolio ne sono stati commessi tanti. Lo stesso transatlantico "Titanic" fu fatto affondare anche perché era obsoleto dal punto di vista tecnico, usava infatti caldaie alimentate a carbone e in quegli anni incominciavano ad essere varati bastimenti con motori a nafta.
Anche le due Guerre Mondiali, se viste da una certa ottica, furono guerre di petrolio.
Gli omicidi MatteottiMattei e Moro sono scaturiti da fatti di petrolio.
Il Re Vittorio Emanuele III e Mussolini avevano un accordo con i petrolieri americani per far entrare macchinari statunitensi in Italia in esenzione fiscale ed in cambio i petrolieri USA avrebbero avuto concessioni governative per la ricerca del petrolio in Italia; i petrolieri inglesi esclusi dall'affaire prepararono un dossier che consegnarono a Matteotti.
Mussolini, avvisato del fatto, ordinò un'azione brutale contro Matteotti che finì con la sua uccisione.
L'omicidio Mattei non ha bisogno di commenti, mentre per l'omicidio Moro si può guardare alla politica USA di controllo del Mediterraneo ed in Medio Oriente; un Mediterraneo in cui si auto decida cosa fare può essere critico per la triangolazione petrolifera.
Medio Oriente - USA - Paesi consumatori.
Un corto circuito Medio Oriente - Paesi consumatori (Europa, ndr), escluderebbe i petrolieri Usa dal "grande affare", grande affare che fa posizionare le nostre truppe nel 2002 a Nassirya, dove è stata assegnata all'Italia una concessione per l'estrazione di petrolio e la gestione della raffineria di Nassirya.

John Davison Rockefeller chiamava questo "il Grande Gioco".

Fonte:http://www.lateoriadelcomplotto.com/2014/04/la-teoria-del-complotto-oro-nero.html

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