giovedì 17 aprile 2014

Obama, Nobel per la pace e al suo secondo mandato, ha fatto una «inversione a U nucleare»


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Nel 2013 a sorpresa il Pentagono stanzia 11 miliardi di dollari per «ammodernare» 200 ordigni B61 ospitati da basi Nato europee: 50 sono ad Aviano, 20 a Ghedi.
Nello «storico» discorso di Praga del 2009, il presidente statunitense Barack Obama dichiarava che gli Stati uniti avrebbero fatto passi concreti verso un mondo senza armi nucleari, rafforzando il Trattato di non-proliferazione. E lo stesso Pentagono, nel 2010 s’impegnava a ridurre il numero degli ordigni atomici e a non svilupparne di nuovi. Ora però Obama, Nobel per la pace e al suo secondo mandato, ha fatto una «inversione a U nucleare»: lo ha scritto ieri il giornale britannico The Guardian, fornendo importanti dettagli.
Sulla scia del discorso di Obama, la Germania e altri membri europei della Nato (Belgio, Lussemburgo, Norvegia e Olanda) – avevano proposto il ritiro delle armi nucleari Usa dall’Europa, ritenute inutili dopo la fine della guerra fredda. Ma alcuni stati dell’Est di recente entrati nella Nato hanno bloccato la proposta, con l’argomentazione (sicuramente «suggerita» da Washington) che ciò indebolirebbe l’impegno statunitense a «difenderli contro la Russia».
Sono così rimaste in quattro paesi europei della Nato – Germania, Italia, Belgio, Olanda – e in Turchia circa 200 bombe nucleari tattiche (con gittata inferiore ai 5500 km) del tipo B61. Come abbiamo sempre sostenuto sul manifesto, non si tratta di residuati bellici della guerra fredda, ma di armi nucleari mantenute in efficienza e pronte ad essere ammodernate. Lo conferma drammaticamente il nuovo piano denunciato dal Guardian: gli Stati uniti spenderanno 11 miliardi di dollari per ammodernare queste bombe nucleari.
Le B61 saranno così trasformate da bombe a caduta libera in bombe «intelligenti», vale a dire a guida di precisione: grazie a una nuova sezione di coda saranno guidate sull’obiettivo da un sistema satellitare,probabilmente integrato da uno laser. (mi ricorda l’aereo scomparso  ,ricordate ? si avanzava questa ipotesi ..prove tecniche?).
In tal modo potranno essere sganciate a grande distanza dall’obiettivo (oltre 80 km). Le nuove bombe nucleari a guida di precisione, ciascuna con una potenza di 50 kiloton (circa il quadruplo della bomba di Hiroshima), saranno particolarmente adatte ai nuovi caccia F-35 – tanto rivendicati dall’ammiraglio-ministro del governo tecnico Giampaolo Di Paola – progettati per penetrare attraverso le difese nemiche e dal «banale» costo per il bilancio italiano, che prevede di acquistarne 90, di oltre dieci miliardi di euro.
Secondo una stima al ribasso, nel nostro paese ci sono 70-90 bombe nucleari statunitensi, stoccate ad Aviano e Ghedi-Torre. Ma esse potrebbero essere molte di più e stoccate anche in altri sitiTanto meno si conosce quante armi nucleari sono a bordo delle unità della Sesta flotta e altre navi da guerra che approdano nei nostri porti.
Lo spiegamento delle armi nucleari statunitensi in Europa è regolato infatti da accordi segreti, che i governi non hanno mai sottoposto ai rispettivi parlamentiQuello che regola lo schieramento delle armi nucleari in Italia stabilisce il principio della «doppia chiave», ossia prevede che una parte di queste armi possa essere usata dalle forze armate italiane sotto comando Usa. A tal fine – rivela il rapporto U.S. Nuclear Weapons in Europe, pubblicato dal Natural Resources Defense Council - piloti italiani vengono addestrati all’uso delle bombe nucleari nei poligoni di Capo Frasca (Oristano) e Maniago II (Pordenone). 
In tal modo l’Italia, facente parte con gli Usa del «Gruppo di pianificazione nucleare» della Nato, viola il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleariPer di più, nel 1999 l’allora premier D’Alema sottoscrisse, senza sottoporlo al parlamento, un accordo sulla «pianificazione nucleare collettiva» della Nato in cui si stabilisce che «l’Alleanza conserverà forze nucleari adeguate in Europa».
La pericolosità dell’arsenale nucleare in Italia consiste non solo nel numero di ordigni qui depositati, ma nel fatto che il nostro paese viene ad essere agganciato alla pericolosa strategia statunitense. Sono in fase di realizzazione bombe nucleari in grado di penetrare nel terreno e distruggere i bunker dei centri di comando, così da «decapitare» il paese nemico con un first strike, un attacco nucleare di sorpresa.
Chissà, se dopo avere in modo unanime escluso la politica estera dal dibattito politico, i partiti avranno qualche reazione alla notizia dell’ammodernamento dell’arsenale nucleare Usa in Italia. E chissà se i portavoce del Movimento 5 Stelle chiederanno spiegazioni all’ambasciatore Usa David Thorne, loro incredibile interlocutore e sostenitore, magari trasmettendo le risposte in streaming?
Un missile balistico francese per il ‘trasporto’ intercontinentale di 6 testate atomiche è esploso l’anno scorso. Lo aveva annunciato il ministero della Difesa, spiegando che si tratto’ del fallimento di un lancio di prova. Il missile balistico M51, privo di testata nucleare come nei test, è stato lanciato alle 9,30 dal sommergibile “Le Vigilant” in navigazione nella baia d’Audierne (nel nordovest) per l’occasione interdetta a volo e navigazione. Per la “France press” testimoni locali hanno avvertito una forte vibrazione al suolo, poi un boato e una fumata. Secondo il ministero della Difesa è il primo fallimento di un test missilistico dal 1996. I nuovi M51, che rimpiazzeranno gli M45, sono missili intercontinentali per la dotazione dei sommergibili nucleari di nuova generazione.
Il Pentagono investirà 11 miliardi di dollari per adeguare 200 atomiche Usa stoccate in Europa e in Italia (50 ad Aviano e 20 a Ghedi) ai caccia F35. C’è chi dice no, ma è scontro legale, tra falsità e silenzi. Una sola certezza:i «nostri» siti sono bersagli automatici.
L’articolo di denuncia pubblicato dal manifesto il 23 aprile scorso su una intera pagina, sul voltafaccia atomico del presidente statunitense Barack Obama che, invece di smantellarle ha deciso con il Pentagono di investire 11 miliardi di dollari per «adeguare» ai cacciabombardieri F35 le 200 testate atomiche depositate sul territorio europeo (ben 70 sono in Italia, 50 ad Aviano e 20 a Ghedi), ci dà l’occasione per chiarire alcune questioni giuridiche relative alla presenza delle armi nucleari in Italia e non solo.
Nel 2005 alcuni cittadini italiani che vivono nella vicinanza di Aviano, hanno citato in giudizio il Ministro della difesa americano e il comandante della base di Aviano chiedendo al tribunale di obbligarli a rimuovere le armi nucleari dal suolo italiano in quanto la loro presenza è da ritenersi illecita in base all’art. 484 c.p. in connessione con la Legge n. 185 del 9/7/ 1995. 
L’accordo segreto del 24 maggio 1961 mediante il quale è stata regolata la venuta e la permanenza delle armi atomiche in Italia, infatti, non ha potuto abrogare il principio che all’interno della base americana valgono le leggi italiane.
I giudici italiani – cioè le Sezioni unite della Corte di Cassazione, con la decisione del 2 Dicembre 2008 pubblicata in data 25 Febbraio 2008 – hanno però, negato al giudice di Pordenone il potere di decidere sulla causa (difetto di giurisdizione) dichiarando applicabile l’ex art. 10 della Costituzione Italiana, il principio di diritto internazionale generalmente riconosciuto.
La sentenza della Corte di Cassazione è stata motivata sulla scia della decisione del caso Cermis del 2000, della quale riportiamo uno stralcio, in cui è stata negata ai membri di un sindacato di Trento una richiesta contro i voli di addestramento a bassa quota dopo l’incidente che ha causato la morte di 22 persone che viaggiavano su una funivia.
Tale sentenza è stata, però, fondata su una falsa traduzione del testo dell’articolo VIII  9 dello Statuto della Truppe della Nato del 1951 che definisce l’obbligo dello stato ospite (Stati uniti) all’interno del territorio italiano di comparire dinanzi ad un tribunale civile italiano . La falsa traduzione del testo originale inglese proveniva dal governo elvetico.
Con lettera del 6 dicembre 2009 il governo svizzero si è scusato per l’errore della traduzione, indicando il sito governativo ove da quel momento si trova il corretto contenuto in lingua italiana dell’articolo VIII § 9 dello statuto delle truppe dell’Alleanza atlantica. Dove si legge: «Salvo alle condizioni previste al paragrafo 5 lettera g del presente articolo, lo Stato d’invio, per quanto concerne la giurisdizione civile dei tribunali dello Stato ricevente, non può avvalersi dell’immunità della giurisdizione dei tribunali dello stato ricevente a favore dei membri di una forza armata o di un elemento civile». La precedente traduzione riportata nella sentenza semplicemente non conteneva il «non».
Si aggiunga a ciò che l’articolo 7 della Convenzione delle Nazioni unite del 2004 sulla immunità degli Stati, stabilisce il principio secondo il quale un giudice nazionale è competente a decidere in una causa civile se una tale competenza giurisdizionale risulta da un atto internazionale come per esempio lo statuto delle truppe della Nato. Con la legge n. 5 del 29 gennaio 2013 l’Italia ha aderito a tale convenzione.
Il pericolo che deriva dalla presenza dalle armi nucleari in Italia, secondo l’opinione degli scriventi, oltre che dall’inquinamento provocato principalmente da materiali necessari per la loro manutenzione, consiste nel fatto che il deposito nucleare di Aviano è esposto ad una programmazione automatica della difesa della Federazione Russa e, forse, oggi anche di altri paesi.
Per fare un esempio, è davvero opportuno ricordare come nel febbraio 2013 è stata consegnato al Signor Petrov ex maggiore della Armata rossa il premio per la pace della Città di Dresda perché in data 26 Settembre 1983 si è rifiutato di eseguire l’ordine di far partire il massiccio contrattacco nucleare avverso le basi nucleari europee della Nato, incluse quelle italiane. L’ordine era partito automaticamente dopo l’allarme di un presunto attacco nucleare degli Stati dell’Alleanza atlantica. Insomma, la presenza delle armi nucleari in Europa oltre che essere illegale, rappresenta un pericolo per tutta la popolazione. 
L’opinione delle cancellerie europee che la presenza delle armi nucleari rappresenta una questione di discrezionalità politica deve essere, quindi, considerata una pubblica istigazione a delinquere.
Il 5 Marzo si sono incontrati ad Oslo i rappresentanti di circa 60 Stati e 130 organizzazioni della società civile che nel documento finale hanno invitato tutti gli Stati a firmare il divieto generale delle armi nucleari e a rispettare il diritto internazionale, incluso il Trattato di Non Proliferazione che sancisce l’obbligo di procedere ad un disarmo nucleare «at an eary day».
L’invito è diretto anche al governo italiano, se ancora sussiste di risvegli dal torpore in cui sono caduti per anni e basta con queste concessioni agli STATI UNITI in cambio di niente ..perché un popolo e’ sotto il pericolo di una guerra solo perché il governo e un capo dello stato si mostra servile nei confronti di questa grande potenza che di potenza non ha piu niente…
http://locchiodihorus.altervista.org/

1 commento:

  1. Ma questi imbecilli, si sono mai chiesti come potrebbe essere ancora possibile la vita sul pianeta dopèo aver fatto esplodere le loro stramaledette bombe atomiche? Ma possibile che questi dementi conclamati non siano capaci di vivere in pace ?

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