Già nello scorso finesettimana, scontri armati di una certa intensità hanno visto protagonisti nellacittà di Kharkov, da un lato, gli insorti locali anti governativi e dall’altro,le squadre paramilitari della Guardia nazionale, inviate dall’esecutivocentrale di Kiev.
Proprio affrontandoquesta emergenza, in un comunicato, il ministero degli affari esteri russoaccusa: “stando alle informazioni attualmente a nostra disposizione, unitàdelle forze speciali del neo nato esercito ucraino, di concerto con leformazioni paramilitari della cosiddetta Guardia nazionale, composte per largaparte dai neonazisti di Settore destro, marciano verso le regioni del sud-estdell’Ucraina, come Donetsk” e ancora “motivo di grossapreoccupazione per noi, è dato dalla partecipazione di circa 150 esperti militariamericani legati all’organizzazione privata statunitense Greystone, contractorvestiti con le uniformi delle unità speciali ucraine ‘Sokol”.
Continua la nota delladiplomazia russa: “sia gli organizzatori che i partecipanti a questaprovocazione militare assumono su di sè la grave responsabilità di costituire unaminaccia per i diritti, le libertà e la vita di cittadini innocenti quanto dellastabilità dello Stato ucraino. Per questo, sollecitiamo l’immediata cessazionedi simili preparativi militari che potrebbero innescare una guerra civile”.
Secondo l’agenziastampa Ria Novosti, che avrebbe ricevuto l’informazione direttamente da unafonte interna ai servizi di sicurezzaucraini, lunedì scorso, tre divisioni di soldati sarebbero partite alla voltadi Lugansk e Donetsk, su ordine del governo di Kiev, per reprimere le manifestazionipopolari che hanno luogo ormai da diversi giorni. Una delle divisionisarebbe composta dagli effettivi della Guardia Nazionale, molti dei qualirisultano affiliati a Settore destro. La terza divisione consisterebbenegli agenti della Blackwater che indossano, per l’occasione, le uniformi delleunità speciali ‘Sokol’. Come si può notare, le informazioni rilasciate dall’agenziastampa confermerebbero i timori sollevati dalla nota della diplomazia russa.
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