di Gianni Lannes
Questa volta il mostro industriale è stato abbandonato sulla terraferma, sotto gli occhi e il respiro della popolazione, senza alcuna pietà per i bambini e per quelli ignari che verranno alla vita. Ecco un'immensa nave dei veleni dell'Eni, affondata e insabbiata dallo Stato italiano. Dati ufficiali: 1 milione e 200 mila tonnellate di sostanze altamente tossiche, tracimate anche in mare. Conseguenze? Forse incalcolabili. Comunque, una mastodontica contaminazione da metalli pesanti, alcuni dei quali cancerogeni come cadmio, arsenico e mercurio.
Secondo l'ingegner Vincenzo Vita che ha analizzato a fondo la gravissima situazione e ha curato un progetto di riqualificazione, "escludendo la fitorimediazione dell’arsenico, i tempi previsti per la bonifica del sito superano i 4.000 anni". Di mezzo c'è come sempre la Syndial (ossia l'Eni). Rimedi veri e concreti a tutt'oggi? Pari a zero.
Giusto per la cronaca ignota ai comuni mortali della repubblichetta delle banane, trasformata in una discarica dell'Europa: al largo di Crotone, ovvero nel Golfo di Taranto, sono state affondate numerose navi dei veleni, container imbottiti di rifiuti pericolosi, bidoni nucleari, spazzatura proveniente da Germania, Francia, Belgio, Gran Bretagna eccetera eccetera. Nel Mar Jonio, il centro Enea di Rotondella ha sversato per decenni scarti radioattivi. La zona, come ben sa proprio l'Enea e, dunque lo Stato è fortemente contaminata.
NEL MEZZOGIORNO PEGGIO DI CAVIE: CARNE DA MACELLO! PER QUANTE GENERAZIONI DI ESSERI UMANI I BOIARDI DELLO STATO ITALIANO HANNO COMPROMESSO LA VITA NEL SUD DEL SUD?
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