lunedì 10 marzo 2014

USA CONTRO VENEZUELA: LA GUERRA FREDDA SI SCALDA

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DI NIL NIKANDROV
strategic-culture.org
 Durante il recente carnevale in Venezuela, delle sacche isolate di proteste studentesche che avevano manifestato in molte grandi città, come per magia, sono svanite. O, per essere più precisi, hanno smesso di manifestare nei quartieri più residenzialiGli organizzatori di queste proteste anti-governativeavevano assicurato al mondo che quest'anno non ci sarebbe stato nessun carnevale e che la gente non sarebbe scesa sulle spiagge dei Caraibi, come si è sempre fatto, perché «l'insoddisfazione del popolo»  aveva ormai raggiunto il suo apice. Ancora un po' il regime sarebbe venuto giù, il presidente NicolásMaduro e i suoi compagni sarebbero scappati tutti a Cubae il paese sarebbe tornato a vivere «una vera democrazia». 



Le proteste sono state seguite con ampi servizi dai principali canali televisivi in tutto l'Occidentee adesso -un completo silenzio. Intanto i Venezuelani ballavano, facevano festa e si riposavano.
Le agenzie di intelligence USA hanno avuto un ruolo importante nella informazione e nella guerra psicologica contro il VenezuelaTutto il periodo della presidenza diHugo Chavez è stato gravato dal peso di una pressante informazione guerrafondaia  messa in atto dagli Stati Uniti che hanno sempre cercato di comprometterel'idea stessa di Chavez, di costruire un socialismo del 21° secolo in VenezuelaChavez non aveva mai promesso a nessuno che la sua strada sarebbe stata veloce e piena di successima con una sua politica sociale, ben congegnata, ha realizzato molte coseSecondo i sondaggii venezuelani sono considerati tra le persone più felici dell'emisfero occidentale.
Le conquiste della Rivoluzione Bolivariana nel campo della sanità, dell'istruzione e della costruzione di alloggi a prezzi accessibili hanno garantito a Chavez il sostegno popolare ed un fronte interno solido ha permesso a Chavez di contrastare con successo le operazioni sovversive dell'America non solo in Venezuela, ma anche su tutta l'arena internazionale. Uno dei punti focali di questa guerra dell'informazione è stata la creazione del canale TV TeleSur con il sostegno dei paesi latini-alleati-degli-americani, e la successiva creazione di RadioSur. Queste reti televisive e radiofoniche locali raggiungono tutto il Venezuela, ed è stato anche creato uno studio cinematografico nazionale, che produce lungometraggi su temi patriottici. Quasi ogni settimana esce sugli schermi un nuovo film venezuelano, capace di attrarre tanti spettatori quanti ne può attrarre un film d'azione di Hollywood, inoltre  vengono prodotti e distribuiti film documentari che rivelano la politica USA nell'America Latina in pratiche come la cessione di giacimenti petroliferi (ndt - nazionali) o la rimozione di certi politici che Washington ritiene poco graditi.
Dopo la morte di Chavez, la guerra dell'informazione e la propaganda contro il suo successore - Nicolás Maduro - sono diventate ancora più invasiveWashingtonha deciso che è arrivato il momento opportuno per rovesciare il regime e per questo si è messo in moto l'intero arsenale destabilizzatore di Washington -Infiltrazioni in Venezuela di paramilitari colombiani per compiere attacchi terroristici, atti di sabotaggio economico e finanziario, uso di siti di social network su Internet.
Parlando alle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri del Venezuela Elias Jaua ha detto che i media di opposizione sia venezuelani che stranieri sono coinvolti in una continua campagna per rovesciare il presidente MaduroJaua ha poi spiegato che le sue parole si «riferivano a campagne ben preparate che venivano diffuse su influenti reti televisive». Ha anche fatto presente che dei noti personaggi del mondo artistico USA ed europeo «che difficilmente saprebbero individuare la posizione del Venezuela su una carta geografica» sono stati utilizzati per danneggiare il governo. Le recenti dichiarazioni fatte alla  cerimonia di premiazione degli Oscar ne sono un esempio.
In particolare questo si riferisce alla CNN-TV channel, che non solo è stato usato  dalla CIA per raccontare a tutto il mondo informazioni false sul Venezuela, ma anche per presentare degli stereotipi negativi del governo venezuelano e del Presidente Maduro.
C'è stata anche una copertura televisiva distorta delle proteste di piazza fatte dagli studentiche la CNN ha descritto come manifestazioni tranquillesenza fare cenno alle proteste dei gruppi militanti di studenti che hanno bloccato le strade, dato fuoco alle automobiliattaccato agenti di poliziae fatto danni ai servizi della rete urbana, inclusa la metropolitanaTra le altre cose, gli attivisti dell'opposizione hanno sparso sulle strade dei chiodi dentati di ferro che hanno provocato un forte aumento degli incidenti stradali, ed hanno teso dei fili di nylon trasparente da un lato all'altro delle strade per bloccare i passaggio delle motociclette che portanomerci, medicinali, posta eccQuesti motociclisti, che di solito sono fedeli alle autorità, sono per questo considerati una forza ostile dall'opposizione.
La CNN, comunque, non ha detto mai niente di questi particolari.
Anche tutti i media internazionali non dicono mai nulla sugli sforzi del presidente Maduro per instaurare un dialogo pacifico e per ricercare una reciprocacomprensione con l'opposizione e con quegli ambienti oligarchici del paese che hanno organizzato e che stanno finanziando privatamente una campagna prolungatadi disobbedienza civile. Questa tolleranza delle autorità venezuelane è sempre più percepita come una loro debolezza.
A seguito di una copertura distorta e a volte perfino provocatoria data sugli eventi che accadono in Venezuela, i corrispondenti della CNN sono stati espulsi dal paeseMa anche i giornalisti della Associated Press, di France-Presse, della Agencia EFE, della Reuters e altri stanno dando una interpretazione di parte su tutto quanto sta avvenendo in VenezuelaNon riesco a pensare come facciano, tutti i giornalisti occidentali accreditati in Venezuela, a presentare dei resoconti pressoché unanimi, senza nessuna valutazione personale che si differenzi dalle altre nel raccontare gli eventi di questi giorni. Un allineamento generale con il modo di pensare di Washington nel valutare gli eventi politici internazionali, sembra essere diventata la caratteristica di quasi tutto il corpo di giornalisti occidentali nel paese.
Il governo di Maduro sta facendo tutto il possibile per contrastare la propaganda ostile con cui Washington sta cercando di far aggravare la situazione del Venezuela, dando spazio così a possibili pretesti per interferire direttamente negli affari interni del paese. Infatti al governo venezuelano sono arrivate parecchie minacce e avvertimenti lanciati dall'amministrazione statunitense che ha chiesto la liberazione degli studenti arrestati durante le proteste di piazza e di sedersi ad un tavolo per dei colloqui con l'opposizione.
Barak Obama ha parlato di questo nel corso di una riunione con i colleghi canadesi e messicani a Toluca (Messico) il 20 febbraio 2014. Una dichiarazione del senatore repubblicano John McCain è suonata come un ultimatum: « Dobbiamo essere pronti ad usare la forza militare per entrare in Venezuela e ristabilire la pace.» Il senatore ha fatto presente che l'operazione potrebbe comportare l'invio di soldati da Colombia, Perù e Cile.
Ha inoltre sottolineato che già ci sono dei leader democratici in Venezuela che sono pienamente preparati ad assumere la responsabilità del governo del paese con il pieno consenso dell' America pur di portare libertà al paese. McCain ha anche spiegato esattamente il motivo per cui Washington ha bisogno di questi « democratici fantoccio» in Venezuela. Per prima cosa, e la più impofrtante, per garantire una consegna rapida degli idrocarburi agli Stati Uniti. Le forniture di petrolio provenienti dal Nord Africa e Medio Oriente impiegano di solito 45 giorni, ma solo settanta ore dal Venezuela.
Per spiegare la situazione delpaese e quella del governo Venezuelano, il Ministro degli Affari Esteri Elias Jaua ha fatto un giro nei paesi dell'America Latina e dell'Europa, mentre il Ministro venezuelano dell'Energia, Rafael Ramirez, ha incontrato il President russo Vladimir Putin e alcuni rappresentanti del Governo Cinese.
Il Presidente Argentino Cristina Fernández de Kirchner ha detto che esite una vera minaccia di un «soft coup» in Venezuela:  «Non sono qui per difendere il Venezuelao il Presidente Nicolás MaduroSono qui per difendere il sistema democratico di un paese, proprio come abbiamo fatto con la Bolivia, con l'Ecuador o con qualsiasi altro paese della regione, non importa se sia di sinistra o di destra. La democrazia non appartiene né alla destra né alla sinistra, la democrazia deve sempre mostrare rispetto per la volontà popolareSarebbe fataleper i tanti grandi progressi che l'America Latina ha fatto negli ultimi anni nel campo dell'integrazione regionale, se lasciassimo che venti stranieri spazzino via e distruggano un paese nostro fraterno vicino».
Cristina Fernández ha anche ricordato che ci sono state ben 19 elezioni in Venezuela negli ultimi 14 anni, e di queste solo una è stata persa dal partito di governo.In conformità con la Costituzionesi potrebbe indire un referendum abrogativo nel 2016 e questo è l'unico modo legittimo per cambiare il governoLa stragrandemaggioranza dei leader latino-americani sono della stessa opinionela pensano come Cristina Fernández.
Molti analisti politici stanno guardando con attenzione al "timing delle operazioni americane" che tentano di rimpiazzare i governi di Venezuela e Ucraina. Washingtonvuole mostrare al mondo di essere una superpotenza ancora in grado di guidare il corso degli eventi in diverse parti del mondo, orientandoli in qualunque direzioneritenga conveniente.
Obama vorrebbe concludere la sua presidenza con delle spettacolari vittorie in Europa dell'Est e in America Latina: facendo diventare l' Ucraina uno statosatellite degli USA, che garantirebbe la presenza militare americana sulle frontiere con la Russiae mettendo a segno un importante cambiamento di regime inVenezuela, per mettere finalmente fine a tutti i progetti di integrazione latino-americani, che potrebbero portare anche all'indipendenza ...
Nil Nikandrov
Fonte: http://www.strategic-culture.org 
Link: http://www.strategic-culture.org/news/2014/03/08/us-against-venezuela-cold-war-goes-hot.html
8.03.2014
Scelto e tradotto per www.ComeDonChisciotte.org  da Bosque.Primario

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