martedì 25 marzo 2014

La Russia rinsalda la partnership economica con Cuba e Nicaragua

Fin dai tempi dell’Unione Sovietica, i rapporti con questi Paesi furono
considerati da Washington una minaccia da “neutralizzare” con qualsiasi mezzo.
Dopo il crollo dell’URSS, molte ambasciate, missioni commerciali e uffici
stampa russi in America Latina furono chiusi e centinaia di specialisti
dell’America Latina rimasero senza lavoro.
Negli ultimi dieci anni, il governo
russo ha compiuto notevoli sforzi per ricostruire e rafforzare ulteriormente la
posizione della Russia a Cuba e Nicaragua. Una solida finestra di dialogo
politico con l’Avana fu stabilita ai vertici. Il precedente (dell’era URSS)
livello di partnership strategica fu ricostruito.

Un documento molto importante che apre prospettive di cooperazione è il
programma intergovernativo di cooperazione commerciale ed economica e di
ricerca e sviluppo per il 2020. La Russia attribuisce grande importanza nel
stabilire contatti diretti tra operatori economici di entrambi i Paesi. Le
riforme a Cuba attirano accordi e garantiscono grandi investimenti russi. Tra
le aree più promettenti vi sono prodotti petrolchimici, medicina e
farmaceutica, energia, in particolare costruzione di nuove unità ed invio di
attrezzature per gli impianti di produzione energetica cubani. Specialisti
russi continuano a dirigere le esplorazioni petrolifere sull’isola e sui suoi
fondali marini. La scoperta di giacimenti di idrocarburi darà nuovo slancio
alla cooperazione russo-cubana.
Russia e Nicaragua hanno rinnovato i legami economici e la cooperazione
militare dopo il ritorno al potere di Daniel Ortega, il leader della
rivoluzione sandinista… Nel 2008 Ortega incontrò il presidente russo alla
conferenza dei Paesi dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra
America che ebbe luogo a Caracas. Diversi mesi dopo il Nicaragua riconobbe
l’indipendenza di Abkhazia e Ossezia del Sud, dando sostegno politico a Mosca
dopo la guerra russo-georgiana. La Russia non lasciò il favore senza risposta.
La repubblica centroamericana ricevette diverse migliaia di trattori e 50
mietitrebbiatrici, così come 100000 tonnellate di grano. Grazie all’aiuto della
Russia, il governo Ortega poté mantenere bassi i prezzi dei prodotti da forno
per la popolazione del Paese. Il Parlamento del Nicaragua ha ratificato
l’accordo per l’apertura di un centro di scienza e cultura russa a Managua. I
nicaraguensi potranno studiare la lingua russa. I migliori studenti riceveranno
borse di studio per gli istituti di istruzione superiore russi. I Paesi
sviluppano programmi comuni in agricoltura, energia e uso pacifico dello
spazio.
 Un accordo prevede che gli utenti
Internet nicaraguensi possano utilizzare i servizi del sistema globale di
navigazione satellitare GLONASS, una volta attivato. Il sistema sarà
un’alternativa al sistema GPS statunitense. Le relazioni bilaterali nella
cooperazione sugli armamenti si sviluppano attivamente. La Russia riarma
l’esercito nicaraguense e l’aiuta nell’addestramento dei suoi ufficiali. A questo
scopo è stato creato il Centro di Addestramento Maresciallo G. Zhukov. Il Parlamento del Nicaragua ha ratificato la risoluzione
del governo che consente alle divisioni navali e aeree russe di visitare la
repubblica nella prima metà del 2014, per condividere esperienze e per
l’addestramento del personale militare della repubblica centroamericana.
Inoltre, il parlamento ha approvato la partecipazione  dal 1° gennaio al
30 giugno 2015 di personale militare russo nei pattugliamenti congiunti delle acque
territoriali della repubblica sul Mar dei Caraibi e l’Oceano Pacifico.
L’obiettivo principale di queste operazioni è combattere il traffico di
droga.
Due anni fa, il
Servizio federale del controllo sulla droga della Federazione Russa ha aperto
dei corsi a Managua per addestrare la polizia antidroga. Nel maggio-giugno 2014
inizierà nei pressi della capitale la costruzione di un centro permanente per
la formazione del personale antidroga. L’addestramento di operatori nei Paesi
dell’America centrale è previsto in questo centro. Il segretario esecutivo del
Consiglio per la Sicurezza e Difesa dell’Honduras, generale Julian Pacheco, ha
dichiarato: “Consideriamo i
contatti con la Russia sulla sicurezza molto utili e crediamo che questo Paese
possa fornirci assistenza abbastanza sostanziale nello scambio di esperienze e
nella lotta alla criminalità organizzata e al traffico di droga
”. Il salvadoregno Hugo Martinez, Segretario Generale del
Sistema di integrazione centroamericana (SICA), ha un’alta opinione
dell’iniziativa della Russia per creare il centro di addestramento in
Nicaragua. Ha anche affermato che SICA sostiene l’iniziativa per concedere alla
Russia lo status di osservatore nell’organizzazione, che comprende El Salvador,
Nicaragua, Honduras, Guatemala, Belize, Costa Rica, Panama e Repubblica
Dominicana. I rappresentanti di questi Paesi ritengono che ci siano grandi
prospettive di sviluppo delle relazioni tra la regione e la Russia.
I risultati positivi della Russia in America Centrale e nei
Caraibi sono ostacolati dai resti della guerra fredda e dal sabotaggio della
“quinta colonna” mantenuti dai servizi segreti degli Stati Uniti. La politica
di Washington verso l’“infiltrazione” della Russia della regione non è cambiata
affatto nel corso degli anni. In tali circostanze, il Mercato comune
centroamericano (MCCA), che comprende Guatemala, Costa Rica, Nicaragua,
Honduras e El Salvador, auspica la creazione di una zona di libero scambio con
l’Unione doganale di Russia, Kazakhstan e Bielorussia. L’ambasciatore
guatemalteco Meneses Coronado ha parlato di questi piani in una riunione presso
la Camera di Commercio e dell’Industria russa, ed ambasciatori e rappresentanti
delle imprese dei Paesi MCAC l’hanno ripreso nelle conversazioni con funzionari
e imprenditori di Russia e Bielorussia: “Per il progresso delle nostre
economie, abbiamo bisogno di parità e cooperazione reciprocamente vantaggiosa
con le potenze industrializzate. Proprio tale possibilità viene offerta
dall’Unione doganale, i cui membri facilitano lo sviluppo complessivo di Cuba,
Venezuela e Nicaragua
”.
L’ex-”cortile”
degli Stati Uniti non vuole restare loro appendice.
fonte: http://www.strategic-culture.org/

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