lunedì 17 marzo 2014

Italia in vendita: il fondo Blackrock compra il 5,25% di Unicredit diventandone primo azionista

L’ultimo aggiornamento fornito dalla Consob sulle partecipazioni rilevanti nelle società, risalente all’8 marzo 2013, fotografava gli americani al 4,922% di Unicredit dal precedente 5,036 per cento. Gli acquisti che hanno riportato il fondo oltre il 5% del gruppo guidato da Ghizzoni risalgono al 7 marzo, esattamente un anno dopo l’ultima rilevazione e pochi giorni prima di martedì 11, quando la banca ha annunciato di avere archiviato il 2013 con una perdita record di 14 miliardi di euro e ha alzato il velo sul nuovo piano industriale, che tra le altre cose prevede una drastica riduzione del personale di 8.500 unità. Tutte notizie che non avevano impedito che le azioni Unicredit, quello stesso giorno, salissero a Piazza Affari di oltre il 6 per cento. Nelle ultime due sedute, invece, la banca ha mostrato un po’ di nervosismo in Borsa, anche perché si tratta dell’istituto di credito italiano più esposto all’Ucraina, dove continuano a soffiare venti di guerra. Salendo di slancio al 5,246% di Unicredit, Blackrock diventa così prima azionista dell’istituto di credito davanti ai fondi stranieri di Aabar e Pamplona, che hanno il 5% a testa, mentre per trovare un azionista italiano ora bisogna scendere nell’azionariato fino al quarto posto, dove staziona la Fondazione Cariverona di Paolo Biasi, con il 3,53% del capitale. L’ente è davanti alla cassaforte Delfin della famiglia Del Vecchio, che ha in portafoglio il 3% di Unicredit. L’operatore statunitense è da tempo socio forte della banca italiana, tant’è che poco più di due anni fa si rese protagonista di un episodio per certi aspetti misterioso: a dicembre del 2011 aveva dichiarato di essere sceso dal 4,024 all’1,71% del gruppo, mentre poi, all’inizio di gennaio, in fase di aumento di capitale di Unicredit, aveva fatto un passo indietro, sostenendo di avere commesso un errore e confermando la propria quota al 3,09 per cento. Una vicenda su cui la Consob ha già avviato un iter sanzionatorio, così come del resto anche per l’insider trading ipotizzato nel caso Saipem risalente a poco più di un anno fa, quando il fondo vendette un pacchetto di azioni proprio il giorno prima che la società lanciasse un allarme sugli utili.
fonte: Dagospia

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