venerdì 14 febbraio 2014

Le conseguenze del nuovo governo « Renzi »

I















n Italia non riesce prorpio a durare nulla, tantomeno i governi: 50 negli ultimi 47 anni e, fra poco, forse anche 51. Qui tutto decate, in un interminabile balletto. Le continue spallate che le gilde di partito si danno a vicenda denota una concezione "padronale" del potere. Negli ultimi decenni, quelli che io definisco "post-Moro" le logiche di cambiamento politico sono andate pari passo con quelle economiche, e non certo nostrane. "Voi italiani, sempre proni di fronte lo straniero ..." mi diceva scherzosamente un greco di Bruxelles.
Anche in queste ore ci troviamo di fronte a un cambio di regia per un film che non si finisce mai di girare e del quale, oltretutto, non ne conosciamo la sceneggiatura.
Renzi forse ha intrapreso veramente la sfida più difficile, quella che rischia di "bruciarlo" prima di cominciare; sembra comunque determinato a passare dalla smart alla mercedes, checché ne pensiamo noi e, soprattutto, quelli del suo partito. Renzi ha dato in questi giorni un'accelerazione molto forte, forse troppo. per me, sospetta. Dopo aver incontrato Silvio Berlusconi ha lo stesso atteggiamento ma é più sicuro, come se seguisse certezze che, non fraintendetemi, non gli da "soltanto" Berlusconi. Non credo che il segretario del PD sia cosi convinto che questo sia il suo momento magico. Dobbiamo comprendere o ricordare che oggi forse non ci sono più le logiche di Yalta, ma vi sono altre logiche che qui coincidono inevitabilmente con Berlino. Molto parte da li.

Mi piacerebbe sperare che il prossimo governo sarà quello "del fare", quello che durerà un intero mandato ma, purtroppo, nessuno di noi ha gli elementi per crederlo. perlomeno guardando al passato, cosa che facciamo di rado.
Il sistema proporzionale uscito dalla Corte non lo vogliono proprio usare. Un governo legittimato dal popolo proprio non va, non in Italia. Ho sentito che l'esigenza non é andare al voto, ma avere soluzioni; peccato che le soluzioni le debba decidere chi vota, in una repubblica democratica. Questo paese non é abbastanza « sveglio » da scorgere un grasso e untuoso strato di retorica in ogni frase atta a giustificare scelte di campo. La preoccupazione delle « soluzioni » rapide ha dato in passato risultati sconcertanti. Oltre le spinte propulsive che ogni governo fisiologicamente deve avere e che, in genere, gli danno voto o solo consenso, bisogna avere la pazienza e la tenacia a navigare con un unico equipaggio per tutta la traversata, soprattutto quando la nata sta già affondando. Mutare continuamente orizzonte, rotta ed equipaggio non soltando non da soluzioni stabili alla navigazione del Paese, ma soprattutto non fornisce quella agognata « legittimità » che tanto cerchiamo. Lo ribadisco : con questo che si sta per fare, abbiamo avuto tre governi di fila (gli ultimi in sequenza) in cui nessuno é stato eletto democraticamente dal popolo sovrano con libere elezioni.

Danilo Campanella.

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Danilo Campanella, saggista e ricercatore universitario, si occupa di etica, filosofia politica e dottrine politiche. www.danilocampanella.org

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