domenica 16 febbraio 2014

Italiani sempre più euroscettici: meglio misure concrete che i diktat

Secondo "Eurobarometro Standard" i cittadini del Belpaese osano avere dubbi nei confronti delle istituzioni di Bruxelles. Come dargli torto? Agli italiani, ovviamente.
Ma che strano: cresce l'euroscetticismo. Chissà come mai... Gli italiani, pur non definendosi antieuropei e dando ancora qualche chance alla moneta unica, sono sempre meno fiduciosi nei confronti delle istituzioni comunitarie. È quanto emerge dai dati raccolti da ''Eurobarometro Standard'', il sondaggio sulla visione che i cittadini della Ue hanno dei loro governi e dell'Europa, oltre che delle loro preoccupazioni e aspettative, promosso, dalla Commissione europea. 
Solo il 45 per cento degli italiani, i cui pensieri sono ovviamente dominati dalla crisi economica e sociale, dice di sentirsi europeo, mentre il 53 per cento testimonia il contrario, ''in chiaro contrasto'' con la media dei cittadini dei 28 Paesi Ue che è del 59 per cento. Ma soprattutto, si denuncia nel rapporto presentato questa mattina a Roma, alla sede della rappresentanza in Italia della Commissione, l'Italia adesso è uno dei soli cinque Paesi Ue dove la percentuale di coloro che si sentono cittadini europei è inferiore del 50 per cento del campione nazionale''. ''Il dato capovolge i valori consueti - si riconosce, sottolineando che solo ''nell'ultimo sondaggio la maggioranza confermava, con il 52 per cento dei consensi il sentimento di cittadinanza europea, contro il 47 per cento di scettici''. A rendere più netto il cambiamento avvenuto in Italia in questi ultimi mesi, l'apparente stop della tendenza negativa dei 28 nei confronti dell'Europa e delle sue istituzioni, con indicatori ''stabili o in ripresa'' a dimostrarlo.
L'Ue, denuncia il 55 per cento degli italiani ''non va nella giusta direzione'', con un aumento significativo rispetto al 46 per cento registrato nell'ultima ricerca, la scorsa primavera, e comunque un'opinione condivisa solo dal 47 per cento degli europei. Il 79 per cento degli italiani ritiene poi che le proprie opinioni non siano rappresentate nell'Ue, una percentuale in aumento dal precedente 78 per cento. In effetti, se la Ue afferma che non si va nella giusta direzione, criticandola, suona molto come un diktat. L'ennesimo, peraltro.
Il 71 per cento è sicuro che gli interessi nazionali non siano sufficientemente presi in considerazione a livello europeo (la percentuale era al 67 per cento nell'ultima ricerca). 
''In queste condizioni - si legge ancora - non stupisce che la maggior parte del campione italiano si dica pessimista sul futuro dell'Ue: lo pensa il 52 per cento degli intervistati mentre il 40 per cento si dice ottimista. Il dato italiano è in controtendenza con quello europeo, dove invece gli ottimisti sono la maggioranza (51%) contro un 43% di pessimisti''.
Il 74 per cento degli italiani ritiene che ''in conseguenza della crisi i Paesi Ue debbano cooperare di più (ma in Europa il tasso è dell'83 per cento). Il 61 per cento degli intervistati in Italia chiede inoltre una politica estera comune e il 68 per cento una politica di sicurezza e difesa europea. 
Rimane anche il ''punto fermo'' rappresentato dall'euro, sostenuto dal 53 per cento degli italiani. Addirittura il 70 per cento è favorevole all'introduzione di multe Ue per i Paesi che non dovessero ridurre spesa e indebitamento in modo adeguato.
Ma dulcis in fundo non mancano dure critiche: il 64 per cento ritiene che la Ue non faccia ancora abbastanza per contrastare la disoccupazione che, per il 49 per cento del campione, è il ''problema da affrontare in via prioritaria''. E il 60 per cento associa Bruxelles con ''la troppa burocrazia''. Come dargli torto.
Ezzelino
http://www.signoraggio.it/italiani-sempre-piu-euroscettici-meglio-misure-concrete-che-diktat/

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