martedì 18 febbraio 2014

Cronache ItaGliote: Reggio Calabria in Bancarotta, la Camusso Invoca la Patrimoniale, E Sussanna Tutta Panna se ne Va.

Cronache ItaGliote: Reggio Calabria in Bancarotta, la Camusso Invoca la Patrimoniale, E Sussanna Tutta Panna se ne Va.
Buon inizio di settimana a Tutti!
E siate felici perché (parrebbe) che ora arrivi Matteo Renzi che sostituirà Enrico Letta, con un programmone da brividi (scritto in Basic) ovvero:
Punto 1: Matteo Renzi al posto di Enrico Letta.
Punto 2: Goto punto 1
E siamo anche sicuri che le cronache ItaGliote di queste ultime ore siano solo maldicenze della stampa prezzolata (dallo Stato?!?), partiamo dalla ridente Reggio Calabria, città senza sindaco (inquisito), senza soldi e con la spazzatura a giorno gli asili a macchia di leopardo.

I cumuli di rifiuti che per l’ennesima volta sono ricomparsi in tutta la città, fino a bloccare alcune strade del centro storico e a ingolfare via della Giudecca, ai lati del tapis roulant, sono l’immagine più chiara dell’immobilismo eterno che affonda Reggio Calabria.
Molte attività del Comune, dai cantieri che chiudono agli asili nido aperti un giorno sì e un altro no, sono appese alla ex Multiservizi, liquidata da anni per infiltrazioni mafiose fra i soci privati ma ancora affidataria “temporanea” di servizi sempre più a singhiozzo. Le chance di ripartenza sono bloccate da un dissesto finanziario che secondo la Corte dei conti «è in atto da troppo tempo», ma non è ancora stato dichiarato. La politica ufficiale è assente, perché da 16 mesi la città, primo Comune capoluogo con Giunta e consiglio sciolti per mafia, non ha un’amministrazione eletta. Ma a Reggio anche i commissari prefettizi sono un problema: la prima «commissione straordinaria» ha scritto un piano di rientro per evitare il default che la Corte dei conti ha bocciato con parole durissime, mentre la commissione attuale, arrivata a ottobre 2013, è in scadenza e ha le mani legate.
La crisi del Governo di Roma piomba quindi in una Reggio Calabria sospesa nell’attesa di risposte che non arrivano. Pochi giorni fa a Reggio è arrivato Angelino Alfano, ministro dell’Interno non ancora uscente e incaricato di decidere se prolungare il commissariamento di Reggio o far salire la città sul treno delle elezioni amministrative previste per maggio, quando oltre 4mila Comuni italiani andranno al voto probabilmente nello stesso giorno delle Europee. Per quest’ultima soluzione spingono molti del Nuovo Centro Destra, che in Calabria è forte anche perché esprime il Governatore Giuseppe Scopelliti, ex sindaco di Reggio e proprio per questo oggi invischiato in un processo per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico in cui il Pm ha appena chiesto cinque anni di carcere. Fino a ieri, insomma, la sorte della città era in mano all’Ncd, ma la permanenza di Angelino Alfano al Viminale è appesa alle trattative serrate di queste ore.
La decisione non è semplice, anche perché dieci giorni fa la Corte dei conti, che ha bocciato il piano di rientro preparato dal vecchio commissario, ha chiesto due cose: dichiarare subito formalmente «un dissesto nei fatti già in atto da troppo tempo», e prorogare gli attuali commissari per provare ad avviare l’impresa di rimettere in piedi un bilancio e una macchina amministrativa oggi in ginocchio. Il Governo Letta, con l’occhio rivolto soprattutto a Napoli, aveva preparato una norma per stoppare le bocciature della Corte dei conti, e permettere alle città invischiate nella lotta al default di scrivere un nuovo piano. La crisi di Governo ha travolto anche questa ciambella di salvataggio.
Le prime risposte per sbloccare la situazione potrebbero arrivare allora dalla composizione del nuovo Governo, e saranno anche influenzate dalla collocazione di Alfano, ancora al Viminale oppure in un’altra casella. Ma nel groviglio che avvolge Reggio Calabria i problemi non possono certo finire lì: oltre che a Roma, la partita cruciale si gioca a Palazzo di Giustizia dove, dopo le arringhe della difesa, dovrebbe arrivare intorno a metà marzo la sentenza di primo grado per il processo sul buco nei conti del Comune, che nessuno è ancora stato in grado di quantificare:se condannato, Scopelliti dovrebbe lasciare subito anche la presidenza della Regione, come prevede la legge “anti-corruzione”, e un’ennesima frana travolgerebbe la politica calabrese.
Sono finiti i soldi, cioè gli Euro…. (avessimo le lire ne avremmo stampate volentieri un pacco per Reggio)
Già dove trovare i soldi?
Un idea ce la da Sussanna (tutta panna) Camusso (link):
Il leader della Cgil Susanna Camusso torna a chiedere, anche alla luce del nuovo governo che si insedierà, una patrimoniale per fare in modo che si investano risorse sul lavoro. Parlando a Napoli, a margine di un’assemblea dei lavoratori della sanità, Camusso ha dichiarato: “Questa crisi non viene risolta dai governi che cambiano, il problema sono le politiche economiche. Bisogna investire delle risorse perché questo si traduce in posti di lavoro. La ricchezza del nostro paese, ha aggiunto, è stata spostata verso la rendita finanziaria. Per questo ci vuole una patrimoniale”. “Ora lavorare determina una tassazione maggiore rispetto a chi stacca cedole. La patrimoniale, ha proseguito Camusso, non è vendicarsi, ma investire risorse sul lavoro. Occorre una patrimoniale per fare in modo che si paghino le tasse in ragione di quello che si ha e, ha concluso la sindacalista, non di quello che si dichiara”.
17 Febbraio 2014
E a proposito di Susanna tutta Panna, ma ve la ricordate quella originale dei formaggini:
(pitu pitum pahhhh)
Parrebbe che Lactalis stia serenamente delocalizzando i formaggini invernizzi, nel quasi silenzio della politica (Bravo Salvini della Lega Nord ad esserci):
da QN
Milano, 5 febbraio 2014 – 3 feb. - Il gruppo francese Lactalis (che controlla marchi quali Parmalat, Galbani, Invernizzi, Cademartori, Locatelli) annuncia la chiusura di due stabilimenti in Lombardia. La notizia è stata diffusa dai sindacati dell’agroalimentare (Fai, Flai e Uila) dopo l’incontro tenuto oggi in Assolombarda con la proprietà. A serrare i battenti saranno gli ex stabilimenti Invernizzi, produttore dei formaggini di ‘Susanna tutta panna’ e della Mucca Carolina‘, di Caravaggio (Bergamo) con 218 i lavoratori coinvolti (oltre a 40 interinali il cui contratto scade a fine anno) e di Introbio (Lecco), con chiusura del repatrto Gorgonzola e perdita di 8 posti di lavoro. Nello stabilimento di Caravaggio si lavorano 250mila tonnellate di latte e si producono 40mila tonnellate di formaggi tra taleggio, quartirolo e gorgonzola, mentre a Introbio si trovano le celle di affinatura per il gorgonzola.
RIOCCUPAZIONE? - Gli addetti dei due stabilimenti del gruppo francese, che ha acquisito anche Parmalat, potrebbero essere trasferiti in altri siti produttivi, come quello di Casale Cremasco, Certosa e Corteolona. I sindacati di categoria hanno annunciato per venerdì prossimo lo stato di agitazione dei lavoratori dei gruppo.
SI MUOVE IL MINISTERO – Il sottosegretario alle politiche agricole, Maurizio Martina ha annunciato che per lunedì prossimo ha convocato al ministero a Roma Jean-Marc Bernier, amministratore delegato del Gruppo Lactalis Italia. Al centro del colloquio le strategie occupazionali e di sviluppo del gruppo. Il coordinamento unitario dei sindacati ha espresso un giudizio “estremamente negativo”, in quanto “tale decisione modifica sostanzialmente la strategia del gruppo francese, decidendo di intervenire in modo drastico sulla struttura Lactalis/Galbani in Italia”. Oltre allo stato di agitazione e al blocco degli straordinari, i sindacati avvieranno una campagna di informazione negli stabilimenti coinvolti, e chiederanno un incontro urgente sia con l’azienda che con gli enti locali.
Attendiamo la fuga di Jo Condor e del Golosastro.
Tratto da: http://www.rischiocalcolato.it

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