giovedì 16 gennaio 2014

La rivolta delle partite iva (Ercole)

1
Sembrano autonomi, in realtà molti di loro sono dipendenti camuffati, sottopagati e senza tutele
Sono 1,7 milioni secondo l’Osservatorio dei lavori, che ha presentato oggi alla Camera il Rapporto “Lavoro a perdere: meno reddito, meno occupati” (www.tutelareilavori.it). Quasi due milioni di professionisti e di collaboratori e parasubordinati, che versano la loro contribuzione alla gestione separata previdenziale dell’Inps. 

 Sono tanti, dentro questo esercito metafora del lavoro indipendente e autonomo, in realtà, si nascondono molti abusivi: quelli che sotto i vestiti del lavoratore –consulente del terziario avanzato sono sostanzialmente dei dipendenti camuffati. Sono tanti e sono spesso sottopagati (15-18mila euro l’anno, anche meno).Le partire Iva sono cresciute molto, oggi però sono in calo: per la crisi che colpisce anche loro; per la stretta imposta dalla legge Fornero che aveva l’obiettivo di ridurre gli abusi; per l’aumento ormai insostenibile dei costi, fiscali, contributivi, di gestione. Loro ce la stanno mettendo tutta per fermare quella che considerano un’ingiustizia e un accanimento, anche se, dal momento che la coperta è corta, è probabile che nella legge di Stabilità saranno le vittime designate della scarsità di risorse e della mancanza di santi protettori. Per questo, il Quinto stato, il popolo delle partite Iva, professionisti, lavoratori della conoscenza e collaboratori vari lanciano un appello contro l’aumento de i contributi a loro carico. Inseriti nella gestione separata Inps, hanno visto crescere negli anni l’aliquota contributiva dal 10% al 27,72% . Dal primo gennaio 2014 scatterà l’aumento di un altro punto al 28,72%, ma ciò che li terrorizza è l’escalation sino al 33% nel 2018, quanto si paga per un lavoratore dipendente, a cui va aggiunto lo 0,72% per maternità e malattia. Una crescita insostenibile, denunciano le associazioni che li rappresentano, dal momento che i fatturati scendono e i pagamenti ritardano. I professionisti a partita Iva sono anche indispettiti per le disparità di trattamenti rispetto ad altre categorie.  
Artigiani e commercianti, per esempio, pagano meno del 22%, mentre collaboratori a progetto e lavoratori dipendenti pagano intorno al 9% (a carico del lavoratore), quote che vengono integrate dai rispettivi datori di lavoro, che pagano dal 18% al 24%. A sostenere le buone ragioni delle partite Iva sono alcune associazioni: Acta, Associazione consulenti terziario avanzato, Consulta lavoro professionale della Cgil, il Colap, Confassociazioni, Agenquadri, il Dipartimento democrazia economica della Uil. Acta ha lanciato una campagna e invita inoltre tutte le associazioni firmatarie dell’appello a collaborare alla raccolta delle firme avviata su Change.org. Finora gli appelli hanno incassato la solidarietà di alcune forze politiche e di alcuni membri del Governo, ma la paura delle partite Iva è quella di restare stritolate da altri soggetti che hanno un maggior potere di lobby e di condizionamento nel cammino della legge di Stabilità. Al danno dell’aumento dei costi, si aggiunge poi anche la beffa: l’incremento del carico contributivo, che assottiglia i magri margini, avviene proprio nell’anno in cui una nuova legge (la numero 4 del 2013) ha riconosciuto i professionisti non regolamentati, che sono al di fuori di albi e ordini; ma questo riconoscimento, secondo il parere emblematico di una traduttrice dal francese e dall’inglese di testi finanziari, “porterà solo a inserire una frasetta in ogni fattura e nella carta intestata, indicando che sono una professionista di cui alla nuova legge 4 del 2013”. I lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell’Inps (grafici, designer, traduttori, consulenti, formatori, informatici e altri) chiedono anche di avere la stessa attenzione che hanno i lavoratori dipendenti per i quali si prospetta la riduzione del cuneo fiscale e denunciano la presenza di un elevato numero di partite Iva fasulle (circa 400mila), nonostante la legge Fornero (92/2012), inserendo requisiti più stringenti, abbia cercato di disboscarle. Senza grandi risultati sino a questo momento, visto che dentro i vestiti di un lavoratore a partita Iva si nascondono spesso dei lavoratori dipendenti camuffati da autonomi. 

Nessun commento:

Posta un commento