mercoledì 30 ottobre 2013

Regione Lombardia, lo scandalo delle pensioni d’oro a 221 ex consiglieri

pirelloneIl Pirellone  ha reso noto l’ammontare dei vitalizi a 221 ex consiglieri regionali, non fornendo però i nomi (“Per tutelare la privacy”). Si scopre così che a fronte di superpensioni questi consiglieri (non gli attuali) abbiano versato contributi irrirosi. per non dire scandalosi. Cifre che rappresentano un pugno in faccia a quei cittadini che faticano ad arrivare alla fine del mese o che sono sfiancati dai sacrifici, per non dire sulla soglia della povertà 

Vitalizi d’oro per non dire scandalosi agli ex consiglieri regionali della Lombardia. 221 per l’esattezza, come riporta l’edizione milanese di Repubblica. In cambio di contributi irrisori, gli ex consiglieri percepiscono vitalizi che costituiscono un autentico pugno in faccia e un affronto ai tanti cittadini lombardi sulle cui spalle ricadono i duri effetti della crisi.



Privilegi scandalosi contro sacrifici sempre più duri. Questo è quanto insegna l’inchiesta di Andrea Montanari. C’è da aggiungere che un qualsiasi lavoratore oggi ha diritto a una pensione calcolata solo sui contributi versati, non più sulle retribuzioni. Quindi una pensione più leggera. La vicenda dei 221 ex consiglieri regionali dimostra ancora una volta l’esistenza di cittadini di serie B e privilegiati della Casta.

Che cosa ha scoperto Repubblica? Ad esempio c’è chi dal 1980 percepisce un vitalizio di 3mila euro al mese dopo aver versato un totale di 8mila 500 euro di contributi. Ma anche chi prende da oltre 24 anni una pensione di 2mila 391,56 euro al mese, nonostante abbia versato un totale di 2mila 900 euro di contributi. Meno del vitalizio che questi ex consiglieri regionali incassano ogni mese. Per un totale di 620mila euro che ogni mese escono dalle casse regionali.

Le pensioni degli ex consiglieri regionali sono state cancellate nel 2011, ma soltanto per coloro che sono stati eletti in questa legislatura. Per gli ex consiglieri il privilegio è rimasto tale, nonostante il Pd abbia proposto un taglio del 20 per cento anche delle pensioni già erogate, approvato dal Pirellone.

Stiamo parlando di persone (i nomi non sono stati resi noti “per tutelare la privacy” ha detto il segretario generale del consiglio regionale, Romano Colozzi, ex braccio destro di Formigoni) che fino alla scorsa legislatura hanno potuto maturare la pensione anche dopo due anni e mezzo di carica, per prenderla una volta raggiunti i 60 anni. Si tratta – scrive Repubblica – di 221 vitalizi che costano ai contribuenti 620mila 412,36 euro al mese. Comprese le 49 pensioni di reversibilità pagate alle vedove degli ex consiglieri. I consiglieri appartengono a tutti i partiti, esclusi Cinque Stelle e Patto Civico (non rappresentati al Pirellone nelle passate legislature).

Estrapoliamo alcuni dati da Repubblica. Il pensionato più ricco prende 6mila 319,85 euro al mese dal luglio del 2005. Dopo aver versato 274mila euro di contributi solo tra il 2005 e il 2013 ha già percepito 614mila 360 euro, più del doppio dei contrubiti versati. C’è qualcuno a cui è andata anche meglio. Dopo aver versato contributi per 27mila 100 euro dal 1° giugno 1985 prende una pensione mensile di 4mila 782,92 euro e negli ultimi otto anni ha già portato a casa 492mila 395 euro. Oltre diciotto volte la cifra versata in contributi. Senza contare le somme percepite tra il 1985 e il 2005. Per non parlare dei diversi ex consiglieri regionali che dopo aver versato in contributi la cifra irrisoria di 2mila 900 euro percepiscono dal 2005 ogni mese un vitalizio di 1.195 euro.

Ma c’è anche chi, dopo aver versato la stessa cifra, dal gennaio 1989 incassa un assegno mensile di 2mila 391 euro. O chi dopo versamenti per soli 5.600 euro dal febbraio 2005 percepisce 3mila 159 euro mensili e ha già incassato complessivamente ben 322mila 288 euro. Poco meno di 58 volte i contributi versati.

Non sono casi isolati. Con poco più di 50mila euro di contributi, c’è chi è riuscito a ottenere da 21 anni un assegno mensile di 4.145 euro che solo negli ultimi otto anni gli ha fruttato 426.739 euro. Otto volte la cifra dei contributi versati. Fra i neopensionati spicca un trattamento di reversibilità di tutto rispetto. Un assegno mensile di 1.634,16 euro maturato a maggio 2013 dopo un versamento di appena 8mila e 500 euro di contributi.

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