Altri Morti Allineati
di Rita Pani
“I corpi allineati sulla banchina” scrivono i giornali strillando le prime drammatiche foto dei cadaveri, ed è tutto un vociare di sdegno e cordoglio. Allora mi dico che i 25 cadaveri che il primo agosto del 2011, furono “allineati sulla banchina”, non servirono a nulla, se non a provocare sdegno e cordoglio, e a far tirare qualche giornale in più, con le immagini di quei poveretti morti di fresco.
In realtà nessun morto è mai utile, perché la morte non insegna nemmeno a fuggirla. Questo tipo di morte, è utile a farci sentire fortunati, o ad umanizzarci, e – in questi preciso momento storico – a dare respiro ad una classe politica impresentabile.
Se ne farà un gran parlare, almeno per qualche giorno, e la lega non coglierà l’occasione di tacere. Sì sono già espressi i deficienti, per smentirsi un momento dopo, dicendo che le accuse di responsabilità alla Ministro Kyenge e la Presidente Boldrini, erano solo “provocazioni”. Come se fosse colpa avere la sensibilità di sentirsi partecipi, o di aver vissuto in una maniera o nell’altra la vicinanza con popoli costretti alla fuga per guerra, fame e disperazione.
Poi è tutto un domandarsi, un invito a vergognarsi – che personalmente non accetto, nemmeno se a invitarmi è il Papa – e mille risposte che potrebbero anche sembrare sensate. Se non fosse che la guerra che devasta certi paesi, non se le sono inventate là, ma subite ed importate da altri popoli – civilmente evoluti – che con le bombe e la morte altrui pensano davvero di poter risanare le loro economie.
C’è anche il pericolo della mafia che controlla i flussi migratori, c’è il disgusto per questi avvoltoi che gettano a mare le persone a colpi di frusta, lo sdegno per una legge fascista che il nostro parlamento non si è vergognata di approvare e di mantenere. Lo schifo della stessa legge che spinge i marinai a guardar dall’altra parte, quando incrociano le barche piene come uova, e le braccia che si tendono al cielo.
Ora ci sono i morti allineati sulla banchina, e allora si sfrutta in fretta questo poco tempo della loro esposizione per dire un paio di cose banali che paiono sfuggire, nei discorsi dotti di leghisti e cittadini.
Quando una persona scappa da una guerra non è un migrante: è un profugo. Non sono due parole che si somigliano, sono due concetti differenti, che come tali dovrebbero essere trattati. Ai profughi bisogna aprire le fronti eredi tutta l’Europa, ricordando che non è per la bellezza dei luoghi che scelgono di morire nel mare siciliano. Sapere che l’Italia, e l’Europa permettono alle mafie di arricchirsi con la vita di un profugo: questo dovrebbe far vergognare qualcuno, non certo me. Istituire un collegamento navale, che faccia la spola tra il nord dell’Africa e l’Italia, potrebbe essere un buon modo – forse troppo civile – per far sì che nessuno lucri sull’altrui disperazione, e in fine non doversi più vergognare, in Italia e in Europa per aver finanziato le guerre che magari risolleveranno le economie dei paesi “civilmente evoluti”, ma stermineranno persone per terra e per mare.
Si vergogni chi, queste morti, in ogni modo le ha procurate.
di Rita Pani
“I corpi allineati sulla banchina” scrivono i giornali strillando le prime drammatiche foto dei cadaveri, ed è tutto un vociare di sdegno e cordoglio. Allora mi dico che i 25 cadaveri che il primo agosto del 2011, furono “allineati sulla banchina”, non servirono a nulla, se non a provocare sdegno e cordoglio, e a far tirare qualche giornale in più, con le immagini di quei poveretti morti di fresco.
In realtà nessun morto è mai utile, perché la morte non insegna nemmeno a fuggirla. Questo tipo di morte, è utile a farci sentire fortunati, o ad umanizzarci, e – in questi preciso momento storico – a dare respiro ad una classe politica impresentabile.
Se ne farà un gran parlare, almeno per qualche giorno, e la lega non coglierà l’occasione di tacere. Sì sono già espressi i deficienti, per smentirsi un momento dopo, dicendo che le accuse di responsabilità alla Ministro Kyenge e la Presidente Boldrini, erano solo “provocazioni”. Come se fosse colpa avere la sensibilità di sentirsi partecipi, o di aver vissuto in una maniera o nell’altra la vicinanza con popoli costretti alla fuga per guerra, fame e disperazione.
Poi è tutto un domandarsi, un invito a vergognarsi – che personalmente non accetto, nemmeno se a invitarmi è il Papa – e mille risposte che potrebbero anche sembrare sensate. Se non fosse che la guerra che devasta certi paesi, non se le sono inventate là, ma subite ed importate da altri popoli – civilmente evoluti – che con le bombe e la morte altrui pensano davvero di poter risanare le loro economie.
C’è anche il pericolo della mafia che controlla i flussi migratori, c’è il disgusto per questi avvoltoi che gettano a mare le persone a colpi di frusta, lo sdegno per una legge fascista che il nostro parlamento non si è vergognata di approvare e di mantenere. Lo schifo della stessa legge che spinge i marinai a guardar dall’altra parte, quando incrociano le barche piene come uova, e le braccia che si tendono al cielo.
Ora ci sono i morti allineati sulla banchina, e allora si sfrutta in fretta questo poco tempo della loro esposizione per dire un paio di cose banali che paiono sfuggire, nei discorsi dotti di leghisti e cittadini.
Quando una persona scappa da una guerra non è un migrante: è un profugo. Non sono due parole che si somigliano, sono due concetti differenti, che come tali dovrebbero essere trattati. Ai profughi bisogna aprire le fronti eredi tutta l’Europa, ricordando che non è per la bellezza dei luoghi che scelgono di morire nel mare siciliano. Sapere che l’Italia, e l’Europa permettono alle mafie di arricchirsi con la vita di un profugo: questo dovrebbe far vergognare qualcuno, non certo me. Istituire un collegamento navale, che faccia la spola tra il nord dell’Africa e l’Italia, potrebbe essere un buon modo – forse troppo civile – per far sì che nessuno lucri sull’altrui disperazione, e in fine non doversi più vergognare, in Italia e in Europa per aver finanziato le guerre che magari risolleveranno le economie dei paesi “civilmente evoluti”, ma stermineranno persone per terra e per mare.
Si vergogni chi, queste morti, in ogni modo le ha procurate.
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