lunedì 7 ottobre 2013

Il prezzo della crisi: 89 suicidi ‘economici’ nel 2012


Maledetta crisi. Le difficoltà economiche del paese sono sotto gli occhi di tutti e ogni giorno imprese e cittadini fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese. Link Lab, laboratorio di ricerca socio-economica della Link Campus University, ha stilato un inquietante paper sui suicidi per motivi economici avvenuti in Italia nel 2012. I dati sono terribili: ben 89 persone hanno deciso di togliersi la vita a causa delle difficoltà finanziare, con una media di quasi 8 decessi al mese.

LE CLASSI PIU’ A RISCHIO Cerchiamo di capire però le caratteristiche dei soggetti analizzati. La maggior parte sono imprenditori e artigiani, che costituiscono il 55% del cluster di riferimento. Seguono i disoccupati a quota 31,5%: le parole di Mario Draghi, che descrivevano qualche giorno fa la disoccupazione come una ‘vera tragedia’, sembrano prendere pericolosamente forma. Più indietro invece lavoratori e pensionati, sotto la soglia del dieci per cento (rispettivamente al 7,9% e 5,6%).

NORD EST FALCIDIATO Dal punto di vista geografico, la zona più colpita è quella del Nord Est, da cui arrivano il 30% dei casi. Male anche il Centro (25,8%), mentre il Nord Ovest, le isole e il Sud si fermano intorno al 15% (per la precisione 13,9%, 15,7% e 14,6%). Amara consolazione. L’area veneta lamenta da tempo le enormi difficoltà strutturali del sistema produttivo locale, ma la stretta creditizia sembra non concedere tregua ai piccoli imprenditori italiani.

DIFFICOLTA’ ECONOMICHE Il motivo principale è la precaria situazione economica delle finanze personali, che nel 49,4% dei casi porta i soggetti alla decisione definitiva. Il dramma occupazionale subito al secondo posto: la perdita del lavoro rappresenta il 28,1% delle cause. La difficile situazione pagamenti, che costringe le piccole e medie imprese ad esporsi in maniera eccessiva dal punto di vista finanziario, pesa il 7,9%. Ecco spuntare le difficoltà con il Fisco: il 14,6% dei suicidi economici è causato dalle difficoltà a pagare i debiti nei confronti dell’Erario. Percentuale più bassa rispetto alle altre casistiche, ma comunque inaccettabile per un paese evoluto.

Il segnale è chiaro: è allarme sociale. Riaprire i rubinetti del credito, sostenere l’occupazione e allentare la stretta fiscale. Il prezzo da pagare è troppo alto per rimanere immobili.
Fonte: IBTimes Italia

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