Nota di IxR: Questo articolo è frutto di attenta ricerca
storica, non è intenzione della redazione offendere in qualsivoglia
maniera le persone toccate da questa tremenda malattia. L’obiettivo
dell’articolo è semplicemente l’invito alla riflessione e dare un input a
una ricerca più approfondita da parte del lettore stesso. Dopo
che per anni siamo stati terrorizzati dallo spettro terrificante
dell’AIDS, oggi non se ne parla quasi. Forse per questo è venuto il
momento di riscrivere la storia di questa misteriosa sindrome, che
colpisce selettivamente
omosessuali e drogati. C’è chi sostiene che questa terribile malattia è
stata creata in laboratorio come arma di sterminio controllato (1). In
vero, assistiamo al propagarsi di nuovi razzismi, culminanti in
“programmi di controllo” che celano genocidi e stermini accuratamente
programmati in ambienti militari e asettici laboratori, dove si studiano
nuovi tipi di morte. In certi ambienti scientifici, si svolgono
esperimenti, capaci di suscitare veri e propri flagelli. La nostra, in
fondo, è un’Era di pericolosi angeli sterminatori o, se preferite,
anticristi. Un documento del Dipartimento della Difesa degli Stati
Uniti, gli Atti del 91° Congresso – Sottocomitato del Dipartimento della
Difesa, 1 Luglio 1969, dice testualmente: “Gli studi sulla biologia
molecolare progrediscono con straordinaria velocità. (…). Entro cinque o
dieci anni sarebbe possibile produrre un nuovo agente biologico che non
esiste in natura, e contro cui non è stata acquisita nessuna
immunizzazione naturale”. Nel periodo di tempo previsto, “cinque o dieci
anni”, scoppia l’epidemia denominata AIDS.
La
storia dell’AIDS, dunque, sarebbe molto diversa da come fino ad ora è
stata raccontata. La verità sarebbe ben altra e nel mio libro (2)
documento cosa si nasconderebbe dietro la cosiddetta “peste del XX
secolo”.
Nel
1981, presso il “Centers for Disease Control” di Atlanta, in Georgia,
si cominciò a parlare di una nuova malattia molto contagiosa denominata:
“Sindrome di immunodeficienza acquisita” provocata, a quanto dicevano e
dicono, da un virus. Robert C. Gallo e Luc Montagnier, gli scopritori
spiegarono che l’AIDS è: “…una malattia devastante causata da una classe
di agenti infettivi – i retrovirus – che erano stati individuati per la
prima volta in esseri umani solo qualche anno prima. …fu isolato un
nuovo virus – il virus dell’immunodeficienza acquisita dell’uomo (HIV,
da human immunodeficiency virus) – e si dimostrò che esso era la causa
della malattia…” (3). E solo nel 1984, l’allora Ministro della Sanità
statunitense Margaret Heckler ed il virologo Robert Gallo, dell’Istituto
Superiore di Sanità, annunciarono al mondo, nel corso di una conferenza
stampa, che era stata individuata una nuova malattia virale, trasmessa
attraverso il sangue o i rapporti sessuali. Si disse e ancora si dice
che esso opera sulla cellula a livello genetico in maniera tale che il
DNA delle cellule infettate riceve “comandi” direttamente dall’RNA
virale, differentemente di come solitamente avviene nelle cellule, dove i
“comandi” sono trasmessi dal DNA, mentre l’RNA si comporta soltanto da
messaggero.
Questo modus operandi gli deriva da un particolare enzima, la trascrittasi inversa, che costruisce una coppia di DNA a partire dall’RNA virale, che poi va ad integrarsi nel patrimonio genetico (DNA) della cellula ospite. Il “virus dell’immunodeficienza acquisita” infetterebbe i linfociti T (helper), adibiti alla produzione di anticorpi da parte del sistema immunitario. Diversi scienziati sono convinti che non sia, com’è sancito dall’ortodossia medica, il virus HIV a causare l’AIDS e, tra questi, il famoso scienziato Peter Duesberg (http://www.duesberg.com/), esperto, a livello mondiale, di retrovirus e professore di biologia molecolare alla University of California di Berkeley, scopritore, nel 1970, del primo gene collegato al cancro, che, tra l’altro, afferma: “Il virus di Gallo non è la causa dell’AIDS perché non rispetta i postulati di Koch e Henle di malattia contagiosa e perché non rispetta sei regole cardinali della virologia” (4). In sostanza Koch ha affermato che si può parlare di malattia contagiosa solo quando l’agente infettante, oltre a causare la stessa affezione in tutti quegli individui coi quali viene a contatto, è anche sempre presente in ogni stadio della malattia. Con l’AIDS tutto ciò non avviene, infatti, “ci sono molti casi di persone con tutti i sintomi dell’AIDS ma che non presentano alcuna infezione da Hiv, così come ci sono soggetti che sono stati infettati dall’Hiv da oltre 10 anni e che non mostrano alcun segno di malattia” (5). E’da sottolineare, invece, che il modello dell’HIV (nome attuale del virus di Robert Gallo deciso da un apposito comitato scientifico al posto dei nomi LAV e HTLV-III) sta miseramente fallendo ad ogni test scientifico. La ricerca basata su di esso non è stata in grado di fornire non soltanto una cura efficace o un vaccino, ma neanche una spiegazione teorica per il meccanismo che causa lo stato patologico. Che l’HIV non sia la causa dell’AIDS sono ormai diversi scienziati a crederlo, tra i quali, oltre al prof. Duesberg, i premi Nobel Walter Gilbert e Kary B. Mullis, ecc.. Quest’ultimo è stato insignito del prestigioso riconoscimento per la Chimica nel 1993, per aver scoperto la Polimerase Chain Reaction(PCR), metodo per amplificare il DNA applicato pure nello studio dell’HIV. Neppure Eleni Papadopulos-Eleopulos ci crede. Gli scienziati, sulla causa dell’Immunodeficenza acquisita (AIDS), propendono per spiegazioni diverse, che possono essere suddivise in due correnti: la prima attesta che l’HIV è necessario ma insufficiente, perché asserisce che devono essere presenti altri cofattori per far esplodere la malattia. La seconda corrente, invece, attesta che questo virus sarebbe niente più che il segno di una immunodeficienza già preesistente, provocata da agenti non per forza di cose infettivi, che potrebbero essere anche chimici, comportamentali e/o ambientali. Il prof. Duesberg ha precisato inoltre: “promuovo le mie idee per integrità scientifica, perché quando scopri che una strada non funziona è giusto cercarne altre”, aggiungendo che “chi sostiene che l’Aids è provocato dal virus Hiv spinge migliaia di persone a prendere una medicina dannosa come l’Azt e convince i sieropositivi che la loro vita è di fatto finita, terrorizza il mondo intero riguardo ai rapporti sessuali, e specula sull’esistenza di persone malate”.
Ci
stanno ancora altre teorie, molto inquietanti, sull’Aids e chi le
diffonde viene tacciato di cospirazionismo, di paranoia e ridicolizzato.
Alcune di queste gravi accuse meritano, per lo meno, di essere
conosciute dall’opinione pubblica, visto che non trovano spazi sui mass
media che diffondono soltanto le teorie “ufficiali”. Ecco di seguito un
breve sunto di queste gravissime accuse. Taluni studiosi hanno sostenuto
che questa terribile malattia è stata creata in laboratorio come arma
di sterminio controllato. Sorprende, inoltre, sapere che il virus
responsabile dell’immunodeficienza acquisita è stato scoperto da Gallo,
addirittura, un anno prima che si manifestasse la malattia! “Nessun
altro ricercatore, mai, nella storia della medicina, è riuscito a
scoprire l’agente patogeno di una epidemia l’anno prima che l’epidemia
scoppiasse. Solo Robert C. Gallo c’è riuscito”(6), hanno denunciato i
giornalisti Francesco Romano e Elizabeth Vogel. Come si spiega questo
anacronismo? La storia “ufficiale” dell’AIDS racconta che il dott.
Robert Gallo ipotizzò un virus come causa dell’Immunodeficienza
acquisita, a febbraio 1983, tuttavia, Jerome Groopman, sulla rivista
“Nature”, già cinque mesi prima, a settembre dell’82, aveva scritto:
“Robert Gallo del National Cancer Institute sta studiando i pazienti di
AIDS in funzione del virus HTLV perché il virus HTLV ha una simpatia per
i T-linfociti, e perché è endemico dei Caraibi” (“Nature”, 9 settembre
1982). La storia della “sindrome di immunodeficienza acquisita” è del
resto un vero e proprio maledetto puzzle con risvolti e sorprese, così
inquietanti, da sembrare incredibili e guai a chi denuncia il misfatto.
Ci ha provato il professor Duesberg pubblicando assieme a Bryan Ellison
il libro: “Why We Will Never Win the on AIDS”, ebbene, una Corte
Federale Di New York, il 29 dicembre del 1995, ha ordinato che tutte le
copie del libro venissero ritirate e distrutte. Una precedente ordinanza
dello stesso giudice vietava la distribuzione del libro ovunque in
America, anche gratuitamente (7). Come interpretare questa congiura del
silenzio? E se davvero Duesberg avesse ragione a sostenere che l’Hiv non
è la causa dell’AIDS? Allora sarebbe davvero tremendo per l’ortodossia
sull’AIDS, perché: “dal 1987 sta prescrivendo a più di 200.000
sieropositivi, non importa se colpiti o meno dall’AIDS, una micidiale
accozzaglia di farmaci venefici, come la pentamidina e i chemioterapici
(tipo l’AZT, il ddl e il ddc); …sta infliggendo mortifere prognosi di
AIDS a centinaia di migliaia di persone risultate sieropositive al test
dell’HIV” (8). Ma se non è l’HIV, cos’è? Il “Sunday Express” (26 ottobre
1986), scrisse che, secondo tre studiosi, “l’AIDS, la patologia mortale
apparsa nel 1979 negli USA e che miete vittime in tutti i continenti, è
stata ‘inventata’ in laboratorio”. Nel frattempo si levano, da più
parti, accuse gravissime mentre le bugie dette sull’AIDS “…ancora oggi
si ripetono per coprire lo sterminio dei negri, dei drogati e degli
omosessuali…” (9). E’, infatti, ormai evidente che ben lontana “dal
minacciare la popolazione eterosessuale in generale, l’AIDS resta
confinato, principalmente, ai tossicodipendenti ed agli omosessuali
maschi di particolari zone urbane” (10). Cosa si cela dietro l’AIDS? C’è
chi ha parlato di sterminio, di congiura contro una parte dell’umanità.
La popolazione nera degli Stati Uniti crede che “l’unico dato in comune
tra le vittime dell’AIDS… non è né il sesso né la droga, ma sono le
manipolazioni dell’uomo bianco. Secondo queste storie ai drogati viene
fornita eroina opportunamente tagliata con sostanze che danneggiano il
sistema immunitario, mentre gli omosessuali e gli africani vengono
infettati mediante vaccinazioni di massa, col pretesto di proteggerli da
altre malattie. Oppure accusano il governo di praticare la guerra
batteriologica contro i propri cittadini omosessuali mettendo in giro un
virus (!) che contagia a preferenza gli omosessuali” (11). Leggiamo
ancora, nel dossier inchiesta di Romano e Vogel, che “la rivista gay New
York Native, nell’83 pubblicò la lettera di un dipendente del
laboratorio di guerra biologica di Fort Detrick il quale assicurava di
aver partecipato all’operazione, che era iniziata nel ‘78. La lettera
era anonima ma è stata pubblicata anche in Unione Sovietica dalla
Literaturnaya Gazeta (il 30.10.85 secondo Covert Action)… Secondo un
articolo apparso con rilievo nel Times di Londra l’epidemia di AIDS in
Africa ed in Sud America segue la vaccinazione in massa contro il
vaiolo, effettuata nei primi anni ‘80. Per estirpare il vaiolo dalla
faccia della terra l’OMS avrebbe vaccinato almeno 70 milioni di negri
dell’Africa Centrale” (12). La gravissima accusa fu pubblicata prima da
un giornale di New Delhi “The Patriot” (ottobre 1985), e poi ripresa e
stigmatizzata dalla sovietica “Literaturnaya Gazeta” il 30 ottobre dello
stesso anno. In Brasile, la notizia che il virus dell’AIDS era un
prodotto dell’ingegneria genetica, messo appunto come terribile arma
biologica, fu pubblicata dal giornale “L’Estado de Sao Paulo”. In
Inghilterra, il 26 ottobre 1986, il quotidiano londinese “Sunday
Express” ripubblicò la terribile accusa. La “Pravda”, nell’ex Unione
Sovietica, il 31 ottobre 1986, corredò una vignetta, che raffigurava un
militare che dava un pacchetto di dollari ad un medico che aveva una
provetta con dentro il mortale virus con una didascalia che ribadiva
l’accusa della creazione del virus nei laboratori del Pentagono. La
rivista francese “Eléments” (n. 63, 1988) rilanciò l’accusa con un
articolo titolato “AIDS, il Pentagono sotto accusa”. Tutto ciò sembra
essere però passato sotto silenzio.
E
se l’AIDS fosse, davvero, una vera e propria strage programmata di
omosessuali, drogati, gente di colore e poveri del mondo? Proviamo a
prendere sul serio queste gravissime accuse. Non c’è dubbio che un certo
razzismo considera i gay e i drogati delle minoranze moleste, di cui se
ne potrebbe benissimo fare a meno. Quanto alle sterminate masse di
poveri del Terzo Mondo, che non producono e coi loro bisogni pongono
problemi alle nazioni più ricche, un loro sterminio si concilierebbe
molto bene con il modello di una società basata sul mercato, la
produzione e il consumo. Secondo una filosofia alquanto cinica, occorre
qualcosa che sostituisca le guerre e le grandi epidemie che in passato
avevano la funzione di calmierare e selezionare la popolazione del
pianeta. E’atroce pensare che scienziati e studiosi possano mettersi al
servizio di un tale disegno, ma d’altra parte non si può negare che in
certi santuari della scienza medica si agisca contravvenendo al
giuramento di Ippocrate e, invece, si sacrifichino vittime umane per
teoremi di morte. Lo ha denunciato il dott. Robert Newman, presidente di
un grande ospedale di New York, il “Beth Israel Medical Center”.
Parlando dei tossicodipendenti ha dichiarato: “Nessuno lo ha ancora
detto apertamente, ma sono sicuro che molti sono d’accordo che dovremmo
lasciarli morire tutti” (13). Questa logica di morte è confermata anche
dalle parole di Julian Huxley, fondatore della Società Eugenetica
Britannica, il quale ha asserito che: “L’intelligenza di un nero è
differente da quella di un bianco, come lo è il corpo (…). Del resto è
sufficiente vedere il comportamento religioso dei negri per comprendere
le differenze: urlano, danzano, si abbandonano alle emozioni più
violente (…). Negri e bianchi presentano differenze organiche
inarmonizzabili”. E’ in base a queste convinzioni che l’uomo arriva a
sterminare i propri simili. Ma poi, dovremmo forse stupirci che si
possano organizzare simili crudeli stermini al termine di un secolo
segnato dal nazismo e dallo stalinismo? Questo abominio, d’altronde, è
stato denunciato, soprattutto nei primi anni ’80, da alcuni studiosi e
ricercatori che la pensano proprio cosi e, a supporto delle loro
gravissime accuse, indicano alcuni documenti del governo degli Stati
Uniti. Tra questi, il Memorandum 200 per la Sicurezza nazionale è uno
dei primi e forse il più importante. Fu “redatto nell’aprile del 1974
dall’allora Consigliere americano per la Sicurezza nazionale, Henry
Kissinger. Il documento, a lungo tenuto segreto, fu reso di dominio
pubblico nel 1990 grazie alla legge per la libertà d’informazione, e
collocato negli Archivi nazionali americani. Si tratta di un documento
agghiacciante, che denota il cinismo di un governo quando afferma: “Lo
spopolamento, dovrebbe essere la principale priorità della politica
estera americana verso i Paesi del Terzo mondo” (14). Un altro documento
terribile è il “Global 2000 Report to the President” presentato dal
Dipartimento di Stato americano. Il giornalista Rogelio Maduro nel suo
libro “The Ozone Scare” scrive: “Questo dossier fu elaborato dal
Consiglio della Casa Bianca per l’Ambiente e dal Dipartimento di Stato a
partire dai primi giorni della presidenza Carter. Decine di alti
funzionari e centinaia di consulenti hanno lavorato a questo rapporto
che proponeva di fare del ‘controllo demografico’ la pietra angolare
delle politiche di tutti i futuri presidenti americani. Nel rapporto e
nei documenti che lo accompagnano, si trovano tutta una serie di
profezie terrorizzanti: crisi delle risorse idriche, penuria di energia,
carenza di materie prime strategiche. La causa di tutto ciò? La
crescita demografica. (…). E’ dunque necessario, concludeva il
documento, che il governo faccia convergere politica estera ed interna
con l’obiettivo di eliminare questi uomini di troppo. (…). Dal momento
in cui questo documento è stato reso di pubblico dominio, sezioni intere
del governo americano non lavorano che per mettere in pratica le sue
raccomandazioni: il genocidio” (15). Questo programma non è condiviso
solo dagli americani. Il celebre documentarista Jacques Cousteau, che fu
un accanito propugnatore del programma xenofobo in Francia, scrisse:
“Noi vogliamo eliminare le sofferenze, le malattie? L’idea è bella ma
non può rivelarsi positiva nel lungo termine. C’è da temere di
compromettere così l’avvenire della nostra specie. E’ terribile da
dirsi. E’ necessario che la popolazione mondiale si stabilizzi e perciò è
necessario eliminare 350 mila uomini al giorno” (16). E Filippo duca di
Edimburgo, marito della Regina Elisabetta II presidente del WWF
internazionale, affermò: “Nel caso che io rinasca, mi piacerebbe essere
un virus letale così da contribuire a risolvere il problema della
sovrappopolazione”. (Deutsche Press Agentur, DPA, 8 agosto 1988). Ecco
un altro esempio del disprezzo verso le popolazioni del Terzo mondo. Il
patologo dr. Cornelius Rhoades, che qualche anno dopo avrebbe diretto il
reparto di patologia del Rockefeller Institute, nel 1932, diede inizio
ad una vasta ricerca sul cancro. In definitiva effettuava orribili
esperimenti, tra cui far insorgere deliberatamente delle infezioni sui
malati. Trenta portoricani, morirono a causa di questi orribili
esperimenti. Rhoades come giustificazione sostenne che: “I portoricani
sono la più sporca, la più fannullona, degenerata e ladra razza sulla
faccia della terra… e che perciò tutti i medici potevano deliziarsi
nell’abuso e nella tortura di questi sciagurati”. Alla luce di
considerazioni così sinistre non è più fantascienza credere a quanto
sostengono alcuni scienziati, e cioè che “l’AIDS fu in effetti il
risultato di un programma di ricerca a lungo termine”. Qualcuno afferma
addirittura di averne le prove, come il russo Jakob Segal, docente di
biologia all’Università di Humboldt, nella ex Germania orientale. Il
professor Segal è certo che l’AIDS è stato messo a punto nel laboratorio
di Fort Detrick, nel Maryland, un centro di ricerca su armi chimiche e
biologiche. Segal per dimostrare la gravissima accusa pubblicò tutti i
dati, che aveva raccolto nel 1986, in un libro dal titolo: “AIDS: una
malattia prodotta in America”. In esso lo studioso sostiene che: “il
virus della immunodeficienza (Hiv), che molti scienziati ritengono
evolva in AIDS, è quasi identico ad altri due virus: il Visna, una
malattia mortale che colpisce le pecore, il BVL (Bovine Leukemia Virus),
ma non l’uomo, e il virus della leucemia delle cellule T: Htlv-1 (Human
T Cell Leukemia Virus). Il Laboratorio di alta sicurezza di Fort
Detrick realizzò l’unione dei virus Visna e Htlv-1. Il risultato fu
l’Hiv messo a punto tra la fine del 1977 e la primavera del 1978. Il
‘cocktail’ di Fort Detrick venne testato su carcerati che decidevano
volontariamente di partecipare all’esperimento in cambio della libertà
anticipata. Siccome i sintomi non si manifestano prima di 6 mesi, i test
furono giudicati fallimentari e i carcerati vennero rilasciati”.
“Alcuni di loro erano omosessuali, – continua Segal – e una volta
arrivati a New York, ignari delle loro condizioni, cominciarono a
trasmettere il contagio a persone del giro dei gay newyorckesi. E qui,
nel 1979, si manifestò il primo caso conclamato di AIDS, e la malattia
cominciò a diffondersi rapidamente”. Un altro ricercatore Robert
Strecker, confermò le accuse fatte da Segal. Egli affermò: “Quando si
studia la natura del virus dell’AIDS si scopre qualcosa di estremamente
interessante. I geni del virus dell’AIDS non esistono nei primati o
nell’uomo. Se si prende il materiale genetico di primati, scimpanzé,
esseri umani e lo si riordina, non si può ottenere l’AIDS”. Per Segal
l’AIDS si sarebbe diffuso a causa di un incidente; per Strecker, invece,
sarebbe stato iniettato volutamente ai membri della comunità
omosessuale americana durante il programma per la vaccinazione contro
l’epatite B. Nel frattempo si continua a morire di AIDS specialmente tra
le categorie a rischio (omosessuali e drogati) e nel Terzo mondo. Tra i
Paesi dove vi sono più persone colpite dall’AIDS vi è l’India “che
conta già quattro milioni di abitanti sieropositivi e rischia di
diventare il Paese più colpito dall’epidemia dell’AIDS. Lo ha denunciato
a Manila il ministro della sanità indiano, signora Renu Ka
Chowdury…”(Rai-Televideo del 26 ottobre 1997). Dopo quanto esposto il
fatto che segue fa venire la pelle d’oca. Il 19 gennaio 1989 “‘Nature’
esce con una serie di articoli sconcertanti sull’India. “Saranno
sterilizzate tutte le mucche improduttive” scrive ‘Nature’. Poi c’è la
notizia che riguarda direttamente la nostra storia: “entro il ‘92, dice
‘Nature’, tutti i bambini indiani saranno vaccinati contro una serie di
malattie”. (…). Tutti i bambini indiani dovranno essere immunizzati
entro il 1992. “Chiaramente qualcosa non funziona nella redazione di
‘Nature’. In India ci sono più di 200.000.000 di bambini, e il 92 inteso
come anno non è una scadenza realistica. (…). Alla fine del 1988 in
India si contavano 9 casi di AIDS”(17). Traete da soli le conclusioni.
Sulla base di questi fatti esposti c’è da chiedersi con inquietudine
che cosa ci riserva il futuro. Che sia davvero in atto una mortale
congiura? Come si è visto non sono in pochi a crederlo. Alcune delle
tesi riportate in questo studio ricevono, oggi, numerose conferme, anche
molto autorevoli. Un altro fatto, alquanto enigmatico, fa notare
“Nexus. New Time” (edizione italiana, anno IV, n. 29, 2000) è quanto
scrisse, il 30 aprile scorso, il Washington Post che, tra l’altro:
annunciava un’iniziativa della National Security Agency(NSA) volta a
collocare lo studio dell’Aids e tutti gli istituti pubblici della
sanità, che lo stanno conducendo, sotto il controllo della Central
Intelligence Agency (CIA)… Il Presidente Clinton, consigliato dal
National Intelligence Council(NIC) di dichiare formalmente l’epidemia
globale di AidS una ‘minaccia alla sicurezza nazionale’ degli Stati
Uniti, ha trasformato questa politica in legge. L’azione prefigura la
probabile persecuzione, se non l’incarcerazione o l’assassinio, degli
scienziati ‘dissidenti’ che si occupano dell’AIDS… (Fonte: dr. Leonard
Horowitz, Idaho Observer, USA, luglio 2000)”.
FONTE :http://www.nwo.it/aids2.html
Tratto da: Informarexresistere.fr - terrarealtime.blogspot.it
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