lunedì 30 settembre 2013

Inquinamento elettromagnetico. Ricercatore avverte: “Cellulari come l’amianto”

Intervistato dal Fatto Quotidiano, il ricercatore Fiorenzo Marinelli sottolinea la pericolosità derivante dall'utilizzo del cellulare, considerato più che nocivo.

-Redazione30 settembre 2013- Sembra il segreto di Pulcinella, tutti lo sanno, nessuno lo sa. Si parla ovviamente dei danni che un utilizzo frequente di cellulari e telefonini può comportare all'organismo.
Inquinamento elettromagnetico. Ricercatore avverte: "Cellulari come l'amianto" Da sempre sono stati paventati timori al riguardo e sempre, dopo i primi allarmi, si tende a dimenticarsene e farli ripiombare nell'oblio. Sarà perchè, alla fine, il cellulare è divenuto, in questo terzo millennio, un compagno di vita irrinunciabile. Ma ora, una nuova voce, prestigiosa, torna ad alzare la tensione al riguardo.
E' quella dei ricercatore Fiorenzo Marinelli che, intervistato dal Fatto Quotidiano, sottolinea come coloro che utilizzino il cellulare espongono "a un serio rischio i tessuti cerebrali". L''uomo, ricercatore dell'Istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Bologna, ha avvertito che sarebbe meglio utilizzare sms, al posto delle telefonate, in quanto esse emettono "radiazioni di radiofrequenza.
"Il telefonino è uno strumento molto inquinante e dannoso per la salute", ha spiegato il ricercatore, ricordando come la I.A.R.C., solo due anni fa, abbia "classificato le radiofrequenze nella classe 2B cioe’ “possibili cancerogeni per l’uomo”.

 "C’è una sottovalutazione del rischio e poca informazione", ha aggiunto Marinelli. "Una situazione voluta a livello globale dalle grandi compagnie di telefonia mobile che per i propri interessi commerciali condizionano le ricerche e la diffusione di informazione". 
"Si può fare un’analogia con la tragedia dell’amianto", ha proseguito ancora. "Per decenni si è sottovalutato il problema, con le conseguenze che conosciamo". E niente di diverso per il telfonino, " lo strumento più inquinante a causa della vicinanza dell’uso".
"Esiste una assurda incongruenza nella legge vigente", ha esplicato ancora il ricercatore, illustrando come essa protegga "la popolazione da livelli di esposizione massima di 6 V/m quando provengono dalle antenne fisse e permette ai telefoni di irradiare la testa con valori di oltre 100 V/m. Anche il limite SAR (Specific Absorption Rate) di 2 W/Kg a cui sono sottoposti gli apparecchi telefonici mobili è elevatissimo." Per misurare 2 W/Kg nel tessuto cerebrale irradiato occorrerbbe infatti un campo incidente di 300 V/m. Il che si traduce con una "licenza di emissione per i telefonini di centinaia di V/m, quando il limite per le antenne esterne e lontane è posto a 6 V/m."
Per questo, Marinelli sconsiglia fortemente l'uso dei cellulari: "Il telefonino va usato come una radio di emergenza", ha spiegato. "E’ uno strumento prezioso per brevi comunicazioni in caso di necessità. L’uso che se ne fa abitualmente espone a un rischio serio per i tessuti cerebrali." Pertanto, consiglia "l’uso abituale dell’auricolare e il viva voce. Meglio usare SMS invece di chiamare. Quando è acceso, meglio tenere il cellulare lontano dal corpo. Durante la notte. se rimane acceso, occorre tenerlo in un’altra stanza." "Ma la cosa più importante è usarlo il meno possibile", ha concluso.

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